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Malawi

Dove le donne e i loro figli vengono diseredati

In Malawi le donne vanno incontro a diversi problemi di natura socio economica per via della discriminazione e di svariati fattori culturali legati al sesso che le penalizzano. Alla Giornata Internazionale della Donna di quest’anno sono stati riportati, con grande risalto e preoccupazione, casi eclatanti di sottrazione di proprietà che violano i diritti delle vedove e dei loro giovani figli.
Hobbs Gama

Questo paese dell’Africa meridionale con 10 milioni d’abitanti, (le donne sono il 52%), subisce una mortalità dovuta all’AIDS fra le più alte del mondo, un’ecatombe sulla scia della quale sono trascinate sempre più vedove con i loro figli. Con una cultura popolare che le svantaggia, molte cadono vittima dei parenti dei loro ex mariti che le spogliano delle proprietà che dovrebbero normalmente ereditare.

In occasione delle commemorazioni della Giornata della Donna, che cade l’8 marzo di ogni anno, in Malawi è stato individuato un tema locale su cui riflettere: "Conferire poteri alla donna: la chiave per raggiungere gli obiettivi di sviluppo del Millennio" e su questo le donne delle varie organizzazioni femminili hanno discusso, rimpiangendo il fatto che, sebbene siano situate al centro dell’interesse e dell’attenzione della società, il loro contributo non viene adeguatamente riconosciuto.

Il Ministro del Genere, Gioventù e Servizi Sociali ha fatto notare quanto, campi d’attività di straordinaria importanza come l’agricoltura, la sanità, la gestione ambientale, l’acqua, i servizi igienici e gl’interventi mirati alla riduzione della povertà, nel loro insieme, ricevano un contributo straordinario da parte delle donne. Intanto, però, i rapporti dell’Ufficio del Direttore della Pubblica Accusa (DPP) e del Dipartimento degli Affari Sociali indicano un preoccupante aumento dei casi di aggressione a vedove e orfani che vengono spogliati di tutto e lasciati abbandonati a se stessi da avidi parenti senza scrupoli.

Il Presidente Muluzi, inserendosi con tutto il suo peso nella campagna delle donne per combattere questa deprecabile situazione, ha fatto osservare che, a causa della dipendenza da pratiche culturali e credenze del passato, le donne soffrono silenziosamente una violenza domestica disgustosa, di cui un elemento fra i tanti é la sottrazione della proprietà lasciate dal marito.

Il Presidente è stato chiaro dicendo: "Moltissime donne e orfani innocenti subiscono l’illecito civile di essere depredati delle proprietà immobiliari che spetterebbe loro ereditare da mariti e padri defunti. Il governo punirà severamente i colpevoli, garantendo alle donne e ai figli i loro diritti."

Mary Kaphwereza Banda, Ministro del Genere, criticando la pratica della poligamia, che a suo parere è uno dei fattori maggiormente responsabili del diffondersi dell’AIDS, ha fatto riferimento anche all’ignoranza dei propri diritti di proprietà da parte delle donne, addebitandola all’alto livello d’analfabetismo presente fra di loro, soprattutto nelle aree rurali. Il Ministro ha anche detto che, sebbene la legge preveda 5 anni di prigione e pesanti multe per gli approfittatori che sottraggono patrimoni in quelle determinate circostanze, i casi di donne che cadono vittima di questo reato sono in costante aumento. Ciò ha indotto le attiviste delle varie organizzazioni presenti a chiedere con forza che il Parlamento riveda rapidamente la legislazione, la legge su Volontà ed Eredità, in modo da renderla più incisiva e capace di tenere sotto controllo queste delicate situazioni.

Sempre il Ministro Banda, il cui Ministero, insieme con altri attori interessati al problema sta spingendo perché vengano apportate in Parlamento delle modifiche alla Legge sull’Eredità, ha poi affermato: "La piaga della sottrazione forzata della proprietà è aggravata da certe credenze culturali che devono cambiare se il nostro paese vuole aderire al contesto sociale moderno."

Culturalmente e tradizionalmente in Malawi si crede che al marito, essendo colui che mantiene la famiglia, spetti la responsabilità di accrescere e curare il patrimonio, fatto di proprietà immobiliari e beni d’ogni altro genere. Le famiglie sono perciò convinte che non abbia alcun senso lasciare in eredità il patrimonio dello scomparso alla vedova, specie se giovane, che oltretutto poi si risposa e si rifà una famiglia.

Pochi giorni prima delle commemorazioni della Giornata Internazionale della Donna, destinate al riconoscimento del contributo prestato dalle donne alle società di tutto il mondo, organizzazioni della Chiesa, insieme con operatori dei servizi sociali, hanno avviato programmi d’informazione nelle aree rurali destinati ad educare le masse contadine femminili riguardo agli effetti deleteri dell’appropriazione delle proprietà ereditate. Programmi destinati anche, più in generale, a far conoscere ai contadini poco istruiti i vari diritti di cui godono le donne e i loro figli, che vanno, in ogni caso, debitamente rispettati.

La Commissione Cattolica per la Giustizia e la Pace (CCJP) della Chiesa Cattolica è uno dei promotori di queste iniziative d’informazione civica; recentemente ha condannato l’espropriazione dell’eredità, affermando che incoraggia la prostituzione ed aumenta il numero dei bambini di strada. Padre Francis Simwaka ad un convegno della CCJP sulla sensibilizzazione sociale ha affermato: "Nelle nostre città vive un numero crescente di prostitute e bambini di strada senza mezzi di sopravvivenza, perché i parenti dei loro padri e mariti deceduti si portano via tutto."

L’anno scorso, mentre il DPP ha registrato una ventina di casi e aperto un’inchiesta ogni tre settimane, all’incirca, il Dipartimento degli Affari Sociali ha comunicato che in ciascun Distretto si registrano circa quattro casi al giorno, mentre molti altri casi non vengono denunciati, semplicemente perché i diritti della donna non sono conosciuti dalla massa.

Le donne malawiane, in occasione delle commemorazioni della Giornata della Donna, oltre a denunciare il problema del furto dell’eredità hanno colto l’occasione per chiedere con forza una voce autorevole ai più alti livelli decisionali. Hanno fatto presente che è ormai venuto il momento che siano seriamente tenute in considerazione le loro necessità ed i loro diritti nell’ambito del sistema creditizio, della tecnologia e della formazione professionale se si vuole che diano un aiuto al governo nei suoi programmi di riduzione della povertà.

Faustace Chirwa, responsabile dell’organizzazione Women’s Lobby, ha invitato le donne ad entrare attivamente nei partiti politici del paese, a lottare per ottenere un posto in Parlamento, nelle Circoscrizioni come consiglieri, nelle assemblee cittadine distrettuali e, perché no, nel governo, per poter asserire a tutti i livelli l’importanza della loro posizione nella società. La Chirwa ha anche affermato che, avvicinandosi le elezioni presidenziali, parlamentari e amministrative, previste per l’anno prossimo, le donne dovrebbero anzitutto conoscere e poi pretendere il riconoscimento dei loro diritti. Le prossime elezioni sono, a suo parere, un’opportunità da non perdere.

Un altro autorevole richiamo è venuto dalle parole della First Lady del Malawi, la moglie del Presidente, Patricia Shannill Muluzi, che ha invitato le donne a sostenersi e promuoversi l’un l’altra, esprimendo la massima solidarietà fra di loro. La Muluzi ha concluso il suo intervento affermando: - Se non riusciamo a fare progressi, non è solo per colpa dell’oppressione degli uomini, ma è perché le donne stesse sono le nostre peggiori nemiche, per la tendenza a battersi fra di loro con un atteggiamento controproducente e negativo per lo sviluppo individuale.