Regione dei Grandi Laghi, Maggio 2003

Suor Eugenia Travierso

Il Signore
viene ad animare
una festa
nel profondo
dell'uomo

R. Schutz
(Taizé)

Miei carissimi amici,

ricordo ancora la Pasqua appena passata, guardando la foto della croce fiorita che era appesa nella chiesa di Cahi. Abbiamo avute giornate molte tese… piene di soldati, fuoco incrociato e altro. E così la Veglia di Pasqua è stata fatta alle 14:30, per permettere a tutti di ritornare nelle proprie case quando il sole era ancora alto!
Fini a quando, Signore? Fino a quando dobbiamo chiederci a cosa serve tutto questo? Parlano di "guerra d'anticipo", vedi per l'Iraq, e poi? Le code delle guerre sono sempre le situazioni più brutte e durano all'infinito… come qui. Fame, analfabetismo, disoccupazione, donne violentate, ragazzini che oggi vedi coi fucili e domani non sai se sono ancora vivi.
Mi ha molto colpito un articolo che ho letto su un giornale: la traduzione di un documento scritto da ragazzi della Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti dell'Infanzia. Diritto a vivere, … diritto ad avere un nome, … diritto ad avere cibo, vestiti, medicine…
Sembra che debba essere normale provvedere a tutto questo per creature piccole. Eppure non è così… migliaia di bambini muoiono per malattie banali, altri infettati dall'AIDS. Senza contare quelli che stanno morendo per guerre e stenti. Ed io ne vedo decine e decine…Tanti angeli che guardano dal cielo e forse dovremmo ascoltarli di più.
Ma quello che mi ha maggiormente colpito, è che il primo, fra tutti i diritti, è il diritto a giocare. A giocare… non grandi cose,… a giocare
Perché? Perché non è così scontato come sembra!!
Quest'anno, nella preparazione dei Catecumeni a ricevere i sacramenti del Battesimo, della Comunione e della Cresima, i ragazzi e le ragazze si sono impegnati, con Padre Roberto, a rimettere in ordine il campo da calcio, allungandolo di ben 7 metri.
Così, due giorni prima della Veglia di Pasqua, li abbiamo fatti giocare, prima i piccoli e poi i "grandoni". E' stata una cosa bellissima: erano di una felicità mai vista!! Giocare con un pallone… e avevano tirato fuori le magliette!! Mai viste prima, o meglio mai indossate; e poi siamo andati tutti insieme a lavarle!
Quanti di questi bimbi non possono giocare perché le condizioni famigliari non lo permettono!
Ma ormai è già nell'aria il programma dei giochi dell'estate (si fa per dire "estate", perché qui il sole è sempre alto tutto l'anno). E di nuovo ci butteremo nella mischia per imparare a credere, ancora una volta, che la violenza, la morte possono essere cambiati in nomi nuovi.
Troppe malacopie e fotocopie della pace girano per le strade; il prototipo è ancora là, ripiegato tra le bende dimenticate nel sepolcro. E' molto più logico credere agli armistizi, all'esercito romano che alla Maddalena. Quel mattino, due apostoli, uno giovane ed uno vecchio, corsero increduli a curiosare nel sepolcro. Il vecchio arriva più tardi… I vecchi profeti sono più inclini alla logica della morte che a quella della resurrezione.
Ma a voi giovani, che correte bene, dico: "Cercate di non mettere da parte la mitezza, cercate di essere sempre profeti delle Beatitudini." Oggi siete voi giovani le "sentinelle del mattino". Cercate, vi prego, tra le pieghe delle bende… troverete il fuoco, la fede, il dolore, la gioia, la preghiera, la mitezza, la purezza la misericordia, la pace. Solo se aprite le bende, si scatenerà la voglia di non violenza! Credete, tutto è guadagnato con un sorriso!
E vi ringrazio ancora una volta per tutto ciò che fate nel dare a noi la possibilità di sorridere a chi, dalla vita, ha avuto meno di niente. Grazie del vostro esserci vicini, della vostra amicizia, delle vostre preghiere…
Un grande e caloroso abbraccio

Suor Eugenia

[Nota della redazione = questa lettera è arrivata contemporaneamente al rientro anticipato di Suor Eugenia, richiamata in Italia per la improvvisa scomparsa della Sua Mamma. Mi ha chiesto di spedirvela insieme a quest'altra Sua lettera, che di seguito vi trascrivo. Monica]

Roma, Luglio 2003

Miei carissimi amici,
in questa estate così calda, sono qui in anticipo sulla data che mi ero prefissata per il periodo di rientro, perché in Maggio è morta la mia mamma, o meglio, come dice papà, "non c'è più, qui".
Voglio ringraziare immensamente per tutte le dimostrazioni d'affetto che mi avete dato e tante, credetemi, mi hanno sorpresa, meravigliata, stupita, mi sono entrate nel profondo del cuore, perché, come dice Einstein: "Chi ha perso la capacità di stupirsi, è come se fosse morto. I suoi occhi sono spenti."
Voglio donare anche a voi quello che mia sorella ha letto, con coraggio, il giorno del funerale: "Cara mamma, così come hai vissuto, te ne sei andata, in silenzio, quasi in punta di piedi per paura di dare fastidio agli altri. Non c'è stato neppure il tempo di un saluto, di un abbraccio… Non sei mai stata di tante parole; quanti baci non dati, quante carezze mute sono rimaste in quelle mani, ma a noi andavi bene così. Una delle ultime tue frasi è stata: -Non ti preoccupare, perché non sai cosa ti aspetta dietro l'angolo!- Ora lo so: un vuoto indescrivibile, ma la certezza che sicuramente tu stai meglio lì. Dall'alto dei cieli perdonaci se, tante volte, non ti abbiamo trattata bene e guardaci con i tuoi occhi, come hai fatto sempre. Ora ti salutiamo e, come dicono gli scout, ti auguriamo buona strada!"
Ecco un pezzetto della mia storia che vi trasmetto. Ora mi succede di dirmi, tante volte: "E' solo nella stanza accanto!"
Grazie, grazie di cuore della vostra bontà e a sentirci o vederci presto!
Con tanta gratitudine

Suor Eugenia