Conflitti

La repressione del governo cinese avviene nell'indifferenza dei candidati premier

Il Tibet libero e le Olimpiadi

Sono stato un atleta per molto tempo. Ho indossato la maglia azzurra e, come tutti gli atleti degni di esser chiamati tali, ho sempre sognato le Olimpiadi. Ma ho un’altra idea di Olimpiadi.
17 marzo 2008

“Assegnando a Pechino i Giochi, aiuterete lo sviluppo dei Diritti Umani.” Con questa frase, che di fatto ammette le violazioni dei Diritti Umani, Kiu Jingming, vicepresidente del Comitato olimpico di Pechino, riuscì a convincere il CIO ad assegnare alla Cina i Giochi olimpici del 2008.
Ecco. In questi giorni in Tibet potete vedere come la Cina sta sviluppando i Diritti Umani.
Pellegrina in preghiera intorno al Sacro Monte Kailash


Pochi mesi fa il governo centrale, guidato da Hu Jintao, ex governatore del Tibet che represse nel sangue la rivolta dell’89, ha emanato una legge che consente alla polizia di incarcerare tutti i potenziali dissidenti per evitare brutte figure durante i Giochi. Altra mossa di valorizzazione dei Diritti Umani.
Così come valorizzazione dei Diritti Umani è reprimere nel sangue una rivolta pacifica. O assediare i monasteri dove si rifugiano i monaci. O sparare sulla folla che sfila pacificamente per le strade del Barkor.
Tutti i Paesi occidentali, Stati Uniti ed Europa in testa, si sono lanciati in mirabolanti dichiarazioni di gioia e felicità per l’indipendenza del Kosovo. Ma nessuno mai si pronuncia per l’indipendenza del Tibet. Addirittura in Italia nessun membro del Governo, né dello Stato, né della Chiesa, ha ricevuto il Dalai Lama in visita nel novembre scorso. Il Dalai Lama è venuto in Italia, ha fatto le sue conferenze, ha incontrato gli altri Nobel per la Pace, ha fatto le sue interviste ed è ripartito senza che nessuno lo ricevesse in via ufficiale. Come un “turista” qualsiasi…

Sono stato un atleta per molto tempo. Ho indossato la maglia azzurra e, come tutti gli atleti degni di esser chiamati tali, ho sempre sognato le Olimpiadi. Ma ho un’altra idea di Olimpiadi. Vorrei qui ricordare che nell’antica Grecia durante le Olimpiadi venivano sospese le guerre e che il Sudafrica non ha potuto partecipare ai Giochi fino a quando non ha abolito l’apartheid e che a Mosca ’80 gli Stati Uniti non parteciparono e l’Italia partecipò senza bandiera per protestare contro l’invasione sovietica dell’Afghanistan.
E oggi?
Oggi, non solo si da l’organizzazione dei Giochi al Paese che più in assoluto viola i Diritti Umani, ma nessuno si preoccupa di boicottarli se il governo di questo Paese reprime nel sangue una legittima e pacifica manifestazione di indipendenza di un paese occupato.
Non un solo Paese ha in mente di boicottare i Giochi. E in Italia gli unici partiti politici che si pronunciano in tal senso sono i leghisti che ne approfittano per rilanciare le loro idee di protezionismo economico e i Radicali che da sempre si battono per i Diritti Umani.
Gli altri? Tacciono. O fanno un timido rimprovero alla Cina per la repressione e si augurano che tutto si sistemi al più presto.
Mario Pescante, presidente del CONI, ha addirittura dichiarato che la sua preoccupazione per le Olimpiadi non è il Tibet ma i possibili attentati dei terroristi islamici…

Ci sono diverse manifestazioni davanti alle ambasciate cinesi di tutta Europa; ma, secondo me, non è lì che vanno fatte. Queste manifestazioni bisognerebbe farle davanti ai governi.
Io VOGLIO vedere il nostro governo e i nostri candidati premier fare qualcosa.
VOGLIO vedere i leader mondiali discutere dell’opportunità dei Giochi in Cina.
VOGLIO vedere il CIO discutere di una sede alternativa anche se in extremis.
VOGLIO sentire il CONI che si pronunci sul ritirare i nostri atleti, o quanto meno la nostra bandiera, dalle Olimpiadi.
Nel 2001 furono assegnati i Giochi a Pechino nella speranza che ciò contribuisse a far aprire la Cina al mondo, ed è solo boicottando i giochi che si può far capire alla Cina che per aprirsi al mondo non basta un’economia forte. Ci vuole anche il rispetto dei Diritti Umani.

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