Conflitti

Nessuna pace dopo l'indipendenza.

Il massacro del popolo del Sud Sudan in fuga da Pibor

Le violenze tra l'etnia Murle e i Lou Nuer continuano a mietere vittime tra i civili, ma i caschi blu dell'ONU e l'esercito pensano a proteggere i palazzi governativi.
12 gennaio 2012
Will Ross
Tradotto da Giuseppe Figliè per PeaceLink
Fonte: www.bbc.co.uk - 03 gennaio 2012

armed lou nuer youth in lik Centinaia di persone sono state massacrate dopo essere sfuggite ai
guerriglieri di un gruppo etnico rivale nel Sud Sudan, secondo quanto
riportato da numerose fonti.
John Boloch della Commissione per la Pace e la Riconciliazione del Sud
Sudan ha affermato che almeno 150 persone, in maggioranza donne e
bambini, sono stati uccise negli ultimi due giorni.
Un’altra donna ha ribadito alla BBC che venti suoi familiari sono
stati uccisi a colpi di arma da fuoco.
Parte dei 6,000 combattenti del gruppo etnico Lou Nuer hanno dato la
caccia a membri della comunità rivale dei Murle.
Questo è il più recente attacco di un ciclo di violenze che dura da
parecchi mesi – in uno scontro lo scorso anno sono state uccise circa
600 persone dell’etnia Lou Nuer.
I combattimenti sono iniziati a causa degli spostamenti del bestiame
ma sono andati subito fuori controllo aumentando vertiginosamente.
Le Nazioni Unite e l’esercito del Sud Sudan hanno inviato rinforzi
nella città di Pibor che è stata attaccata sabato scorso, ma le loro
unità sono sottodimensionate e c’è il rischio di favorire un’etnia
contro l'altra.

I politici incitano alla violenza 
Il corrispondente BBC per l’Africa dell’Est Will Ross afferma che
l’area è talmente remota, vasta e pericolosa che ci vorranno giorni
per avere un quadro completo dell’entità dei morti nello stato di
Jonglei nel Sud Sudan.
Circa 10,000 civili cacciati dalla regione non hanno nè aiuto nè
protezione.
Boloch della Comunità Murle afferma che le persone che hanno lasciato
Pibor sono state braccate ed uccise vicino al fiume Kengen, a sud est
della città.
“Bambini e donne sono state massacrati in quell’area – è successo ieri
2 Gennaio e le uccisioni sono andate avanti fino al 3” ha detto alla
Radio Cattolica del Sudan.
Ha accusato i politici locali di esasperare le vecchie rivalità per
propri fini e ha anche chiesto perchè i caschi blu dell’ONU e
l’esercito stiano proteggendo i palazzi governativi a Pibor, invece
che le persone.
“Se I politici non la smetteranno di incitare I civili … non ci sarà
pace nello stato di Jonglei”.
Ha affermato inoltre che parte di coloro che hanno partecipato agli
attacchi erano ragazzi.
Una donna in lacrime ha confidato alla BBC che sua madre le ha detto
che lunedì scorso venti dei suoi familiari sono stati uccisi a colpi
di arma da fuoco - tutti donne e bambini.

“Sono scappati da Pibor prima che arrivassero i guerriglieri. Si
stavano nascondendo in una località a circa tre ore di cammino dal
fiume Kengen”, ha proseguito.
“Non erano coinvolti nei primi attacchi contro i Lou Nuer – erano
innocenti. Alcuni di loro erano arrivati da altre parti del Sud Sudan
per il Natale.”

Alcuni fonti riportano che molte persone sono affogate nel fiume
mentre scappavano dalle aggressioni.
Il Sud Sudan è una delle regioni più povere del mondo – ha ottenuto
l’indipendenza dal Sudan a Luglio 2011 ed ha pochissime strade,
ferrovie, scuole o ospedali a seguito di due decenni di guerra, che lo
hanno lasciato solo pieno di armi.
Il presidente del Sud Sudan Salva Kiir ha chiesto all’etnia Lou Nuer
di fermare la loro avanzata e di rientrare nelle loro aree tradizionali.
Il governo ha confermato di voler dispiegare più truppe e circa 2000
poliziotti in più nella città di Pibor.
I guerriglieri dell’etnia Lou Nuer sono arrivati a Pibor sabato scorso
dopo aver marciato attraverso lo stato di Jonglei nelle recenti
settimane, dando fuoco alle abitazioni ed uccidendo il bestiame.
L’intera città di Lukangol è stata interamente bruciata la settimana
scorsa. Circa 20,000 civili sono riusciti a fuggire prima
dell’attacco, ma molti di loro sono stati uccisi in entrambe le etnie.
Il governatore dello stato di Jonglei e il vice presidente del Sud
Sudan hanno cercato di mediare con le etnie rivali.

L’ANALISI 

Will Ross, corrispondente per l’Africa dell’Est

Oggi è l’etnia Murle a versare molte lacrime. Ad agosto 2011, erano i
Lou Nuer a provare dolore quando 600 loro connazionali sono stati
uccisi, quasi 1000 feriti e circa 40,000 capi di bestiame sono stati
catturati dai Murle.
Le Nazioni Unite e l’esercito del Sud Sudan stanno fronteggiando le
critiche per non aver fatto abbastanza per proteggere i civili. Hanno
fatto veramente poco infatti, ad eccezione di proteggere i palazzi
governativi nel centro di Pibor e di raccomandare alla popolazione di
mettersi in fuga.
Anche se avessero avuto la capacità e la volontà di farlo, sarebbero
stati aspramente criticati dall’altra parte se si fossero intromessi.
Un gruppo che si fa chiamare Gioventù Lou Nuer ha affermato che non
avrebbe tollerato l’intervento del governo per proteggere la vita dei
civili Murle mentre i loro propri bambini erano in pericolo di
aggressione.
Ci vorranno giorni per avere un quadro completo del numero dei morti
ma ancora una volta è chiaro che la maggior parte delle vittime sono
donne e bambini – gli uomini si sono messi in fuga e si sono preparati
per un’altra battaglia.

Tradotto da Giuseppe Figliè per PeaceLink. Il testo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali citando la fonte (PeaceLink) e l'autore della traduzione.

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