Spionaggio C4i a Taranto
Leggiamo su "Rivista Militare" (edita dallo Stato Maggiore Esercito) n. 3 di Maggio/Giugno 2000, in un articolo sui sistemi C4I a cura del Brigadiere Generale Angelo Pacifici comandante operativo del raggruppamento C4 di Infrastruttura:
"… è un sistema informatico di comando, controllo e comunicazioni, informatico gestionale e/o informatico dedicato esclusivamente all’attività informativa (intelligence, spionaggio… n.d.r.) e che nella funzione C4 è il naturale supporto per la funzione C2 (Comando e controllo)…".
In poche parole, grazie alle alte tecnologie impiegate nel sistema C4I, utilizzando reti che viaggino sia su satelliti che su reti dedicate (Internet e/o INTRANET della Forza Armata in questione), permette la presenza virtuale in ogni punto operativo del C4I del Comando (che si chiami Pentagono, o comando Nato, o ecc…) e nel contempo di "processare" una infinità di informazioni provenienti dal campo operativo (di battaglia) o dall’acquisizione da opera di spionaggio di qualsiasi genere, politico, economico, personale, ecc.
Questi sistemi sono nell’attuale filosofia militare la chiave di volta per vincere le guerre future, consentendo allo Stato Maggiore l’accesso a tutte le informazioni utili in tempo reale e d’essere ovunque, raggiungendo e controllando sul campo di battaglia, purché connesso al sistema C4I, anche il singolo soldato.
Nel prossimo futuro, i sistemi C4I Avanzati controlleranno la flotta robotica che dovrà sostituire le troppo dispendiose flotte guidate da umani. Sono stati stanziati miliardi per la costruzione del primo prototipo di portaerei robot, che a sua volta potrà accogliere squadriglie d’aerei robotizzati, senza pilota. L’intento dichiarato dal Pentagono è creare una rete di navi robot collocate in punti caldi del mondo, in acque internazionali e capaci di colpire dove gli interessi USA siano in pericolo e senza richiedere aiuto ad alcuno e sottostare a mediazioni con gli alleati.
Leggiamo su "Rivista Aeronautica" 5/99 (periodico dell’Aeronautica Militare Italiana) che attualmente le Forze Armate Europee, carenti dei costosi sistemi C4I e per le iniziative multinazionali della CJTF (Task Force Comune), dovranno utilizzare (sotto controllo e supervisione USA) i sistemi C4I statunitensi. Questo è stato deciso nel Luglio ’97 a Madrid, in un vertice di capi di Stato e di governo - compreso il nostro - onde permettere che le iniziative a guida UEO non fossero una farsa e comunque ogni decisione politico-militare europea fosse sempre controllabile dal proprietario/appaltante dei sistemi C4I (il Pentagono).
Fanno bene pacifisti, antimilitaristi, Peacelink a preoccuparsi?
Che con il nodo C4I aumenti il peso della presenza militare della Marina USA, è sicuro, come anche attraverso di esso passeranno ordini ed informazioni di elevato carattere decisionale, sia in caso di pace che di guerra, sullo scacchiere Adriatico-Balcanico e del Mediterraneo Centroorientale. Se poi ipotetiche decisioni ed informazioni italiane e/europee, ma anche comunicazioni, passando per il nodo C4I di Taranto, saranno sotto l’occhio e l’orecchio indiscreto del Grande Fratello Americano, se è vero, sarà cosa poco piacevole ma… non è la pura realtà? Siamo pur sempre un Paese a sovranità limitata (come orgogliosamente afferma D’Alema nel suo libro sul Kosovo) e come tale dobbiamo sottostare a ciò che ci rifila il nostro padre-padrone: il Pentagono ed il mostruoso complesso militar-industriale che esso alimenta, compresa la minuscola Logicon Inc., di Arlington, installatrice del C4I di Taranto.
Antonio Camuso
Osservatorio sui Balcani di Brindisi
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