Ecodidattica

Il potere non vuole una documentazione storica pubblica che possa metterlo in discussione

Bisogno di un archivio storico

I trent'anni passati dall'inizio del fenomeno "ecologico" sono tanti: molte persone adulte e attive all'alba dell'ecologia sono ormai scomparse -- Valerio Giacomini, Giulio Maccacaro, Giuseppe Montalenti, Raffaello Misiti, Laura Conti, Antonio Cederna, per citarne solo alcuni -- e le loro biblioteche e carte sono in parte andate perdute, in parte sono disperse o difficilmente accessibili.
15 agosto 2016
Giorgio Nebbia

 

La precedente sommaria esposizione ha, spero, mostrato come l'"ecologia" rappresenti una vasta pagina dei movimenti di trasformazione e riforma della società contemporanea e come l'indagine storica, anche in questo caso, aiuti a comprendere molti fenomeni con cui dobbiamo confrontarci oggi e in futuro, nei paesi industrializzati e in quelli arretrati. Già i pochi cenni precedenti mostrano come la scrittura di una, o di più storie, dei vari movimenti ed eventi "ecologici" presuppone l'accesso a materiali molto diversi, in parte pubblicati in libri facilmente accessibili nelle biblioteche pubbliche, in parte ormai quasi irreperibili, e in parte contenuti in documenti, relazioni, articoli sepolti negli archivi o dispersi in innumerevoli giornali e riviste, in parte ormai perduti.

I trent'anni passati dall'inizio del fenomeno "ecologico" sono tanti: molte persone adulte e attive all'alba dell'ecologia sono ormai scomparse -- Valerio Giacomini, Giulio Maccacaro, Giuseppe Montalenti, Raffaello Misiti, Laura Conti, Antonio Cederna, per citarne solo alcuni -- e le loro biblioteche e carte sono in parte andate perdute, in parte sono disperse o difficilmente accessibili.

Lo stesso destino è riservato ai libri e alle carte di molte altre persone. Mentre il movimento di Liberazione e il movimento operaio hanno avuto cura di conservare i propri archivi e alcune fondazioni, come la Fondazione Feltrinelli a Milano, la Fondazione Micheletti a Brescia, hanno raccolto prezioso materiale su molti aspetti di tali lotte e, più in generale, della storia della società contemporanea, non esiste niente di simile per il movimento "ecologico", soprattutto per la parte relativa alla "contestazione ecologica".

Nelle stesse Università, che dovrebbero essere le sedi privilegiate per la conservazione della storia delle discipline, il succedersi dei docenti, con differenti interessi e anche modi di intendere le varie discipline, la mancanza di spazio e di persone, soprattutto giovani studiosi, che abbiano voglia di "perdere tempo" per mettere ordine nelle carte di docenti ormai scomparsi e quindi accademicamente "inutili", sta portando alla dispersione di molti archivi dei decenni passati.

Nel corso degli anni vari soggetti hanno mostrato interesse per la creazione di un archivio storico del movimento ecologico o ambientalista, ma spesso, dopo una temporanea breve passione -- in vista anche della possibile pubblicità che un assessore o un sindaco avrebbero potuto ricavarne -- tutto è caduto nel vuoto. Si ha l'impressione che il potere non voglia affatto che si crei un archivio storico che rappresenta un serbatoio di informazioni sulle proprie contraddizioni, una fonte da cui appaiano gli errori di previsione e di pianificazione dei fenomeni relativi al territorio, all'ambiente, all'energia, le promesse non mantenute, le menzogne. Penso, solo a titolo di esempio, alle viltà, contraddizioni e menzogne relative ai vari programmi nucleari ed energetici italiani.

Il potere non vuole una documentazione storica pubblica che possa metterlo in discussione e fa male perché uno scrutinio tecnico-scientifico retrospettivo aiuterebbe ad evitare futuri errori, e consentirebbe di identificare le azioni che potrebbero ridurre i danni ambientali, di organizzare meglio la difesa dell'ambiente, di riconoscere quali iniziative scientifiche sono utili, per esempio per localizzare le zone in cui hanno operato industrie inquinanti o in cui esistono aree contaminate da bonificare. Con ciò verrebbe dato anche un importante contributo alla storia industriale dell'Italia moderna e ne verrebbe uno stimolo per la crescita della cultura e dell'occupazione. Dovrebbe essere questo il fine di un potere che ipoteticamente operasse pro bono publico e non per eternare e legittimare se stesso.

Per quanto ne so neanche le principali grandi associazioni ambientaliste hanno un proprio archivio storico, se si eccettua forse quello che riguarda la parte burocratica, i verbali delle riunioni, eccetera, cioè la parte meno interessante ai fini della comprensione degli eventi ambientali e delle lotte popolari. La difficile realizzazione di un tale archivio è dovuta anche ad -- umanamente comprensibili -- gelosie e competizioni fra persone, gruppi e associazioni ambientalisti che di tale storia, o di sue parti, sono stati protagonisti.

Un archivio storico nazionale dell'ecologia e dell'ambiente: esso potrebbe essere utilmente affiancato, o preceduto, da un notiziario o una rivista -- non so quale nome potrebbe darsi, data la complessità dei problemi sopra elencati -- che ospiti i diversi aspetti delle, o almeno la bibliografia degli scritti sulle, molteplici "storie" qui considerate, che sono poi un'unica storia, quella dell'avventura umana sul pianeta Terra, con la sua grandezza e i suoi limiti.

* Professore emerito di Merceologia, Facoltà di Economia, Università di Bari

Note

(1) F. Scudo e J.R. Ziegler (a cura di), "The Golden Age of theoretical ecology: 1923-1949", Berlin, Springer, 1978; F. Scudo, "The 'Golden Age' of theoretical ecology. A conceptual appraisal", Rev.Europ.Etud.Social.22, 11-64 (1984)

(2) F.N. Egerton, "A bibliographical guide to the history of general ecology and population ecology", History of Science15, 189-215 (1977); F.N. Egerton, "The history of ecology. Achievements and opportunities", I. Journal of the History pf Biology16, 259-311 (1983); II. Journal of the History of Biology18, 103-143 (1985)

(3) S.E. Kingland, "Modeling nature. Episodes in the history of population ecology", Chicago, University of Chicago Press, 1985

(4) P. Acot, "Histoire de l'écologie", Paris, Press Universitaire de France, 1988; traduz.ital. "Storia dell'ecologia", Roma, Lucarini, 1989

(5) A. Bramwell, "Ecology in the 20th century. A history", New Haven, Yale University Press, 1989

(6) J.P. Deleage, "Histoire de l'écologie. Une science de l'homme et de la nature", Paris, La Decouverte, 1982; traduz.ital. "Storia dell'ecologia", Napoli, CUEN, 1994

(7) Cfr., fra l'altro, i volumi pubblicati nel 1976 dal Laboratorio di Ecologia dell'Università di Parma: "Gli insegnamenti di ecologia", Atti del Colloquio sull'insegnamento dell'ecologia nelle Università italiane", Parma, 1974; A. Moroni (a cura di), "L'insegnamento dell'ecologia nelle Università italiane", Parma, Studium Parmense, 1976

(8) S.P. Hays, "Conservation and the gospel of efficiency: the progressive conservation movement, 1890-1920", New York, 1959, ristampa, New York, 1972

(9) F. Graham Jr., "Man's dominion. The story of the conservation in America", New York, M. Evans, 1971

(10) D.H. Strong, "Dreamers and defenders. American conservationists", Lincoln, University of Nebraska Press, 1971

(11) M.L. Smith, "Pacific visions. California scientists and the environment, 1850-1915", New Haven, Yale University Press, 1987

(12) F. Graham Jr., "The Audubon Ark. A history of the National Audubon Society", New York, A.A.Knopf, 1990

(13) D.R. Weiner, "Models of nature. Ecology, conservation and cultural revolution in Soviet Russia", Bloomington, Indiana University Press, 1988

(14) J.K. Gerner e L. Lundgren, "Environmental problems of a planned economy: the Soviet debate on nature and society, 1960-1976", 1978

(15) W. Giuliano, "La prima isola dell'arcipelago. Pro Natura, quarant'anni di ambientalismo", Torino, Pro Natura, 1989

(16) L. Piccioni, "Il primo movimento italiano per la difesa della natura, 1883-1935", 1993, inedito. "Il volto amato della patria", tesi di perfezionamento in Storia contemporanea, Scuola Normale Superiore, Pisa, 1998

(17) E.H. Meyer, "I pionieri dell'ambiente", Milano, Carabà edizioni, 1995; anche: A. Poggio, "Ambientalismo", Milano, Editrice Bibliografica, 1996

(18) A. Bramwell, "Blood and soil", 1985; trad.ital. "Ecologia e società nella Germania nazista. Walter Darrè e il partito dei verdi di Hitler", Gardolo di Trento, Reverdito, 1988; si veda anche: A. D’Onofrio, "Ruralismo e storia nel terzo Reich", Napoli, Liguori Editore, 1997

(19) Cfr., per esempio, i saggi sull'ecologia apparsi nella rivista di destra Diorama letterario: M. Tarchi, "Falsa identità e nuove sintesi", Diorama letterario, n. 76, novembre 1984; i fascicoli monografici: "La sfida verde", Diorama letterario, n. 114, aprile 1988; "L'alternativa ecologica", Diorama letterario, n. 186, maggio-giugno 1995, con numerosi scritti, principalmente di Alain de Benoist; in tali scritti si cerca di mettere in evidenza il carattere "conservatore" e reazionario del movimento ecologico e dei verdi.

(20) D. Worster, "Nature's economy. A history of the subversive science", San Francisco, Sierra Club, 1977; poi: "Nature's economy. A history of ecological ideas", Cambridge, University Press, 1985

(21) J. Petulla, "American environmental history. The exploitation and conservation o natural resources", Merrill, 1977, 1988

(22) J. Petulla, "American environmentalism: values, tactics, priorities", College Station, Texas A&M University Press, 1980

(23) D. Worster, "The ends of the Earth. Perspectives in modern environmental history", Cambridge, University Press, 1988

(24) Per la Germania si vedano: F.J. Brueggemeier e T. Rommelspracher (a cura di), "Besiegte Natur. Geschichte der Umwelt in 19. und 20. Jahrhundert", Muenchen, Verlag Beck, 1989; R.H. Dominick, "The environmental movement in Germany. Prophets and pioneers, 1871-1971", Bloomington, Indiana Universiity Press, 1992

(25) D. Moreno, "Storia e archeologia forestale", Quaderni storici, n. 49 (1982) e n. 62 (1986)

(26) E. Sereni, "Storia del paesaggio agrario in Italia", Bari, Laterza, 1963

(27) L. Gambi, "Una geografia per la storia", 1961, Torino, Einaudi, 1973

(28) L. Gambi, "I valori storici dei quadri ambientali", in: "Storia d'Italia", I, "I caratteri originali", Torino, Einaudi, 1972

(29) A. Caracciolo, "L'ambiente come storia", Bologna, il Mulino, 1988

(30) A. Caracciolo e G.Bonacchi (a cura di), "Il declino degli elementi. Ambiente naturale e rigenerazione delle risorse nell'Europa moderna", Bologna, il Mulino, 1990

(31) Ancora fondamentale è: W.L. Thomas Jr. (a cura di), "Man's role in changing the face of the Earth", Chicago, University of Chicago Press, 1956, due volumi; recente ristampa. Ugualmente fondamentale è il libro di Clarence J. Glacken, "Traces on the Rhodian shore. Nature and culture in Western thought from ancient times to the end of the eighteenth century", Berkeley, University of California Press, 1967

(32) P. Fedeli, "La natura violata. Ecologia e mondo romano", Palermo, Sellerio, 1990

(33) K.W. Weeber, "Smog sull'Attica. I problemi ecologici dell'antichità", Milano, Garzanti, 1990

(34) A.P. Canellopulos, "Ecologia ed economia dell'ambiente nell'antica Grecia", Atene, Ekdotiki Estia, 1994

(35) R. Carson, "Silent spring", Boston, Houghton Mifflin, 1962, traduz.ital. "Primavera silenziosa", Milano, Feltrinelli, 1962

(36) F. Graham Jr., "Since 'Silent Spring'", Greenwhich (USA) Fawcett Crest/Houghton Mifflin, 1970

(37) P. Brooks, "The house of life. Rachel Carson at work", Boston, Houghton Mifflin, 1972; anche: G.J. Marco, R.M. Hollingworth e W. Durham, "’Silent Spring’ revisited", Washington, American Chemical Society, 1987

(38) Whorton, "Before 'Silent Spring'", 1974

(39) T.R. Dunlap, "DDT, Science, citizens and public policy", Princeton, 1980

(40) Per il Giappone, colpito dalla contaminazione radioattiva delle prime bombe atomiche e poi da numerosi drammatici inquinamenti industriali, fra cui quello del golfo di Minamata negli anni sessanta, si veda, fra l'altro: A. McKean, "Environmental protest and citizen partecipation in Japan", 1981

(41) In un articolo precedente (G. Nebbia, "Breve storia della contestazione ecologica", Quaderni di Storia ecologica (Milano), n. 4, 19-70 (giugno 1994)) sono stati ricordati alcuni eventi della lunga storia delle lotte ecologiche. Se ne possono citare alcuni qui, in un breve e parzialissimo elenco:

-- lotte contro i fanghi rossi della fabbrica di biossido di titanio di Scarlino della Montedison
-- lotte contro l'ACNA di Cengio (cfr. P.P. Poggio, "Una storia ad alto rischio", Torino, Abele, 1996)
-- lotte contro l'inquinamento delle fabbriche Enichem e Farmoplant a Massa-Carrara
-- lotte contro la fabbrica di cromati Stoppani a Cogoleto (Genova)
-- lotte contro le fabbriche di derivati del catrame e di piombo tetraetile di Fidenza
-- lotte contro le proposte di centrali nucleari del Mantovano, della Puglia, di Montalto di Castro
-- lotte contro l'impianto e deposito nucleare di Trisaia (Basilicata)
-- lotte contro inceneritori e discariche di rifiuti
-- lotte contro l'uso dei pesticidi
-- lotte contro la caccia, eccetera.
Un inventario di tali lotte rappresenterebbe già un indice di un libro sulla contestazione ecologica.

(42) S. Menichini (a cura di), "I verdi, chi sono, cosa vogliono", Roma, Savelli Gaumont, 1983

(43) "Le culture dei verdi. Per una analisi critica del pensiero ecologista", 1987

(44) R. Biorcio e G.Lodi (a cura di), "La sfida verde. Il movimento ecologista in Italia", Padova, Liviana, 1988

(45) M. Diani, "Isole nell'arcipelago. Il movimento ecologista in Italia", Bologna, il Mulino, 1988

(46) "Arcipelago verde", Legambiente e Panorama, allegato a Panorama del 5 luglio 1983

(47) W. Giuliano, "Le radici dei verdi", Pisa, 1991

(48) F. Giovannini (a cura di), "Le radici del verde. Saggi critici sul pensiero ecologista", Bari, Dedalo, 1991

(49) ISPES, "L'arcipelago verde. Geografia e prospettive dei movimenti ecologisti", Firenze, Vallecchi, 1991

(50) A. Farro, "La lente verde. Cultura politica e azioni ambientaliste", Milano, Franco Angeli, 1991.

(51) Emilio Gerelli, professore di Scienza delle finanze nell'Università di Pavia, è stato il primo a riconoscere che l'attenzione per l'ambiente era implicita nell'analisi dell'economia pubblica. A lui si devono molti interessanti libri.

(52) Alla crescita dell'attenzione, anche accademica, per l'"economia ambientale" ha contribuito, fra l'altro, il bel libro di J. Martinez-Alier, "Ecological economics", trad.ital. "Economia ecologica", Milano, Garzanti, che, per inciso, tratta non l'economia ecologica, qualunque cosa voglia dire questo nome, ma la storia della teoria del valore in unità fisiche. Ancora fondamentale il libro a cura di Gianni Cannata, "Saggi di economia dell’ambiente", Milano, Giuffrè, 1974.

(53) Cfr. per es.: A. Sansa, "I diritti dell'ambiente. Gli atteggiamenti della società e delle istituzioni", Bologna, Zanichelli, 1981

(54) Sarebbe utile anche ricostruire l'attenzione per le proteste ecologiche nei grandi giornali nazionali non di partito, come Il Corriere della SeraLa Stampail Giornola Repubblica, in relazione ai mutamenti della proprietà e dei direttori. Purtroppo sono andate in gran parte disperse le collezioni di rassegne stampa redatte da enti, associazioni imprenditoriali e ambientaliste, singole imprese, in genere con circolazione soltanto interna. Una analisi degli articoli di argomento ambientale apparsi in alcuni giornali italiani, limitatamente al periodo dal luglio 1987 al giugno 1988, è stata fatta da C. Ravaioli e E. Tiezzi, "Bugie, silenzi e grida", Milano, Garzanti, 1989, ma si tratta di una fonte ancora limitata per una storia degli intrecci fra stampa, inquinatori e pubblico.

(55) M. Gerstenfeld, "Ambiente e confusione. Segnali per il futuro", Milano, Sperling & Kupfer, 1993

(56) P.Schmidt di Friedberg, "I limiti dell'ecologismo. Il primate tecnologico nella giungla post-industriale", Milano, Guerini, 1992

(57) L. Caglioti, "Madre natura, anzi matrigna", Milano, Sperling & Kupfer, 1993

(58) Fra gli altri si veda il "manifesto di Heidelberg", apparso nell'aprile 1992, alla vigilia della Conferenza di Rio de Janeiro, firmato da più di duecento personalità scientifiche, fra cui figura, lo noto con dolore, Linus Pauling.

(59) Per una illuminante raccolta di pensieri sulla ‘ecologia dei padroni’ si veda: S. Schmidheiny, "Cambiare rotta", Bologna, il Mulino, 1992

(60) La prima devastante operazione è stata rappresentata dalla richiesta, e concessione, di una "leggina" che avrebbe dovuto assicurare un contributo finanziario per la sopravvivenza di Italia Nostra, agli inizi degli anni ottanta. L'associazione chiedeva un contributo "dallo stato", ma tale contributo fu concesso "dal governo", e in particolare dal Ministero dell'ambiente, e dal quel momento ci fu l'assalto alla richiesta da parte di, e la concessione di soldi a, tante altre associazioni che non potevano garantirsi l'indipendenza con quote dei soci e che gradualmente si sono trasformate in una specie di "parastato".

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