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Libri di plastica per salvare le foreste

Mentre il saggio ecologista di Al Gore «An Inconvenient Truth» scala le classifiche Usa, le grandi case editrici americane scoprono finalmente la carta riciclata. Ma intanto si affacciano sul mercato nuovi materiali sintetici
10 agosto 2006
Fonte: www.ilmanifesto.it
9.08.06


Dopo essere stato un documentario di successo, favorevolmente accolto all'ultima edizione del Sundance Film Festival, An Inconvenient Truth, veemente requisitoria dell'ex vicepresidente statunitense Al Gore contro gli sprechi energetici e i rischi globali che ne derivano, è diventato - come spesso succede in questi casi - anche un libro, che ha rapidamente scalato le classifiche americane, piazzandosi, con le sue duecentomila e passa copie vendute, al secondo posto dei bestsellers Usa. Pubblicato da Rodale, gigante editoriale nel campo della salute e del giardinaggio, il libro non si propone come un capolavoro letterario - «essenzialmente una presentazione PowerPoint su carta», lo definisce Rachel Donadio sul New York Times - ma ha (e non potrebbe essere altrimenti) tutte le carte in regole dal punto di vista ecologico: non solo è stato stampato su carta riciclata, ma si vanta anche di essere «carbon neutral», in grado cioè di neutralizzare per intero i diossidi di carbonio generati nelle varie fasi della sua pubblicazione. Gli sforzi di Gore per una industria editoriale più «verde» non sono, per fortuna, isolati: nelle ultime settimane il colosso Random House, che acquista ogni anno circa centoventimila tonnellate di carta per le sue numerose sigle e sottosigle, ha annunciato un piano quadriennale per aumentare il suo uso di carta riciclata. E diverse case editrici, fra cui Chronicle Books e alcune fra le più importanti university presses, hanno firmato un accordo che va nello stesso senso, allo scopo di abbattere i costi grazie ad acquisti comuni. Da parte loro, scrittrici famose come Alice Munro o Barbara Kingsolver hanno fatto pressione presso i loro editori in favore dell'uso di carta almeno parzialmente riciclata. Ma, nota ancora Rachel Donadio, si fa strada anche un'altra ipotesi per limitare la strage di alberi abbattuti ogni anno al fine di riempire di volumi (per lo più inutili e quasi sempre effimeri) gli scaffali delle librerie: il libro di plastica. Profeti di questa alternativa sono l'architetto americano William McDonough e il chimico tedesco Michael Braungart, autori qualche anno fa di un saggio, Cradle to Cradle, pubblicato un po' in sordina anche in Italia nel 2004 da Blu con il titolo Dalla culla alla culla.

Realizzato (nell'edizione inglese) in materiale plastico, il libro, manifesto della «eco-efficacia», ha raggiunto adesso le centomila copie. E gli autori, convinti che il presente e il futuro siano della plastica, ben più che della carta, stanno mettendo a punto un nuovo volume, per il quale stanno sperimentando un materiale sintetico dalle qualità «sorprendenti». «Il pianeta - ha dichiarato McDonough - è sommerso dalla plastica. E allora perché non usarla?».

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