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Rigassificatore a Rovigo, oggi si stacca l'assegno

A Palazzo Celio i vertici della Adriatic Lng e Consvipo sottoscriveranno l'intesa di indennizzo di 12 milioni di euro. Il terminal arriverà a Porto Levante quest'estate
20 febbraio 2008
Nicola Chiarini
Fonte: Corriere del Veneto

- ROVIGO - Una firma che coincide con una certezza: nulla potrà più fermare Adriatic Lng, Edison nella costruzione del discusso rigassificatore al largo di Porto Levante. Questa mattina a Palazzo Celio i vertici della società energetica sottoscriveranno l'intesa con il Consvipo, come rappresentante del mondo economico e istituzionale del Polesine, e staccheranno l'assegnone di 12 milioni di euro quale contributo per i disagi collegati all'insediamento dell'opera.

«Obiettivo dell'intesa - dice il sottosegretario dello Sviluppo economico Marco Stradiotto — è la realizzazione di un'opera strategica per l'approvvigionamento del gas in Italia che, a regime, coprirà il 10% circa della domanda nazionale di gas annuale. Il confronto e la collaborazione fattiva con il territorio, nella veste della Provincia, porterà allo sviluppo del territorio e a benefici in termini economici».

In realtà, l'accordo per la realizzazione del rigassificatore off shore a basso impatto ambientale al largo della costa, ha diviso le rappresentanze sociali, con i sindacati confederali e Confindustria che avrebbero preferito l'inserimento di più clausole sociali e meno soldi a Comuni ed enti.

Discussioni che animano il confronto locale ma che non paiono interessare a Adriatic, Edison. Abbattuto l'ultimo ostacolo, infatti, la controllata di Foro Bonaparte intende accelerare i tempi nella realizzazione dell'opera, ormai a uno stadio particolarmente avanzato nei cantieri di Campamento, sulla baia di Algeciras in Spagna.

Una volta ultimato, il blocco di cemento armato verrà trascinato via mare fino a Porto Levante con un viaggio che, secondo i tecnici della società, richiederà almeno ventidue giorni di navigazione. La struttura verrà piazzata a 15 chilometri dalla costa del Delta del Po e ancorata a fondali con 350mila tonnellate di zavorra. Il terminale sarà alto 47 metri, largo 88 e lungo 180 e ospiterà due serbatoi che, costruiti in Corea del Sud, potranno ospitare complessivamente 250mila metri cubi di gas naturale liquefatto a -162 gradi. Una volta rigassificato il combustibile verrà immesso nei metanodotti.

La prima conduttura, che collegherà la piattaforma alla terra ferma, richiederà la posa di 15 chilometri di tubi del diametro di 76 centimetri e proseguirà per altri 25 fino alla centralina di misurazione, costruita a Cavarzere nel veneziano. Da lì partirà il secondo tracciato che, attraversando per 84 chilometri la pianura Padana, arriverà fino al campo di raccolta di Minerbio, presso Bologna. Questa parte di metanodotto è attualmente in costruzione e, va detto, non sono mancati i problemi. Il Tribunale di Rovigo, infatti, ha chiesto il sequestro di una porzione di cantieri, dopo che un ex dipendente di un'azienda affidataria dei lavori aveva denunciato rischi per la sicurezza, fatto che ha spinto l'autorità giudiziaria a volere vederci chiaro.

I comitati ambientalisti, per parte propria, non si sono ancora rassegnati a deporre l'ascia di guerra e, anzi, continuano a organizzarsi nella speranza di ottenere un'inversione di tendenza in extremis. Proprio per questo, hanno iniziato a tenere ogni martedì una trasmissione radiofonica su Radio Diva, piccola emittente radiofonica del Delta.

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