L'Isde ancora sul progetto Moniter
Un nuovo comunicato, più dettagliato, dell'Isde Italia sul progetto Moniter.
Come nel precedente comunicato del 3 dicembre, l'Isde ribadisce che:"Dal momento che le evidenze che più si sono accumulate circa l’impatto sulla salute degli inceneritori riguardano proprio patologie rare come (...) i linfomi non Hodgkin e i sarcomi dei tessuti molli, ci appare incongruente il giudizio “complessivamente rassicurante” circa gli effetti a lungo termine degli inceneritori sulla salute delle popolazioni direttamente esposte (che rappresentano comunque una frazione minima degli esposti alle emissioni tossiche degli impianti).
Ulteriori dettagli sono addotti nel comunicato che si allega, anticipando qualche aspetto saliente: aver considerato ambiti territoriali ridotti (4 Km dagli impianti) rispetto a quelli presi in esame da altri importanti studi riportati in letteratura, in cui le indagini sono estese anche oltre i 10 km; non aver tenuto in debito conto sia precedenti esperienze che gli stessi risultati emersi nelle indagini ambientali di Moniter, che evidenziavano, in prossimità dell’inceneritore, accumuli significativi - in specifiche matrici - di metalli pesanti particolarmente pericolosi per la salute, quali il cadmio e il piombo, e non aver analizzato – sulle medesime matrici – eventuali accumuli di mercurio, i cui effetti tossici sono ben noti in particolare sullo sviluppo neuropsichico dei bambini (al pari del piombo); aver effettuato un dosaggio inadeguato di diossine e PCB, di cui sono state esaminate solo le concentrazioni atmosferiche, senza alcuna indagine sul loro accumulo nelle matrici biologiche in cui maggiormente si concentrano e che costituiscono di gran lunga il maggior veicolo di esposizione umana attraverso l’alimentazione.
Concludendo, l'Isde cita gli stessi autori del Moniter, che si dicono “d’accordo con le conclusioni della conferenza OMS Europa sullo smaltimento dei rifiuti (Roma 2007), (…) la segnalazione di effetti avversi nella vicinanza di discariche ed inceneritori dovrebbe ispirare a un approccio di precauzione a proposito della creazione di nuovi impianti” , tenuto conto che “la mancata dimostrazione di effetti a lungo termine non significa dimostrazione di rischio zero” e che
“siamo in presenza di altri fattori di pressione ambientale sulla popolazione”, trovandoci all’interno della Pianura Padana, uno dei territori più inquinati del pianeta".
Un principio di precauzione che dovrebbe essere applicato con cognizione di causa.
Allegati
Comunicato Isde Moniter 23 gennaio 2012
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