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Quando la mucca da mungere si ribella

Uno dei maggiori disastri ambientali della storia: il caso Chevron-Texaco in Ecuador

L'Ecuador sta raccogliendo la documentazione da presentare alla fine dell'anno davanti alla Corte dell'Aia. È stato stabilito il danno al delicato ecosistema amazzonico a cominciare dallo sversamento di 680.000 barili di greggio nei fiumi, flora e fauna delle province amazzoniche. Lo sfruttamento di questi pozzi è stato effettuato senza alcuna protezione nei riguardi dell'ambiente circostante. La popolazione delle province di Orellana e Sucumbios ha una percentuale di malati di cancro tre volte superiore agli abitanti del resto del paese. Ci sono più di 80.000 analisi che rilevano l'esistenza di prodotti tossici nel suolo e nell'acqua risultanti dalla contaminazione di acqua tossica proveniente dall'estrazione del petrolio.
9 ottobre 2013
Luis Padilla en Mié
Tradotto da Beatrice Ruscio per PeaceLink
Fonte: Agencia Publica de Noticias de Ecuador y Suramérica - 25 settembre 2013

L'inquinamento lascia ancora le sue tracce nella giungla e nelle province di Sucumbios e Orellana / Foto: Andes

L'Ecuador sta raccogliendo la documentazione da presentare alla fine dell'anno davanti alla Corte dell'Aia relativamente al danno alle comunità amazzoniche, provocato dalla condotta negligente durante i 26 anni di operatività della Chevron-Texaco, che tra il 1964 e il 1990 ha sfruttato l'88% della produzione petrolifera dell'Ecuador.

È stato stabilito il danno al delicato ecosistema amazzonico a cominciare dallo sversamento di 680.000 barili di greggio nei fiumi, flora e fauna delle province amazzoniche di Orellana e Sucumbios. Lo stesso rappresentante legale della Texaco,  Rodrigo Pérez Pallares, ha ammesso che la sua compagnia ha versato 15.834 milioni di galloni di acqua tossica, altamente cancerogena.

Inoltre, in quel lasso di tempo furono bruciati 235.000 milioni di piedi cubi di gas nell'aria. Il presidente Rafael Correa ha dichiarato che questo disastro supera di 85 volte la fuoriuscita di petrolio della British Petroleum nel Golfo del Messico e 18 volte il disastro della Exxon Valdez, nelle coste dell'Alaska.

La agenzia Andes richiese informazioni pubbliche riguardo le conseguenze di questa operazione sulla vita di circa 30.000 cittadini amazzonici ammalati – molti sono membri di comunità ancestrali minoritarie – ma anche riguardo al danno al terreno e alle acque di queste zone del nord dell'Ecuador amazzonico.

Rimane difficile conoscere il numero di pozzi che la Texaco ha costruito nella zona dal 1972, quando cominciò la produzione petrolifera in grande scala di Lago Agrio (Sucumbios) perchè molti di essi furono ricoperti e nascosti dalla multinazionale.

Attualmente, le persone continuano a trovare pozzi dai quali ancora scaturisce petrolio. Tuttavia, la cifra ufficiale di cui si parla è quella che ha stabilito la Corte di Sucumbios, di 356 pozzi, con le loro relative piscine, fino ad arrivare a 820 buche.

Chevron-Texaco e la negligenza: avevano le tecnologie per evitare il disastro

Lo sfruttamento di questi pozzi è stato effettuato senza alcuna protezione nei riguardi dell'ambiente circostante. Quello che risulta più scandaloso è che la Texaco era in possesso della tecnologia in grado di proteggere i terreni che si trovavano sotto le piscine di greggio. Non utilizzarla è stato un atto di negligenza che ha messo l'interesse economico al di sopra della sicurezza umana e la sensibile biodiversità della giungla.

Questa stessa tecnologia fu usata dalla Texaco per l'estrazione di petrolio negli Stati Uniti, tuttavia, in Ecuador non ne fu utilizzata nessuna.

Negli Stati Uniti, dall'epoca in cui la Texaco iniziò ad estrarre il greggio ecuadoriano, reimmetteva l'acqua di formazione nel sottosuolo. La modalità consisteva nel collocare una spessa membrana (brevettata dalla multinazionale) capace di reggere grandi pesi, umidità, calore e evitare infiltrazioni sotto le piscine. Cuando terminava l'estrazione, si rimuoveva il pozzo e si restituiva l'acqua tossica al sottosuolo nello stesso posto dove originariamente c'era il petrolio.

In Ecuador è successo tutto il contrario: non si reiniettarono le acque tossiche nel terreno. Quello che fecero fu mettere tubi di evacuazione affinchè le piscine piene di acque tossiche non si riempissero. Così, anche quando la pioggia aumentava il volume del liquido nelle piscine, venivano drenati con i rifiuti tossici verso i fiumi e paludi confinanti.

Inoltre, in Ecuador non furono installate membrane di protezione nelle piscine. In questo modo le acque tossiche filtrarono fino ai livelli sotteranei dove hanno contaminato l'acqua destinata al consumo umano.

Gli abitanti di Lago Agrio ricordano che la Texaco gettava il greggio nelle strade di terra che portavano ai pozzi per evitare che si alzasse la polvere quando circolavano i camion.

I drammatici effetti dell'inquinamento continuano

Gli ultimi dati del Censimento della Popolazione e Abitazioni, realizzato in Ecuador nel 2010, hanno rivelato che a Orellana e Sucumbios il 47% della popolazione si serve dell'acqua dei fiumi, fossati, sorgenti (16%) e pozzi (31%). Si stima che 30.000 persone hanno subito danni alla salute per  l'inquinamento causato dalla Chevron-Texaco.

La popolazione delle province di Orellana e Sucumbios ha una percentuale di malati di cancro tre volte superiore agli abitanti del resto del paese.

Nella zona colpita, la percentuale è ancora maggiore; la proporzione è di 6 a 1, secondo uno studio effettuato nel 2008 da Carlos Martín Beristain, Itziar Fernández e Darío Paéz.

Secondo il Registro Nazionale dei Tumori, esiste un incremento progressivo di casi di cancro dei residenti delle province di Orellana e Sucumbios.

I casi di leucemia in bambini da 0 a 4 anni sono tre volte più numerosi in questa zona che nel resto del paese, secondo quanto ha pubblicato la Fondazione Regionale dell'Assessorato ai Diritti Umani.

La Chevron disse che avrebbe pulito le piscine, che avrebbe preso il petrolio e lasciato l'ambiente sano, cosa che non ha mai fatto. È intervenuta solo in 157 buche, con una impresa che si incaricò di riempirle con bastoni, terra e perfino con cemento. Il petrolio continua a fuoriuscire da queste piscine e ad infiltrarsi nelle fonti di acqua sotterranee che vengono usate per il consumo umano.

Ci sono più di 80.000 analisi che rilevano l'esistenza di prodotti tossici nel suolo e nell'acqua risultanti dalla contaminazione di acqua tossica proveniente dall'estrazione del petrolio.

Una relazione del 2008 dell'Istituto di Investigazione della Facoltà di Giurisprudenza dell'Università Cattolica di Guayaquil afferma che le donne che bevono acqua a meno di 200 metri dalle installazioni petrolifere hanno il 147% in più di aborti di quelle che vivono dove non c'è contaminazione.

Nella zona colpita, il 30% dei bambini soffre di anemia. Negli adulti questa cifra è del 50% ed è più frequente negli uomini di più di 30 anni che lavoravano nelle attività di purificazione del greggio.

Il 70% della popolazione che purificava il greggio ha riportato problemi alla pelle, problemi neurologici, intossicazioni respiratorie, problemi di stomaco, articolari e malesseri generali.

Il 49% delle famiglie che vivono vicino alle installazioni petrolifere hanno dichiarato di aver sofferto di un qualche tipo di malattia a causa di bagni in acque contaminate, intossicazioni da gas, cadute in piscine piene di greggio, bruciature da prodotti del petrolio, contatto con sostanze chimiche, esplosione di pozzi, rottura di oleodotti, consumo di alimenti intossicati.

Le malattie più comuni sono: piodermiti (50,5%), micosi (46,6%), cefalee (17,8%), problemi respiratori (16,4%), reazioni allergiche (5,5%), dermatiti e problemi renali (2,7%).

La povertà associata alla negligenza della Chevron-Texaco

Il 94% dei contadini intervistati nel 2008 dalla Università Cattolica di Guayaquil, ha subito la perdita di animali, a causa della contaminazione lasciata dalla Chevron-Texaco.

Ogni famiglia ha riportato in quell'anno una perdita media di 8 mucche, 5 maiali, 2 cavalli, 43 galline. Gli animali muoiono per aver bevuto acqua con greggio, per essere caduti nelle piscine o asfissiati dal gas. Tuttavia, una percentuale della popolazione consuma questi animali morti, li vendono o li regalano affinchè possano essere consumati.

La principale causa di morte è il cancro. Una farmacia di lago Agrio ha confermato che in un mese si vendono 2.000 dollari in medicine per curare questo male.

Il 32% del totale delle morti nelle zone colpite dal cancro, 3 volte in più della media nazionale delle morti per cancro (12%) in Ecuador e fino a 4-5 volte superiore a Orellana (7.9%) e Sucumbios (5.6%). Il tasso di mortalità per cancro della popolazione studiata viene quantificata in 13.6/10.000 abitanti, il doppio che nella sierra, il triplo della costa e 6 volte superiore a quello delle province amazzoniche.

La maggiore incidenza riguarda il cancro allo stomaco, leucemia, fegato, intestino, utero e ossa. La popolazione, impoverita, mantiene un livello del 19% di diagnosi tardive o non adeguate.

Tradotto da Beatrice Ruscio per PeaceLink. Il testo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali citando la fonte (PeaceLink) e l'autore della traduzione.
N.d.T.: Titolo originale: "La incómoda verdad de Chevron-Texaco en Ecuador"

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