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Una panoramica sull'inquinamento

L'ambiente in Italia e le procedure d'infrazione

Quasi il 30 per cento delle procedure contro l'Italia riguarda rifiuti, discariche abusive, acque, rifiuti elettronici, danno ambientale e ora l'Ilva
30 ottobre 2013

Rifiuti tossici interrati. Vigili del Fuoco e tecnici Arpa nel Casertano (foto Ansa)

Lo scorso 11 settembre, il Parlamento ha ascoltato i Ministri degli Affari europei e dell’Ambiente (Enzo Moavero Milanesi e Andrea Orlando) sullo stato delle procedure di infrazione europee in materia ambientale. L’audizione davanti alle due  Commissioni riunite “Ambiente” e “Politiche dell’Unione Europea” è proseguita il 24 settembre con il Ministro Moavero Milanesi.

Audizione integrale dell'11 settembre 2013:

http://www.radioradicale.it/scheda/389733/commissione-ambiente-territorio-e-lavori-pubblici-e-politiche-dellunione-europea-della-camera

Proseguimento audizione (24 settembre 2013): http://www.radioradicale.it/scheda/390912/commissioni-ambiente-territorio-e-lavori-pubblici-e-politiche-dellunione-europea-della-camera

LA SINTESI DEL MINISTRO PER GLI AFFARI EUROPEI

Per ammissione del Ministro Moavero Milanesi – che pure sottolinea l’impegno del Ministro per l’Ambiente - il quadro è desolante. Le fasi pre-contenziose sfociano spesso in procedure formali di infrazione, e quindi in un Parere motivato della Commissione Europea circa gli adempimenti cui è tenuto lo Stato. Quest'ultimo, non conformandosi, rischia il deferimento alla Corte di Giustizia Europea e pesanti sanzioni. Alla data dell’audizione c’erano 62 casi pre-contenziosi (EU Pilot) in corso e 106 procedure d'infrazione aperte. Di queste, 29 riguardavano l’ambiente (quasi il 30 per cento): 22 per violazioni di Direttive europee e 7 per mancati recepimenti nell’ordinamento italiano (se ne veda la sintesi nell'apposita scheda).

Per il Ministro, la protezione dell'ambiente è da considerare un investimento, esprime la convinzione che vadano sfruttate al meglio le potenzialità offerte dai fondi strutturali europei e che il Parlamento - ascoltando a questo scopo i Ministri prima e dopo i Consigli europei - possa seguire con maggiore protagonismo “la fase ascendente” di formazione delle direttive (che può durare anche 5 anni). Osserva anche che le petizioni, le denunce e gli esposti che i cittadini italiani fanno pervenire alle istituzioni europee in numero sempre crescente, dipendono anche dal fatto che “I meccanismi di tutela giudiziaria dei diritti legati agli interessi collettivi in materia ambientale nel nostro paese hanno … per così dire, ancora ampi margini di miglioramento”. Nella successiva seduta del 24 settembre, il Ministro ha poi precisato che denunce ed esposti sono la causa più consistente di avvio delle procedure d’infrazione, ma che un aumento della sensibilità dei cittadini è da considerare un dato positivo.  

IL MINISTRO PER L’AMBIENTE (SU DISCARICHE E RIFIUTI)

Audizione del Ministro per l'Ambiente Orlando sulle procedure d'infrazione

Nella prima audizione (11 settembre), il Ministro Orlando ha descritto lo stato delle    procedure d'infrazione elencate da Moavero Milanesi, denunciando come uno spinoso ostacolo l'accavallarsi delle competenze: 17 inadempimenti sono riconducibili allo Stato, 12 a responsabilità anche delle Regioni e in alcuni casi gli adempimenti tardano a causa di approcci divergenti tra Ministeri  (accade sui temi legati allo sviluppo).  Con due leggi (una di delega al governo e una dette europea, contenente norme correttive) nel luglio 2013 si è fatto fronte a 4 procedure per mancato recepimento di norme europee e a 9 per loro violazione. Di altre 4 procedure il Ministro Orlando sottolinea l'imminente esito positivo. Restano 9 procedure, che incrociano le principali criticità ambientali in Italia. 

Anche la procedura per la non corretta attuazione della direttiva sul risarcimento del danno ambientale dovrebbe rientrare grazie alle norme correttive (Ndr.: il Ministro Moavero ha precisato che si stanno per adottare ulteriori norme - CFR. NOTE).

Il Ministro Orlando si sofferma sulle discariche illegali (sarebbero 218, di cui 16 di rifiuti pericolosi) e sulle sanzioni già proposte all'avvio della procedura presso la Corte di Giustizia: oltre 61 milioni di euro, a cui va aggiunta un’indennità di mora di oltre 256.000 euro giornaliere. Ma l’emergenza più complessa è quella dei rifiuti in Campania: nel 2010 la Corte di Giustizia condannò l'Italia, ma quegli obblighi non sono stati ancora rispettati. Ne è conseguita una multa di 34 milioni di euro, a cui si aggiunge una penalità di quasi 94 milioni di euro ogni anno. Il  Ministro spiega che il 18 giugno scorso, nel suo incontro con il Commissario europeo per l’Ambiente Potocnik, ha ottenuto che le sanzioni si possano applicare in misura proporzionalmente ridotta in parallelo con l’adempimento progressivo degli obblighi. Replicando quindi ad alcune osservazioni, si dichiara disponibile a considerare soluzioni alternative alla costruzione del termovalorizzatore di Giugliano, purché chi le presenta si assuma l’onere di farlo sulla base di un valido supporto tecnico e scientifico e consideri  che la presenza delle eco-balle (6 milioni di tonnellate) richiede interventi sul posto. Concorda poi pienamente sulla introduzione di appositi reati per contrastare gli incendi di pneumatici e di altri rifiuti tossici (comportamenti gravemente diffusi nella cosiddetta Terra dei Fuochi).

IL CASO "ILVA DI TARANTO" NON INTERESSA ?  

Taranto. Colline di particolato di ferro e carbone nell'area dell'Ilva, a pochi metri dalle case

Quando  accenna alle procedure da prevenire - inquinamento da polveri Pm10 e vicenda Ilva di Taranto - a proposito di quest'ultima il Ministro per l'Ambiente preannuncia che dopo gli interventi dei parlamentari "la discussione potrà consentirgli di approfondire questioni che hanno una scottante e rilevante attualità politica". Sottolinea intanto l'importanza della piena attuazione del principio "chi inquina paga" e che "deve esserci il più scrupoloso e forte attivismo dello stesso Ministero dell'Ambiente per far sì che nella propria produzione normativa il principio sia rispettato e che le autorità amministrative lo rispettino nel modo più ferreo". Secondo il Ministro, questioni come quelle dell'Ilva "non si configurano come un adempimento semplicemente burocratico o una ricerca di conformità normativa, ma spesso come battaglie, sfide ambientali che il paese può vincere".

La sorpresa però è che nessuno tra i deputati presenti (e tra i dieci intervenuti) sfiora l'argomento: nessuna osservazione o curiosità per la posizione dell'Europa su questioni che toccano la sua più grande acciaieria, sulle novità che riguardano migliaia di operai, di ammalati e 50 indagati - di cui alcuni arrestati come il presidente e un assessore della Provincia di Taranto - e almeno tre filoni di indagini (per disastro doloso, omicidio, avvelenamento di alimenti, corruzione, associazione a delinquere). Nessun interesse per un caso che ha visto Governo e Parlamento intervenire tre volte, dopo anni di indifferenza, con leggi speciali parallele alle indagini penali. Di conseguenza, il Ministro non dovrà approfondire nulla ... C’è da interrogarsi sulle ragioni di questa singolare rimozione che vede un patto quasi unanime tra i parlamentari per rifuggire dai propri compiti riguardo al caso Taranto (nella certezza che nessun collega avanzerà fastidiose critiche).

LE POPOLAZIONI PROTAGONISTE

Cittadini e leggi

I disegni di legge approvati il 20 settembre non sono facili da reperire (neanche sul sul sito www.governo.it). A distanza di un mese manca quindi un dibattito pubblico su quelle proposte, non rintracciabili sui siti web (neanche del Ministero dell’Ambiente e del Dip.to per le Politiche europee). In Italia il tema dell'informazione e del rapporto con i cittadini continuerà ad essere critico a lungo.

Chi conosce Taranto o non vuole guardare altrove, assiste  all’avvelenamento   di un territorio di cui, nelle relazioni che accompagnano i disegni di legge, si parla come fosse disabitato; è un avvelenamento che continua, con la dolorosissima "complicità" di chi oramai sa quanti pericoli corre la sua salute, se lavora in acciaieria, e quella dei suoi famigliari che le abitano accanto. L'accettazione della violenza e dello sfruttamento pensata come ineluttabile è il cuore di un sistema che accompagna tenacemente gli interessi di pochi, nel disprezzo delle esistenze di molti. Queste esperienze, legate a un lungo passato di silenzio, approfondiscono la solitudine delle popolazioni; ora però le stanno spingendo a strappare il proprio destino dalle mani di un ceto politico custode soprattutto del proprio DNA per autorigenerarsi, immutabile; le stanno legittimando a rappresentare da protagoniste gli interessi dei loro territori anche nei rapporti con le istituzioni (le volte in cui queste non sfuggono ai loro compiti).

Un problema fortemente sentito si lega alla scarsa presenza di persone libere nelle formazioni politiche e nelle istituzioni. Un episodio recente condensa queste testimonianze di asservimento: dovrebbe essere impensabile che i rappresentanti di un Paese, in una Commissione parlamentare europea, possano allontanarsi quando una cittadina si rivolge a quella istituzione con commozione e speranza, dopo aver portato nuove prove di un terribile disastro ambientale e sanitario. E' accaduto il 17 ottobre scorso nella Commissione Petizioni (che ha proprio il compito di esaminarle): gli euro-parlamentari italiani - a dispetto dell’apprezzamento per l'attenzione dei cittadini dichiarato dal Ministro per gli Affari Europei - si sono incredibilmente rifiutati di ascoltare una cittadina di Taranto.

Note: Le leggi approvate a luglio 2012:
http://www.camera.it/leg17/465?tema=897&Legge+europea+2013+e+legge+di+delegazione+europea+2013

NUOVE NORME SUL DANNO AMBIENTALE.
Da un comunicato del Governo del 20 settembre, si apprende che stanno per essere adottate nuove norme in materia di risarcimento del danno ambientale:
http://www.governo.it/Governo/ConsiglioMinistri/dettaglio.asp?d=72959)

L'elenco delle procedure d'infrazione aggiornato alla data di visita del sito (per le procedure trattate nell'articolo, cfr. invece i documenti allegati):
http://eurinfra.politichecomunitarie.it/ElencoAreaLibera.aspx

L'emergenza rifiuti e il deferimento dell'Italia alla Corte di Giustizia Europea:
http://www.lafragolanapoli.it/giornale/?p=32089

Aperta la procedura sul caso Ilva di Taranto:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/09/26/ilva-procedura-di-infrazione-ue-contro-litalia-violate-norme-su-emissioni-industriali/723980/

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