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La politica che muore nei vapori dell’Onorevole Pelillo

Le inquietanti dichiarazioni dell'Onorevole Pelillo nella trasmissione televisiva di Blustar "Polifemo"
12 gennaio 2014

screenshot da blustar tv

“Non è venerdì se non c’è Polifemo”. E’ lo slogan della trasmissione dell’emittente televisiva Blustar condotta dal giornalista Luigi Abbate, conosciuto perchè che con una sola domanda riuscì a far balbettare Emilio Riva, a far perdere le staffe a Girolamo Archinà e, a distanza di anni, segnò l’inizio del declino politico del governatore della regione Puglia Nichi Vendola.

La trasmissione di venerdì 10 gennaio ci ha regalato la verità sulla questione “emissioni dell’Ilva e politica”. Ospiti in studio il Consigliere Comunale Angelo Bonelli, l’Onorevole Chiarelli e l’Onorevole Pelillo.

Tra i vari temi di discussione, naturalmente, l’ambiente. Ed è proprio su questo tema che Michele Pelillo ha messo in campo il meglio della propria conoscenza sommaria della questione ambientale, dimostrando una pochezza di argomenti, una superficialità, arroganza e superiorità molto difficili da giustificare quando il personaggio in questione è un deputato eletto nel collegio elettorale di Taranto.
Si entra subito nel vivo della questione quando la regia manda in onda alcune fotografie circolate sui social networks, immagini che ritraggono le emissioni del 1 gennaio 2014.

L’Onorevole Pelillo commenta così:

emissioni del 1 gennaio 2014

“Se quelli sono gli scatti fotografici possiamo stare tranquilli perché anche un non addetto ai lavori capisce che è vapore quindi il fumo bianco, diciamo, non ha mai creato particolare problemi, è il fumo rosso o nero che crea qualche problema, diciamo, questo lo abbiamo imparato in tutti questi anni, anche chi non ha studiato ne chimica ne fisica all'università.”

Concordiamo pienamente sul fatto che non ci sia alcun bisogno di una laurea in chimica o fisica per capire quel tipo di emissioni, infatti basta leggere le recenti relazioni di ISPRA in relazione alle verifiche ispettive effettuate nello stabilimento ILVA.

Per quanto riguarda la tranquillità alla quale ci invita il nostro rappresentante in Parlamento, noi non siamo per nulla tranquilli quando leggiamo alcuni documenti che l’Onorevole Pelillo – ripetiamo, eletto a Taranto e quindi in dovere di conoscere la realtà che poi dovrà rappresentare in Parlamento - dovrebbe conoscere a memoria: la prescrizione AIA nr.49 e le violazioni notificate ad Ilva, entrambe riguardanti proprio le emissioni dei vapori, che non sono fumenti per il mal di gola ma che purtroppo contengono coke. Non lo diciamo noi, Onorevole, lo notifica ISPRA al Ministero dell’Ambiente che lo notifica ad Ilva:

"(Prescrizione AIA Nr.49) Si prescrive all’Azienda, in accordo con le tempistiche sopra richiamate, che l’emissione di particolato con il flusso di vapore acqueo in uscita dalle torri di spegnimento sia inferiore a 25 g/t coke, in accordo con le prestazioni di cui alla BAT n. 51. Si prescrive, altresì, di presentare, entro 6 mesi dal rilascio del provvedimento di riesame dell’AIA, un progetto esecutivo per il conseguimento di un valore inferiore a 20 mg/Nm3. Si prescrive all’Azienda di eseguire, con frequenza mensile, il monitoraggio delle emissioni diffuse di polveri da tutte le torri di spegnimento con metodo VDI 2303 (Guidelines for sampling and measurement of dust emission from wet quenching)."

E poi, (Ispra) Violazione notificata ad Ilva ottobre 2013:
"Superamento del valore di 25 g/t coke nell'emissione di particolato con il flusso di vapore acqueo in uscita dalle torri di spegnimento nr 4, 5, 6, 7 asservite alle batterie 7-8 e alle batterie 11-12 attualmente in funzione, contrariamente a quanto previsto dalla prescrizione 49, paragrafo 3.5.9 "spegnimento coke"

E ancora, (Ispra) Violazione notificata a Luglio 2013:
"Superamento del valore di 25 g/t coke nell'emissione di particolato con il flusso di vapore acqueo in uscita dalle torri di spegnimento nr 1 asservita alle batterie 3-6 della cokeria non più in esercizio, nei mesi precedenti le fermate delle batterie prima della chiusura, e nelle torri di spegnimento nr.4, 6, 7 asservite alle batterie 7-8 e alle batterie 11-12 attualmente in funzione, il suddetto superamento comporta la violazione della prescrizione 49 paragrafo 3.5.9, la violazione è stata accertata nel periodo gennaio-aprile 2013 nel quale risultano quattro superamenti del valore limite di particolato (25g/t coke) contenuto nel flusso di vapore acqueo in uscita dalle torri di spegnimento nr 1,4,6,7”.

(Ispra) Violazione notificata a Ilva ottobre 2013:
“… omesse comunicazioni con dettagliate informative all'Autorità Competente ed agli enti di controllo previste dal paragrafo 13 del Parere Istruttorio Conclusivo, come integrata alla prescrizione 89 e dal paragrafo 9.3 del Piano di Monitoraggio e Controllo relativamente alle non conformità ai limiti emissivi di cui al precedente punto per la inosservanza della prescrizione 49"

La trasmissione continua e il conduttore chiede all’Onorevole Pelillo.

Giornalista Abbate: “Pellillo però quei vapori sono comunque tossici” emissioni del 1 gennaio 2014


Pelillo: "mi sembra che Assennato (Direttore ARPA Puglia) abbia detto di no, non so, chi lo dice che sono tossici? No chi lo dice? Io credo nelle istituzioni se l’Arpa dice che non sono tossici io ci credo, mi sembra che assennato abbia detto che era vapore. Mi sembra che la prima risposta sia stata quella, poi se ci sono degli approfondimenti li vedremo”.

La nostra riposta è che lo dice ISPRA e qui rimandiamo l’Onorevole Pelillo a rileggere non solo quanto riportato sopra ma anche a studiare i numerosi carteggi in materia Aia, violazioni Aia, diffide ministeriali, relazioni ISPRA, documenti ufficiali e facilmente reperibili sul sito del Ministero dell’Ambiente. La questione violazioni AIA era chiara già dai primi mesi del 2013 con le prime ispezioni di Ispra effettuate nel marzo dello stesso anno: già allora, e nelle verifiche successive, vengono registrati sforamenti di coke nel vapore. Se l’Onorevole Pelillo crede tanto alle istituzioni, potrà allora fidarsi dei documenti di ISPRA partendo da quelli arretrati sino all’ultimo di ottobre 2013 e attendendo l’ultima relazione relativa al trimestre 2013 appena concluso.

Quando Michele Pelillo dichiara, in risposta ad una telefonata arrivata in studio, che le emissioni sono sotto il livello di pericolo perché la produzione dell’ILVA si attesta su quantità che rappresentano circa la metà di quelle di due anni fa, il Consigliere Comunale Bonelli – tacciato di voler confondere le cose – risponde:

“I valori bassi a cui faceva riferimento Pelillo, do dei dati che sono sul sito dell’Arpa. Nel 2010 il valore del pm10 particolato era di 32 µg/m3 nel 2013 si è arrivati a 30 µg/m3 cioè una diminuzione di circa il 7%, arriviamo agli IPA 2009/2010 fu l’anno famoso in cui l’intervento di Archinà e quella famosa relazione di assennato che poi ha determinato il putiferio che conosciamo, media degli IPA 19 ng/m3, oggi 39 ng/m3.”

Arriva in studio un sms di Vincenzo Fornaro, imprenditore ed ambientalista. Il messaggio cita:

“l’Onorevole Pelillo parla e coltiva tanti progetti per la realtà di Taranto però grazie all’Ilva non possiamo coltivare più niente e il governo non ha minimamente pensato a noi allevatori”.

In risposta, l’Onorevole Pelillo (eletto dai tarantini per rappresentare gli interessi di Taranto in Parlamento, ricordiamolo sempre) dice:

“Certamente è la vittima prima, lo conosco bene, mi dispiace ma comunque pensare di poter allevare a mille metri in linea d’aria dal camino e312 anche con valori più bassi, diciamo che era un fatto inconsueto, vorrei vedere qualunque altra azienda e certamente Angelo Bonelli ha più cognizione di me, tutte le aziende siderurgiche in Europa hanno a mille metri un allevamento bovino o ovino in questo caso?”

portale della masseria fornaro, taranto

Ci limitiamo a contemplare una fotografia del portale della masseria Fornaro dove viene riportato un numero “1859”. Onorevole Pelillo, il numero non indica la quantità di pecore e capre abbattute nell’azienda agricola dei Fornaro, indica la data in cui è stata fondata la masseria. 
Arriva un altro sms che ricorda la cronologia esatta delle costruzioni, “la masseria Fornaro stava già prima del camino E312”.

L’onorevole Pelillo risponde così: “e allora ditelo a quelli che hanno costruito 55 anni fa l’azienda vicino alla masseria Fornaro, non contestatelo a chi oggi ha le responsabilità”.

Le responsabilità che oggi ha ed ha avuto in passato l’Onorevole Pelillo riguarda le azioni che, in Parlamento, avrebbero permesso a Taranto di non arrivare al punto di crisi in cui si trova adesso.

Le domande che Pelillo avrebbe dovuto fare in parlamento o in sede del PD sono, ad esempio: perché a Linz, perché ad Amburgo, perché a Marcinelle sono decenni che le aziende sono state messe a norma europea e inquinano circa il 90% di meno? Perché a Marcinelle appena si vede fumo nell’aria o emissioni scatta un piano del comune per chiudere l’azienda che le produce? Avrebbe dovuto alterarsi con chi non ha trasformato Taranto in Linz, in Amburgo, in Marcinelle ma con chi l’ha tenuta nello stato di sudditanza in cui versa da decenni.

L’Onorevole Pelillo risponde infastidito ad Angelo Bonelli sulla questione dei dati Arpa, dicendo che se ci dovessero essere fondi, non dovrebbero essere investiti subito nelle bonifiche ma prima nella realizzazione dell’AIA per evitare il protrarsi della situazione di inquinamento.

“Bonelli voglio dire, è inutile che cerca di confondere le cose, Il buon senso vuole che, noi siamo d’accordo su questo, cioè non è che qui c’è qualcuno nella città di taranto, a destra a sinistra, a centro sopra e sotto che si oppone a un eventuale risarcimento ai mitilicoltori o per gli allevatori o per coloro che hanno avuto un danno dall’ilva, ci mancherebbe altro, chi è che è contrario a questa cosa ma logicamente se io comincio ad avere delle risorse prima cerco di non fare inquinare più lo stabilimento prima le colloco nella aia quando lo stabilimento ha smesso di inquinare provo a bonificare tutto il resto perché bonificare intorno quando ancora l’industria continua ad inquinare è un lavoro inutile, possibile che su questo non riusciamo a trovarci d’accordo? Possibile che una cosa così semplice di buon senso ci trova divisi? Io non riesco a capire questa cosa qui, se io comincio ad avere delle risorse dove le devo collocare con priorità, le colloco nello stabilimento e cerco di non farlo inquinare più o le colloco all’esterno dello stabilimento quando invece lo stabilimento continua ad inquinare che faccio a fare il risarcimento del danno a chi continua a subire i danni dell’inquinamento, che lo faccio a fare? Questo è facile populismo questa è una demagogia straordinaria”.

Ma non aveva detto che l’ILVA non inquinava più? Ma, Onorevole Pelillo, queste emissioni sono a norma o no? Lo stabilimento inquina o no? Le prescrizioni dell’AIA sono efficaci o no? in che fase ci troviamo in questi giorni? “Possibile che una cosa così semplice di buon senso ci trova divisi?”

Onorevole Pelillo, lei che vive a Taranto ma che in Parlamento e all’interno del PD non ha mai votato contro un decreto salva-Ilva, che non ha mai fatto tutto quello che sarebbe stato necessario per fermare quanto che accade a Taranto, lei pensa che il solo avere la residenza a Taranto la salvi da tutto quello che non ha fatto in questi anni? Lei può anche vivere dentro l’ILVA ma la lotta per Taranto la fanno coloro che amano Taranto e molti di quelli che in questo momento lottano, lavorano, si impegnano per Taranto vivono fuori Taranto. Ma loro non lavorano contro Taranto, lavorano per Taranto.

Noi difenderemo la nostra terra, malgrado voi.

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