Taranto, Ilva: lo studio integrale aggiornato presentato oggi
Le emissioni industriali, secondo lo studio, avrebbero un significativo impatto sulla salute dei cittadini. Le esposizioni sia recenti sia passate sarebbero responsabili degli effetti negativi sulla mortalità. Lo studio conferma il nesso fra mortalità nelle aree contigue all'ILVA e valori di PM10.
I dati presentati dal dott. Forastiere dimostrano scientificamente che all'aumentare dei valori di PM10 tende a seguire un aumento della mortalità nei quartieri vicini all'ILVA (Tamburi, Paolo VI, città Vecchia, Borgo). Il fatto che a minore produzione dell'ILVA corrispondano minori impatti sulla salute non significa che essi siano accettabili, in quanto sono comunque sopra il livello di tollerabilità.
Taranto infatti si qualifica come area critica dove ci si ammala di più e dove si muore di più, facendo i confronti con il resto della Puglia. Lo confermano i dati recentemente presentati da PeaceLink sugli anni di vita persi ogni anno (1340 in media ogni anno rispetto alla media pugliese).
I dati presentati stamattina confermano e rafforzano l'azione della magistratura, che mantiene sotto sequestro gli impianti dell'area a caldo dell'ILVA, dando torto a chi sostiene che attualmente la situazione sia accettabile e priva di pericoli significativi. Il pericolo invece c'è e i danni pure.
Allegati
Relazione Taranto
Gruppo studio dott Forastiere
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