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Non abitate in case plurinquinate

Esiste già dagli inizi degli anni `70 un'alternativa intelligente a tanto spreco di risorse, la bioedilizia, che pone al centro dell'attenzione lo stato di salute della Terra quale organismo vivente e di conseguenza di tutti i sistemi viventi che la abitano.
18 maggio 2004
Silvana Tomeo*


L' articolo su Il Manifesto del 29/04/04 di Gabriella Zipoli porta l'attenzione tra i mali della nostra «evoluta» società, sulla sindrome da «Sensibilità chimica multipla». Strettamente correlata alla Mcs è la Sindrome da edificio malato, come è stato osservato nella sede dell'Agenzia per l'Ambiente Americana (Epa), dopo l'esecuzione dei lavori di ristrutturazione dei locali, nel 1992. Occhi irritati, gola secca, rinite, mal di testa, affaticamento, congestione delle cavità nasali derivano da qualcosa di invisibile eppur presente: l'odore della casa appena ristrutturata, che noi chiamiamo odore di nuovo, non è certo indice di casa sana: è infatti un misto di composti organici volatili (Voc: alcani, cicloalcani, idrocarburi aromatici e clorurati, aldeidi), composti organici del cloro, il Pvc (cloruro di polivinile), il paradiclorobenzolo, messo negli armadi come antitarme, i composti fenolici come il Pcp (pentaclorofenolo). Se i muri delle nostre case moderne ci raccontassero la loro storia, vedremmo impastare nel cemento le scorie d'altoforno e i metalli pesanti, vedremmo gli operai nelle fabbriche produttrici di vernici sintetiche intossicati dal contatto con le componenti volatili e con i solventi, la nostra casa risucchiare da mille cannucce l'acqua dal suolo, l'aria dall'esterno, e petrolio in abbondanza, per restituire all'ambiente in segno di riconoscenza acque inquinate da detergenti.Vedremmo immagini di tagli indiscriminati di foreste, popoli che scompaiono, stive di navi dove i clandestini muoiono per aver respirato insieme ai tronchi massicce quantità di pesticidi, mentre elettrodotti sulle nostre teste captano ronzii sinistri che registriamo ogni volta che usiamo l'elettricità...
Ma gli stessi muri ci possono raccontare una storia completamente diversa: possiamo sentire il loro respiro entrare ed uscire dalla nostra casa filtrato attraverso un cappotto di fibra vegetale (sughero, canapa, cocco, lana di legno), il tepore e il fresco prodotti dal sole e dal vento provenire dalle pareti, sentire il profumo di oli vegetali e di agrumi contenuti nelle vernici prodotte dalla fitochimica, mentre il parquet ci racconta di chi produce il legno e lo taglia rispettandone il ciclo vitale e continua a piantarlo ... Esiste già dagli inizi degli anni `70 un'alternativa intelligente a tanto spreco di risorse, la bioedilizia, che pone al centro dell'attenzione lo stato di salute della Terra quale organismo vivente e di conseguenza di tutti i sistemi viventi che la abitano.

Note: *architetto del Centro Bio Edile
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