Riflessioni dopo il voto del 17 aprile

Gli indifferenti

18 aprile 2016

Con il romanzo “Gli indifferenti” Alberto Moravia metteva a nudo l’ignavia degli italiani che appoggiarono il fascismo. Evidenziò l’indolenza e la mancanza di passione civile contro cui si era scagliato anche Francesco De Sanctis nella sua storia della letteratura italiana. Per qualche tempo – dopo la fine del fascismo – l’Italia ha cercato di risorgere coltivando proprio le virtù che si oppongono all’indifferenza: la partecipazione democratica, l’impegno civile e l’indignazione.

Per tanto tempo Dante, Galileo, Leopardi, Gramsci furono i riferimenti di quella cultura impegnata che li considerò “perdenti” nella storia ma “punti di partenza” di un nuovo spirito nazionale che sarebbe risorto dalla sconfitta morale, prima ancora che storica.

Perché il perdente oggi

Sarà il vincente domani

Questo cantava Bob Dylan e questo pensava la sinistra italiana. Che declamava Gramsci come il nemico degli indifferenti. Il povero Gramsci scriveva:

Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.

L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l’intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà.

Come suonano oggi queste parole dopo che a Ravenna è andato a votare per il referendum solo il 28% degli aventi diritto?

Si sono venduti Gramsci, si sono venduti la Resistenza, si sono venduti la letteratura e la storia, si sono venduti l’elogio dell’impegno civile e si sono ingoiati il mondo intero. Ora comandano. Ora ci dicono di vivere la mediocrità quotidiana senza grandi scuotimenti dell’anima. Ora loro sono i puntelli di un sistema di potere non dissimile da quello della vecchia DC, un sistema fatto di indifferenza, di cinismo e di carriere facili all’ombra della politica. Tutto è depotenziato, addio Gramsci, salvo farne sopravvivere la fondazione.

Una sinistra di governo si è oggi ben piazzata al governo con un’operazione di “compromesso storico” riuscito benissimo con lobby e affaristi. E per fare questo non occorre più l’indignazione di un tempo. Occorre l’indifferenza. L’indifferenza di cui Moravia scriveva nel suo romanzo.

Non c’è stato bisogno di calcare il manganello sui crani refrattari. Basta l’indifferenza, basta tornare a quello spirito indolente che ha consentito all’Italia di sopportare le invasioni, molte sventure e tanta ignominia. Gramsci parlava non a caso di un processo di riforma morale e intellettuale per il popolo italiano.

Il popolo italiano sembra in questi anni in grande maggioranza dimenticarsi i problemi globali e i disastri ecologici. In fondo, a pensarci bene, è andato a votare contro il nucleare due volte, superando il quorum, non perché avesse raggiunto la consapevolezza critica e la maturazione civile ma perché erano saltate in aria due centrali nucleari, la prima nell’Urss (si disse che erano dei pasticcioni irresponsabili) e la seconda nel Giappone (non dissero più nulla, i giapponesi sono precisi). Se non fossero saltate in aria, il corteo dei Napolitano-like avrebbe detto di non preoccuparsi del nucleare.

Ma non è questo il momento di essere arrabbiati con il mondo. La Ginestra da cui Leopardi ripartì, il fiore che rinasce nel deserto, è e continua ad essere la sfida di oggi, fatta di tanta pazienza, di tanta dignità, di tanta cittadinanza attiva e di tanta intelligenza per capire anche dove abbiamo sbagliato. Dobbiamo ripartire nelle scuole educando alla cittadinanza attiva e a tutti quei valori che contrastano l’indifferenza. Altrimenti che futuro e quale speranza lasciamo ai giovani? 

Articoli correlati

  • Gli studenti di Casal di Principe ricordano il sacerdote martire
    Sociale
    Trent'anni dopo l'omicidio di don Peppe Diana

    Gli studenti di Casal di Principe ricordano il sacerdote martire

    La figura di don Peppe Diana rappresenta un simbolo di speranza e di resistenza alla camorra. La sua memoria è un monito costante contro l'indifferenza e la complicità, invitando ciascuno di noi a non tacere di fronte alle ingiustizie.
    19 marzo 2024 - Redazione PeaceLink
  • Le osservazioni al progetto di dissalatore presentate alla Commissione Ambiente di Taranto
    Ecologia
    Citizen science per il fiume Tara

    Le osservazioni al progetto di dissalatore presentate alla Commissione Ambiente di Taranto

    La cittadinanza si è mobilitata a difesa del fiume Tara e il Comune ha avviato una fase di ascolto e di approfondimento sulla difesa di un luogo molto caro ai tarantini.
    Fulvia Gravame
  • E' nato un comitato contro il dissalatore del fiume Tara
    Ecologia
    Un'altra battaglia per Taranto

    E' nato un comitato contro il dissalatore del fiume Tara

    Dopo i presidi sul fiume Tara del 30 aprile e dell'8 ottobre 2023 e le audizioni nella Commissione Ambiente del Comune di Taranto, è nato un coordinamento di associazioni e cittadini per costruire azioni unitarie a difesa del fiume Tara.
    28 novembre 2023 - Fulvia Gravame
  • Educazione ambientale e Intelligenza Artificiale
    Ecodidattica
    Sviluppo di un'eco-guida interrogando Chat GPT, Bard e Bing

    Educazione ambientale e Intelligenza Artificiale

    E' riportato qui un esperimento culturale realizzato nell'ambito di un corso di formazione docenti per l'Ecodidattica. In questo esperimento vengono esplorate le potenzialità delle attuali piattaforme di Intelligenza Artificiale sotto il profilo della generazione di testi e immagini.
    25 settembre 2023 - Alessandro Marescotti
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.15 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)