Resistere, fino alla vittoria
Poi la fuga: una svista della sentinella tedesca e via di corsa, a perdifiato. Bollato, come migliaia di altri italiani, come "disertore" dai fascisti della Repubblica Sociale di Salo', sfugge ai rastrellamenti nazifascisti, si nasconde in una botola. Ogni notte: l'incubo di essere scoperto e arrestato nel sonno, di sorpresa, e fucilato. Non c'e': "partigiano". Per difendere la propria vita e la liberta' di tutti. Per liberare l'Italia dalle SS e dai repubblichini.
Il 25 aprile 1945: la fine di un incubo. Alla fine di quell'incubo devo ovviamente la salvezza di mio padre e la mia nascita, la mia vita, la possibilita' di essere qui con voi e di poter festeggiare - con la felicita' di chi e' libero - questo 25 aprile. Come si puo' dimenticare?
Oggi la Resistenza si incarna in tutte le forme di resistenza all'ingiustizia, alla violenza e alla violazione dei diritti fondamentali delle persone. Assume le forme della nonviolenza e della strenua volontà di non farsi sopraffare. E' resistenza all'indifferenza, al conformismo e all'omologazione. E' il desiderio di tornare alla pace, come avvenne il 25 aprile 1945, quando si festeggiò la fine della quella. E' la ricerca di un mondo migliore, più bello, più giusto, solidale e ribaltato, in cui gli sconfitti finalmente vincono:
Perché il perdente adesso
sarà il vincente di domani
perché i tempi stanno cambiando
Da mio padre ho ereditato la resistenza interiore, la forza di non mollare, di non rassegnarsi mai, di non darsi mai per sconfitti, di non passare dalla parte dei vincitori per sfinimento o per opportunismo. Da lui ho imparato a resistere, fino alla vittoria.
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