L'Unione Africana ha deciso di voler essere rappresentata nel Consiglio di Sicurezza dell'Onu
Risoluzione dell’Union européenne des fédéralistes
Bruxelles, 10 Aprile 2005
Risoluzione sull’Unione Africana, l’Unione Europea e la proposta del Segretariato generale dell’ONU sulla Riforma del Consiglio di Sicurezza
Il Consiglio Esecutivo dell’Unione Africana ha adottato, lo scorso 8 marzo, una risoluzione storica sulla riforma del Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Ha deciso che l’Africa, non i singoli stati membri, dovrebbe essere rappresentata all’interno del Consiglio di Sicurezza.
Questa decisione deve essere interpretata come un rifiuto della proposta di affidare, accanto a membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, gendarmi regionali con la responsabilità di assicurare l’ordine mondiale.
Se l’Africa vuole occupare il posto che le spetta negli organi dell’ONU, dove sono prese le decisioni cruciali che riguardano l’umanità, deve essere in grado di parlare con una sola voce. L’egemonia dei grandi poteri e le disuguaglianze tra gli stati possono essere progressivamente superati se le regioni più povere del mondo saranno in grado di unirsi e di trovare, attraverso la loro unificazione politica ed economica, la strada per liberarsi dalla loro condizione di dipendenza.
Questa riflessione si applica anche all’Unione Europea, che deve avere una singola politica estera e di sicurezza, se vuole essere indipendente dagli Stati Uniti, e un singolo rappresentante all’interno del Consiglio di Sicurezza, se vuole contribuire alla costruzione della pace nel mondo.
La novità straordinaria della rappresentanza delle grandi regioni nel Consiglio di Sicurezza risiede nel riconoscimento del diritto di tutti gli stati ad essere rappresentati in questa istituzione attraverso le loro rispettive organizzazioni regionali senza distinzione tra membri permanenti e non permanenti.
(traduzione di Veronica Vicinelli per Peacelink-Europace)
Ulteriori informazioni:
http://www.federaleurope.org/
http://www.africa-union.org/
Traduzione di Veronica Vicinelli per www.peacelink.it
Il testo e' liberamente utilizzabile a scopi non commerciali citando la
fonte e l'autore.
Articoli correlati
- La relatrice ONU sulla tortura suona l’allarme
Esperta ONU chiede al governo UK di non estradare Julian Assange
La relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla tortura, Alice Jill Edwards, ha esortato ieri il governo del Regno Unito a fermare la possibile estradizione di Julian Assange negli Stati Uniti d'America.7 febbraio 2024 - Patrick Boylan - All'ONU per il disarmo nucleare e la lotta ai cambiamenti climatici
COP28, ecologisti e pacifisti
Le Nazioni Unite costituiscono l'unica vera sede istituzionale in cui progettare un futuro davvero umano ed sostenibile. Ma la guerra in Ucraina ha avuto un impatto negativo sui negoziati sul clima, ritardando l'adozione di misure decisive per ridurre le emissioni.2 dicembre 2023 - Redazione PeaceLink - Dodici brevi riflessioni sulla guerra in Ucraina
Il Grande Inganno
Lo scorso anno il New York Times rivelava che un obiettivo della guerra era testare in Ucraina l'efficacia delle nuove armi Nato. Gli ucraini sono le cavie e pagano con la vita questo esperimento. I governi europei stanno al gioco e infatti fioccano ordini per acquistare le armi più performanti21 novembre 2023 - Alessandro Marescotti - Una sola nazione si è astenuta: l'Ucraina
L'Assemblea generale dell'ONU vota per la fine dell'embargo a Cuba
Solo due nazioni hanno votato per mantenere l'embargo: Stati Uniti e Israele.
L'embargo a Cuba è stato istituito dagli Stati Uniti nel 1960, in risposta alla rivoluzione cubana guidata da Fidel Castro. L'anno successivo la CIA organizzò anche un tentativo di invasione che però fallì.3 novembre 2023 - Redazione PeaceLink
Sociale.network