Per l'altra Europa democratica e federalista

Contributo all'assemblea del forum sociale europeo sul processo costituente - Roma, 22 e 23 maggio 2004

Gruppo di lavoro "DEMOCRAZIA"
15 settembre 2004
Forum per la democrazia costituzionale europea - Gruppo democrazia

Il presente documento vuole approfondire il tema democrazia e federalismo e sviluppare a tal proposito il primo punto del documento Movimenti costituenti: una Carta per l'Europa pacifista, sociale, democratica e federalista al fine di avviare una Campagna permanente per l'altra Europa democratica e federalista.

- Premessa - La pace valore fondante dell'Europa
L'Europa che noi vogliamo riconosce la pace come valore fondamentale della cittadinanza europea. L'Europa dovrà essere un soggetto di pace per tutti i cittadini del mondo. Come ha affermato Bobbio, “Diritti dell'uomo, democrazia e pace sono tre momenti necessari dello stesso momento storico: senza diritti dell'uomo riconosciuti e protetti non c'è democrazia; senza democrazia non vi sono le condizioni minime per la soluzione pacifica dei conflitti. La democrazia è la società dei cittadini, e i sudditi diventano cittadini quanto vengono loro riconosciuti alcuni diritti fondamentali; ci sarà pace stabile che non ha la guerra come alternativa, solo quando vi saranno cittadini non più soltanto di questo o quello stato ma del mondo”.

- L'Europa democratica
L'Europa può essere un'alternativa nella proposizione di un mondo diverso a partire da una gestione democratica delle risorse comuni a tutti i cittadini del mondo. L'Europa può costituire un'alternativa all'unilateralismo imperialista americano per la costruzione di un mondo basato sulla giustizia sociale, sulla democrazia e sul diritto dove la guerra non sarà più lo strumento per risolvere le controversie internazionali.
Non è sufficiente l'opposizione di Francia e Germania alla guerra permanente globale imposta dagli USA dopo l'11 settembre. Occorre costruire una Europa politica, aperta al resto del mondo, come primo passo verso un governo mondiale democratico, multilaterale e multilivello. Costruire l'Europa politica significa superare l'evidente deficit di democrazia tramite la partecipazione dei cittadini e delle cittadine e il coinvolgimento di nuovi soggetti sociali costituenti al processo costituzionale europeo.
L'euforia per l'allargamento dell'UE ai paesi dell'Europa centro orientale non può far dimenticare la necessità di modificare quelle istituzioni funzionanti per un numero limitato di paesi. Occorre evitare la dissoluzione dell'UE in una semplice area di libero scambio e favorire il processo di unità politica del continente approdando a quella federazione europea, sognata da Altiero Spinelli durante il confino fascista nell'isola di Ventotene, come risposta alla guerra e ai nazionalismi.
L'Europa deve restituire ai cittadini il potere di decidere sulle politiche che li riguardano direttamente tramite una giusta miscela di strumenti di democrazia rappresentativa e di democrazia partecipativa multilivello. La cittadinanza attiva deve poter essere esercitata a tutti i livelli dal quartiere al mondo passando ovviamente per l'Europa.
La prima battaglia dei movimenti sociali europei è la costruzione di una EUROPA DEMOCRATICA. Non possiamo lasciare in mano ai governi nazionali, riuniti nei consigli europei, e alle multinazionali, la gestione e il controllo di decisioni che ci riguardano direttamente nel campo della vita politica, sociale ed economica. Dobbiamo chiedere di dotare l'Europa di una Costituzione democratica e federale: di un Parlamento europeo, con pieni poteri legislativi e di un governo politico europeo che deve essere legittimato democraticamente e responsabile nei confronti dei cittadini e delle cittadine europei.
In questo modo si potrà creare una cinghia di trasmissione tra la volontà dei cittadini e il governo democratico dell'Europa. La mancanza di questo anello di congiunzione non ha consentito la realizzazione della volontà di pace manifestata a più riprese dalla stragrande maggioranza dei cittadini di tutto il mondo.
Le manifestazioni del 15 febbraio 2003 e del 20 marzo 2004, che hanno visto milioni di persone in piazza in tutto il pianeta, sono state importanti perché hanno visto la nascita di un popolo mondo che non è legato a partiti, a credi religiosi e istanze nazionaliste o a una classe particolare. E' la manifestazione di una cittadinanza cosmopolita e postnazionale che deve trovare voce in istituzioni sovranazionali democratiche che possano fornire una rappresentazione di questo popolo che chiede la pace. Mai come oggi gli Europei hanno sperimentato i costi di un'Europa divisa: essa non è riuscita ad impedire una guerra insensata e pericolosa per la stabilità futura del Medio oriente e del mondo intero, né a dar voce ai propri cittadini, in grandissima maggioranza contrari alla guerra.
In Europa abbiamo la possibilità concreta di superare il concetto stesso di stato nazionale. Occorre estendere la democrazia, in tutte le sue articolazioni, partecipativa, rappresentativa e paritaria, a livello sovranazionale.
Noi cittadini e cittadine dobbiamo avere la possibilità di esercitare i nostri diritti e doveri a tutti i livelli dal locale al globale. Per fare ciò dobbiamo iniziare ad agire in uno spazio pubblico europeo dove poter esercitare il nostro potere sovrano a partire dalla costruzione di una nuova cittadinanza cosmopolita, post-nazionale e di residenza.
L'Europa politica dovrà mettere al primo punto della sua Costituzione il diritto alla pace e il ripudio della guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali. In questo modo potremo contribuire attivamente alla formazione di una alternativa per un mondo di pace e la costruzione di un governo mondiale democratico.

- Democrazia multilivello
La nascita di uno spazio pubblico europeo porta allo sviluppo di una democrazia multilivello; il federalismo ne è lo strumento di controllo tramite la dislocazione del potere su più livelli e la partecipazione dei cittadini e delle cittadine alla vita politica. In particolare il principio di sussidiarietà consente di gestire ai livelli superiori solo quei problemi che non possono essere risolti in modo efficace ai livelli inferiori.
L'esistenza di diversi livelli di potere (dal quartiere, alla città, alla regione, alla nazione, al continente, al mondo) determina maggiore democrazia (rappresentativa e partecipativa), quindi maggiore libertà. Infatti il cittadino non si trova davanti un unico centro di potere che nell'esperienza storica degli stati nazionali europei si è sempre posto come potere monolitico ed autoritario (il cittadino come suddito), bensì una pluralità di poteri soggetti a bilanciamenti reciproci: ne guadagna la libertà degli individui, ma anche la possibilità di esprimere valori e socialità diverse, spazi di sperimentazione, ecc. e questo perché il potere verrebbe dislocato su diversi livelli, ciascuno dei quali è autonomo nelle sue competenze, ma coordinato con gli altri.
Se la democrazia multilivello, grazie al federalismo, avesse già raggiunto la dimensione mondiale, noi avremmo già la scomparsa della guerra (come conflitto tra gli stati). Il potere perderebbe così lo strumento di coercizione più potente di dominio dell'uomo sull'uomo (quello di ordinare di uccidere) e diventerebbe via via sempre più un fatto di ‘governo' della cosa pubblica, solamente assoggettato alla dinamica del conflitto sociale e non più assoggettato alle regole della ‘ragion di stato'.
La democrazia multilivello consiste di tre aspetti da sviluppare in parallelo. Ciascuno di essi è necessario per la costruzione dell'altra Europa.
Democrazia partecipativa
Azioni dal basso e democrazia partecipativa, autogoverno solidale, municipalismo, ecc.
Democrazia rappresentativa
Il Parlamento europeo deve essere posto al centro del triangolo istituzionale. Il Parlamento europeo deve esercitare il potere legislativo in tutte le materie decise a livello europeo. Il Consiglio dei ministri deve diventare una seconda Camera, in rappresentanza degli Stati, in modo da strutturare un vero e proprio sistema federale sopranazionale. La Commissione diventa il governo dell'Unione e deve essere eletta e sottoposta alla fiducia delle Camere, seguendo lo schema del progetto Spinelli.
Democrazia paritaria
Occorre favorire la reale partecipazione delle donne a tutti i livelli e in ogni aspetto della vita politica e sociale.
Democrazia glocale
Senza democrazia globale non può esserci democrazia locale o nazionale. Così ha affermato lo scrittore inglese George Monbiot al Forum di Mumbai. Monbiot ha fatto l'esempio di Luiz Inacio Lula da Silva, presidente del Brasile, che ha vinto le ultime elezioni presidenziali principalmente sulla promessa di fornire i servizi base delle fasce più povere della società sviluppando politiche per colmare il gap tra ricchi e poveri. Non è sufficiente avere buone politiche ed intenzioni locali mentre l'attuale sistema globale è orientato a favore di politiche che sono indirizzate ad arricchire i paesi sviluppati e i settori ricchi di molti paesi. Non è sufficiente pensare globalmente e agire localmente. Dobbiamo anche agire globalmente. Monbiot ha, quindi, lanciato la proposta di un Parlamento mondiale i cui rappresentanti saranno eletti dai cittadini in tutti i paesi e saranno pubblicamente responsabili per le decisioni che prenderanno.

- Il ruolo del movimento
Il nostro compito, allora, è la costruzione di una nuova polis inclusiva, multipolare e multilivello, a partire dal quartiere per arrivare al mondo intero, che consenta di risolvere i piccoli problemi locali e i grandi problemi globali operando una sintesi tra la democrazia rappresentativa e la democrazia partecipativa. Una sorta di democrazia glocale in grado di tutelare le differenze culturali e rispettare le esigenze locali e, contemporaneamente, offrire un luogo globale dove risolvere pacificamente i conflitti mondiali e dove gestire democraticamente i beni comuni dell'umanità. Dobbiamo essere promotori e parte attiva della nascita di quei nuovi soggetti costituenti che vogliono e devono costruire queste forme di democrazia multilivello.

- Il ruolo dell'Europa
L'Europa deve facilitare lo sviluppo della democrazia in tutti i continenti (a partire dalle realtà già esistenti come l'Unione africana e il Mercosur) secondo modalità locali. Non si tratta di “esportare la democrazia” ma di favorire lo sviluppo di aree regionali integrate, in grado di mettere in moto uno sviluppo economico autonomo, non subordinato alla logica del liberismo e dipendente dalle politiche delle multinazionali. Lo sviluppo di un mondo ‘multipolare' è nello stesso interesse dell'Europa, perché diminuisce gli squilibri tra le parti ricche e quelle povere del pianeta, favorisce la cooperazione e l'integrazione, la comprensione ed il rispetto delle diverse culture, elimina i focolai di guerra e le basi del terrorismo. Su queste basi sarebbe, allora, veramente pensabile una grande riforma democratica delle Nazioni Unite – basata innanzitutto sull'elezione diretta di un Parlamento mondiale da parte di tutti i popoli della Terra. A questo grande compito storico sarebbe chiamata la Federazione Europea!

- Campagna permanente per l'altra Europa democratica e federalista
L'iniziativa che vorremmo proporre al prossimo forum sociale di Londra riguarda una campagna permanente per l'altra Europa democratica e federalista con i seguenti punti principali:
eliminare il potere di veto dei governi ed affidare al parlamento europeo l'esclusivo potere legislativo.
A tal fine il prossimo parlamento europeo deve convocare l'elezione di una Assemblea costituente europea con il compito di fornire le risposte attese dai popoli europei e di dare un seguito alle istanze dei movimenti e in particolare di adottare una Costituzione realmente democratica europea che affermi:
l'obiettivo della Federazione europea;
- il principio della sovranità popolare,
- i valori della pace, della solidarietà e dell'eguaglianza nonché i principi della democrazia partecipativa, rappresentativa e paritaria;
- i principi per una Europa sociale e basata sulla uguaglianza dei diritti dei suoi cittadini
- il ripudio della guerra come strumento per risolvere i contrasti fra Stati ed il rispetto della Carta dell'Organizzazione delle Nazioni Unite nel quadro di un suo rafforzamento volto a garantire un nuovo ordine economico, sociale e politico mondiale fondato sulla democrazia e sulla cooperazione pacifica fra i popoli;
- l'equità nei rapporti tra nord e sud del mondo, per il rispetto degli equilibri ecologici locali e globali, per la difesa e l'estensione dei diritti di tutti gli abitanti del pianeta;
- la garanzia dello sviluppo sostenibile (con particolare riferimento alla protezione dell'ambiente, alla lotta contro ogni forma di esclusione ed alla povertà, al rispetto delle generazioni future),
- la protezione dei diritti fondamentali iscritti nella Carta di Nizza e l'adesione agli strumenti internazionali di protezione dei diritti fondamentali ivi compreso il Tribunale Penale Internazionale;
- la cittadinanza europea estesa ai residenti non comunitari;
l'applicazione dei principi fondamentali di attribuzione all'Unione di obiettivi e di politiche;
- l'organizzazione di un sistema federale di governo democratico europeo;
un sistema di bilancio, di risorse e di finanziamento federale basato sul principio di un'imposta europea e della perequazione finanziaria;
- la definizione delle frontiere dell'Unione e delle relazioni con i paesi vicini dell'Europa e del Mediterraneo;
- le procedure di revisione costituzionale attraverso la partecipazione diretta dei cittadini, ipotizzando il ricorso anche allo strumento del referendum europeo.

Il presente documento vuole contribuire al dibattito e fornire una base di discussione sul processo costituente. Chiediamo a tutte le realtà interessate alla costruzione dell'altra Europa di partecipare alla discussione al fine elaborare un cammino comune.

Roma, 22 maggio 2004

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