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Le città d'Italia si mobilitano per il rilascio dei Permessi di Soggiorno "In Nome di Dio" il 15 novembre.

Rilascio dei Permessi di Soggiorno In Nome di Dio a Ferrara

L'Azione Ecclesiale Nonviolenta intrapresa dai Missionari Comboniani di Castel Volturno in difesa degli immigrati e in contrasto alla visione repressiva contro i diritti umani fondamentali delle persone espressa nella Legge Bossi-Fini continua con la manifestazione del 15 novembre Rilascio dei Permessi di Soggiorno "In Nome di Dio" davanti alle Questure delle città d'Italia. Sono finora più di venti le città che hanno aderito a questa iniziativa.
7 novembre 2003
Maria Grazia Fergnani
Fonte: Amici di Ferrara


Rilascio di Permessi di Soggiorno In Nome di Dio a Ferrara

Continua l’Azione Ecclesiale Nonviolenta dei Padri Missionari Comboniani di Castel Volturno (Caserta) in difesa dei diritti degli immigrati e in segno di protesta contro la legge Bossi-Fini.
Le tappe precedenti sono state l’incatenamento alla Questura di Caserta, la preghiera di fronte alle Prefetture delle città, l’incontro di preghiera in piazza Montecitorio il 5 ottobre, giorno della santificazione di Daniele Comboni, insieme a centinaia di immigrati.
Ora ci propongono una nuova iniziativa. Il 15 novembre, vigilia della giornata che la Chiesa dedica ogni anno alle persone che per svariati motivi si spostano dalle loro terre verso paesi stranieri (Migrantes), siamo convocati di fronte alle Questure delle città per dare vita a dei sit-in pacifici in cui compiere un gesto provocatorio e paradossale: la distribuzione di Permessi di Soggiorno simbolici, rilasciati “In Nome di Dio” agli immigrati irregolari.
“La scelta del luogo”, ha spiegato padre Giorgio Poletti, superiore della comunità di Castel Volturno e ispiratore di questa serie di iniziative, “non vuole indicare in coloro che hanno il compito di applicare e far rispettare la legge i destinatari dell’azione di protesta. Il luogo è stato scelto con l’intento di sottolineare il significato politico di un gesto che è ispirato da convinzioni religiose”.
“Perché rilasciare i permessi in nome di Dio?” abbiamo chiesto a padre Giorgio; “non corriamo il rischio di essere tacciati di integrismo, di strumentalizzazione del nome di Dio, di presunzione o di altro ancora?”
“Questo riferimento a Dio nelle nostre intenzioni vuol avere il senso di un richiamo a porci dal punto di vista più alto possibile per noi, che è quello di Colui che è padre di tutti, in modo da vedere, al di là di tutte le differenze che possono dividerci, ciò che ci accomuna e cioè l’appartenenza all’umanità, e per i credenti alla paternità di Dio. Su questo terreno possiamo incontrarci sia con i credenti di altre religioni sia con chi credente non è, ma si impegna per la difesa dei diritti dell’uomo. Poi sappiamo bene che è la politica il terreno su cui tradurre in leggi concrete e realistiche questo supremo valore della dignità della persona, e distribuire veri permessi di soggiorno giuridicamente validi”.
“La domanda che dobbiamo porci tutti”, ha ripetuto padre Giorgio negli incontri che ha tenuto anche nella nostra città, è : “che tipo di società vogliamo costruire per il futuro? Ispirata a quali valori? Perché dalla nostra visione della società discenderanno leggi con valenze molto diverse”.
I padri di Castel Volturno che da anni lavorano sul litorale Domitio a fianco degli immigrati clandestini, hanno scritto una lettera all’On. Fini per la sua proposta di concedere il voto amministrativo agli immigrati regolari. Ma ritengono che non si debba dimenticare il vasto e sotterraneo fenomeno dei clandestini, i nuovi schiavi del nostro tempo, sfruttati e ridotti a merce, a cui è negato o reso sempre più difficile ogni percorso di integrazione, esponendoli in questo modo a vivere in condizioni disumane o a cadere vittima della criminalità.
L’invito a tenere desta l’attenzione su questi temi è rivolto dai Comboniani a tutti, ma principalmente alle Associazioni e ai Movimenti Ecclesiali e ai singoli cristiani, perché è sempre più urgente, e possibile, che la Chiesa si esprima oltre che nella indispensabile assistenza, anche e soprattutto nella difesa dei diritti umani, la cui titolarità non si perde per il fatto di essere stranieri, miserabili e impotenti.
Ferrara intende essere al fianco dei Comboniani anche in questa occasione. Diverse Associazioni hanno aderito all’iniziativa e si è avuto già l’inizio di un interessante e vivace confronto su come essere presenti rispetto a temi così seri. Dal Piccolo Sinodo Urbano era emersa l’esigenza di creare opportunità di incontro e di collaborazione fra le diverse realtà ecclesiali, per uscire dall’isolamento e dal rischio di costruire piccole chiesuole.
Questa è una opportunità di ritrovarci insieme come Chiesa.
Siamo dunque invitati a partecipare sabato 15 novembre alle ore 16 in via Ercole d’Este, davanti al palazzo della Questura, portando con noi anche i nostri amici immigrati.
Maria Grazia Fergnani

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