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Le Associazioni Siciliane e i Missionari Comboniani si schierano a favore della CAP Anamur e dei 37 Rifugiati

Cap Anamur: Denunciamo fermamente quanto sta avvenendo

Gruppi Associazioni e i Missionari Comboniani chiedono giustizia in favore dei naufraghi accolti dalla CAP Anamur.
13 luglio 2004
Missionari Comboniani
Fonte: Missionari Comboniani Castel Volturno

AGGIORNAMENTI

Le Associazioni di Agrigento e i Missionari Comboniani sono a favore della CAP Anamur e dei 37 Rifugiati

“Gli esclusi dal banchetto delle nazioni fanno ressa alle porte e c’è chi riesce a penetrare nella sala sfarzosa, suscitando nei commensali sgomento ed irritazione (padre Calducci)”.

APPELLO
A tutti i gruppi ed associazioni .

I missionari Comboniani e le associazioni che hanno seguito in questi giorni la vicenda della Cap Anamur e dei 37 profughi attualmente rinchiusi nel cpt di Agrigento, mentre il capitano, il primo ufficiale e l’armatore della Cap Anamur sono in stato di detenzione per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina,
CHIEDIAMO DI:
1) inviare mail al MINISTERO DELL’INTERNO chiedendo il rilascio del personale della nave Cap Anamur detenuti e della nave, e la concessione dell’asilo politico o del permesso di soggiorno per motivi umanitari ai 37 sbarcati e rinchiusi dentro il cpt di Agrigento;
2) Presentare la stessa nota di protesta e richiesta al PREFETTO della vostra provincia.

Per il ministero degli interni utilizzare queste due possibilità:
a) ufficiostampa@ministero.it
b) www.interno.it/form/mailform.htm


Licata 13 luglio 2004

Missionari Comboniani di Castelvolturno e della Sicilia riuniti ad Agrigento.


Dopo tre settimane di assedio con attesa nelle acque internazionali e dopo l’azione di forza del comandante, dettata dallo stato di profonda prostrazione cui erano caduti i 37 naufraghi raccolti dalla Cap Anamur, sembrava che il governo italiano avesse finalmente scelto la strada dell’intervento umanitario, concedendo lo sbarco q Porto Empedocle, e questo era stato accolto da tutti noi con speranza per il futuro di queste sventurate persone.

Poi i profughi sono stati portati al CPT e si è cominciato a mettere in dubbio la loro provenienza dal Sudan. Il comandante della Cap Anamur, il presidente dell’Associazione Cap Anamur ed un ufficiale della nave sono stati arrestati per favoreggiamento all’immigrazione clandestina.

Denunciamo fermamente quanto sta avvenendo.
Padre Cosimo Spadavecchia ha grande conoscenza di queste popolazioni per avere passato 18 anni in Sudan e altri 18 anni in Egitto con i profughi Sudanesi; ne conosce gli usi, i costumi, i nomi più diffusi. Padre Cosimo è rimasto gli ultimi tre giorni a bordo della Cap Anamur con i 37 profughi e la sua esperienza e la sua conoscenza non lasciano dubbi: la maggior parte di questi profughi proviene dal Sudan.


La Cap Anamur non ha mai nascosto le sue finalità umanitarie ed il suo impegno nei confronti dei profughi, principalmente quelli che si trovano a fuggire in mare. Da 25 anni vive questa missione umanitaria ed oggi è testimone che il mediterraneo è diventato un immenso cimitero per buona parte di sventurati che fuggono dalle guerre, dalla fame, dalle malattie.

La Cap Anamur ha raccolto questi 37 profughi e non poteva che accompagnarli nel porto che ha ritenuto più sicuro: Porto Empedocle.
Quest’ azione umanitaria è diventata reato, anzi il più abietto dei reati assimilato quasi alla tratta degli schiavi.

“La giustizia non salva – diceva don Primo Mazzolari – poiché il diritto alla vita, nel cuore di chi ama, sta prima del diritto alla giustizia”.
Sta in questa contraddizione tra sentimenti umanitari e comportamenti “istituzionali”, il volto della politica sull’immigrazione del governo italiano.

L’azione della Cap Anamur ha fatto emergere ancora una volta l’inumanità della legge Bossi – Fini e l’inadeguatezza delle direttive europee sulle politiche dell’emigrazione.
Quale fine ha l’aver messo in dubbio la provenienza di questi profughi: espellerli e riportarli velocemente in Africa, abbandonandoli in un cimitero di guerre e di fame, avendo avuto l’arroganza di essere sopravvissuti al cimitero d’acqua del mediterraneo, con l’aiuto dei volontari della Cap Anamur?
Quale fine ha l’arresto del comandante e del presidente della Cap Anamur: mettere in discussione il più elementare ed il più antico dovere di ogni marinaio nel soccorrere quanti si trovano in pericolo?. Un dovere internazionale che nemmeno in tempo di guerra era mai stato messo in discussione.
L’Europa ed ogni singola nazione “civile” devono interrogarsi sulla solidarietà internazionale.

Non basta qualche intervista che pone l’accento sull’approccio umanitario al problema; è necessario urgentemente ripensare a livello europeo le politiche sull’immigrazione e sulle grandi disparità sociali che ne sono causa.

I missionari comboniani
Emergency
Osservatorio sociale cittadino di Licata e centro 3P (padre Pino Piglisi)
Osservatorio permanente sull’immigrazione di Agrigento
Forum sociale di Aragona
Agorà delle donne di Agrigento
Laici comboniani di Palermo
C.G.I.L. di Agrigento
CISL di Agrigento
D.S. provincia di Agrigento
R.C. provincia di Agrigento
P.C.d’I. provincia di Agrigento
Margherita provincia di Agrigento
Italia dei Valori provincia di Agrigento
Rete Antirazzista Siciliana

Note: VEDI ANCHE:

http://www.globalproject.info/art-1624.html
Global Project: Libertà ed accoglienza per i profughi della Cap Anamur
Interviste audio
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http://www.meltingpot.org/articolo3265.html
"Non lasciamoli soli!": un appello degli Enti Locali e dei parlamentari per i profughi della Cap Anamur
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www.carta.org
Figli di un dio minore [Ics, 6 luglio]
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intervista a padre Giorgio Poletti sull'Unita'
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«Sono vivo solo grazie alla Cap Anamur» - L'unità 15 luglio 2004
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