Latina

Nicaragua: caos a Managua

Reagiscono i bananeros, marciano gli studenti, protestano i taxisti
7 aprile 2005
Giorgio Trucchi


Mercoledì 6 aprile è stata una giornata difficile per Managua.
Il settore dei bananeros ammalati a causa del Nemagòn ha improvvisamente disdetto una conferenza stampa convocata per le 10 di mattina ed ha occupato le strade nei pressi della Asamblea Nacional, dove sono accampati con migliaia di persone. foto di G. Trucchi


Da alcuni giorni i settori in lotta si stavano lamentando che, dopo oltre un mese di permanenza a Managua, i risultati erano comunque molto pochi e che i deputati si erano sempre rifiutati di parlare con loro, non presentandosi più volte a riunioni concordate.
Inoltre alcune delle 19 richieste presentate al governo ed al parlamento erano già state rifiutate.
Questa situazione ha portato i settori in lotta ad alzare il livello dello scontro con una protesta di disobbedienza civile, riproponendo le minacce dei primi giorni.
Nel luogo della concentrazione si potevano vedere centinaia di persone ammalate con in mano bottigliette piene di benzina, pronte a darsi fuoco.

Secondo Victorino Espinales, presidente dell'associazione degli ex bananeros ammalati (Asotraexdan) "se intervengono i corpi speciali della polizia per farci andar via abbiamo già pronti 120 litri di benzina che abbiamo distribuito alla gente e saranno responsabili di ciò che accadrà. E' una protesta forte e le conseguenze ricadranno sul governo. Che cosa abbiamo ancora da perdere? Abbiamo già perso tutto con queste malattie. Su La Prensa esce oggi un'analisi psicologica delle persone che sono qui da oltre un mese. La loro anima è completamente morta e la situazione è così grave che ci sarebbe bisogno di un intervento psicologico immediato. Fino ad oggi abbiamo protestato civicamente, ma adesso basta e abbiamo deciso di rompere l'ordine per far valere i nostri diritti.
Fino ad oggi solo la Ministra della Sanità si è dimostrata disposta ad ascoltare le nostre richieste, ma gli altri funzionari fanno ciò che vogliono. Di fronte a questa dimostrazione di disinteresse inizieremo con quello che avevamo detto.
Inizieremo ad interrarci vivi e faremo lo sciopero della fame ed io sarò il primo a farlo. Come ultima risorsa siamo sempre disposti a bruciarci vivi.
Ci sono già più di 40 persone ricoverate in ospedale perché sono in gravi condizioni e nessuno dice niente.
I deputati ci hanno convocati varie volte e alla fine non ci ricevono mai perché, dicono, sono molto occupati. Prima di Pasqua se ne sono andati in vacanza a bere guaro (liquori), dopo pasqua sono tornati de goma (dolori del dopo sbornia) e non vogliono lavorare".
La società civile nicaraguense ha partecipato attivamente all protesta, difendendo la posizione dei settori in lotta.

foto di G. Trucchi
Vidaluz Meneses della Coordinadora Civìl non ha potuto trattenere le lacrime nel raccontare la totale insensibilità delle istituzioni nicaraguensi di fronte a questo dramma del Nemagòn e alla situazione drammatica che sta vivendo il paese. "Gli interessi economici sono ormai più importanti della vita dei nicaraguensi. Che cosa si può dire del comportamento dei deputati? Abbiamo accompagnato la delegazione dei settori in lotta a presentare una lettera con le richieste alla Presidenza della Asamblea Nacional prima di Pasqua, spiegando la gravità della situazione. I giorni scorsi hanno finalmente dato l'appuntamento per riceverli e quando siamo arrivati non c'era nessuno perché erano tutti riuniti con i loro partiti. Ieri dovevano essere ricevuti dal gruppo parlamentare degli Azul y Blanco e anche lì sono stati mandati indietro all'ultimo momento.
Stiamo trovando solo porte chiuse e il rifiuto ad ascoltarli. Come società civile cerchiamo sempre di dire alla gente che devono usare i metodi civici, rispettosi dei diritti umani, ma siamo testimoni che questa gente ammalata ha ormai provato di tutto e quindi qualsiasi cosa faranno in futuro staremo con loro perché hanno ragione. Le istituzioni stanno voltando le spalle al popolo e non si capisce per chi stanno governando.
Quello che mi preoccupa di più è che di fronte all'insensibilità delle istituzioni ci possano essere morti nei prossimi giorni, non è possibile........stanno arrivando gli studenti e tutta la gente che non può più sopportare gli aumenti come quello dei trasporti.........non so cosa sta pensando questa gente, questi politici.
I bananeros non stanno chiedendo solo risposte per sé o per i cañeros, ma sono richieste integrali per il futuro del Nicaragua. Se non si ferma l'inquinamento delle acque, l'uso indiscriminato dei pesticidi, se non si riforesta, non ci sarà futuro per il Nicaragua. In che linguaggio dobbiamo parlare con questi politici affinché lo capiscano? Appoggiamo la disobbedienza civile e invitiamo la gente a non pagare più le tasse perché non vengono mai usate a beneficio della gente più povera...".

Bayardo Izabà del Centro Nicaraguense de Derechos Humanos (Cenidh) ha denunciato che "la lotta di tutta questa gente è appoggiata totalmente dalla società civile. I 19 punti che stanno chiedendo non sono negoziabili e quello che è successo ieri nella Commissione Nazionale dei Pesticidi (CNP) è stato un comportamento volgare e irrispettoso da parte del delegato del Ministro dell'Agricoltura (MAGFOR), il signor Denis Salgado. Uno dei punti focali delle proposte dei settori in lotta è quello sul divieto di importazione e commercializzazione dei 12 pesticidi che vengono chiamati la nuova dozzina maledetta. foto di G. Trucchi
Dopo una riunione della Commissione Interistituzionale si era deciso che la CNP si sarebbe riunita con la partecipazione della società civile per decidere sulla proposta di abrogare una risoluzione del MAGFOR che permetteva la presenza di questi pesticidi in Nicaragua.
Voglio denunciare che il governo ha ostacolato il processo di negoziazione con i settori in lotta e c'è un motivo ben concreto.
Uno di questi pesticidi, il Metamidofos, viene prodotto dallo stesso Ministro dell'agricoltura, Augusto Navarro, nella sua impresa "San Cristòbal" nella zona di Chinandega. Nella Commissione Nazionale dei Pesticidi, al momento della votazione, tutte le istituzioni governative e i produttori hanno votato a favore dell'utilizzo dei pesticidi, mentre la società civile ha votato contro. Siccome erano in parità, il delegato del ministro Navarro che era il presidente ed aveva voto doppio, ha fatto valere questa clausola ed ha permesso che i 12 pesticidi continuino ad essere importati e commercializzati in Nicaragua, con grande soddisfazione del suo ministro.
Questo è uno dei tanti motivi che ha portato la gente ad occupare la strada".

Durante la giornata di domani continueranno le azioni, sempre più dure, in quanto sembra sia l'unico modo per farsi sentire veramente e mentre la gente sta morendo, i deputati hanno sospeso tutte le sedute parlamentari fino alla prossima settimana per la morte del Papa.
Il tempo sta passando veloce. Sono ormai 45 giorni che sono partiti da Chinandega, un periodo lunghissimo per le condizioni fisiche in cui versano e all'orizzonte non si vedono ancora accordi sicuri. La necessità di rendersi visibili potrebbe portare anche ad azioni disperate ed è VERGOGNOSO il comportamento della classe politica di questo paese ed anche di quei settori della sinistra nicaraguense che continuano a parlare in nome dei poveri, ma che con questi poveri non stanno condividendo nemmeno il tempo per scambiare due parole.
A livello internazionale è importante comunicare che la Union Internacional de Trabajadores de la Alimentaciòn (UITA) si è unita alla Campagna lanciata da Italia-Nicaragua e ha iniziato l'invio di messaggi di protesta da tutto il mondo dal suo sito www.rel-uita.org

Mentre i bananeros dimostravano in mezzo alla strada è arrivata la marcia degli studenti contro l'aumento dei trasporti e per chiedere al governo un immediato piano d'emergenza energetica.
Migliaia di studenti universitari hanno attraversato Managua e si sono solidarizzati con i bananeros in lotta, con saluti, pugni in alto, abbracci e decine di colpi di morteros caseros.


La marcia, a cui ha anche aderito il Frente Nacional de los Trabajadores (FNT) e molte altre organizzazioni della società civile, è stata pacifica, tranne alcuni momenti di tensione quando gli studenti si sono diretti verso la Casa Presidencial che era custodiata dalle forze speciali della Polizia. Qualche tafferuglio e lancio di sassi, ma la situazione è tornata velocemente alla normalità.
Il leader studentesco Yasser Martìnez ha però dichiarato che "la causa di tutto quello che sta accadendo ricade direttamente su un governo incapace di prevenire il disastro economico e gli aumenti che stanno colpendo la popolazione, soprattutto quella più povera che è l'immensa maggioranza. Resteremo per le strade di Managua tutto il tempo necessario fino a che non verrà ritirato l'aumento alla corsa degli autobus e fino a che il governo non presenti un piano d'emergenza energetico, perché nei prossimo giorni aumenterà tutto.
Sappiamo che Hugo Chàvez ha proposto a Bolaños la vendita di petrolio a basso prezzo, ma il presidente non ha voluto perché ha i suoi intrallazzi con le multinazionali nordamericane che sono presenti nel paese. E' lui il responsabile e continueremo la mobilitazione fino ad avere una risposta concreta".
Gli studenti hanno anche invitato il leader bananero, Victorino Espinales, sul palco.
"Tanti anni fa ero ed eravamo giovani come voi e scendevamo in strada come voi per combattere contro una dittatura. Eravamo pieni di energia, sani. Sapete cosa è successo poi...
Tra circa mezz'ora avrò tra le mie mani il nome del compagno numero 901 che è morto a causa del Nemagòn. E' morto dopo 4 giorni di ospedale ed è stato dimesso e portato a casa sua a morire. Morto come stiamo morendo tutti noi.
Voglio essere sincero con voi, comunità universitaria. I deputati e il governo sono responsabili di questo problema. Non ci vogliono ricevere. Stiamo morendo, signori e vogliamo dirvi questo. Siamo padri e madri che abbiamo figli all'università. Abbiamo appoggiato la vostra lotta per il 6% e alla fine si è conquistato questo diritto. Vi chiediamo di rimanere con noi nella strada e lottare con noi vecchi!! Vi invito a rimanere con noi in modo permanente, lottando insieme!!"

Parallelamente i taxisti dimostravano il loro disaccordo con le politiche del Ministro dei Trasporti, Pedro Solorzano ed occupavano varie parti della città scontrandosi con la Polizia. Sono parecchie decine gli arrestati.

Finisce così una delle giornate più tese degli ultimi anni, che ha visto coincidere la lotta di vari settori, anche se ognuno con le proprie differenze e richieste.
Mentre il Presidente Bolaños si appresta a volare a Roma per i funerali del Papa, il paese sembra ancora una volta sull'orlo di una grave crisi e nei prossimi giorni, è probabile che s'intensifichino le azioni di lotta e di protesta.

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