Cile: Entrano in scena gli attori secondari...
Quando la neopresidenta cilena il 21 maggio scorso, sentenzió con fermezza al Congresso che non avrebbe “tollerato il vandalismo, i danneggiamenti, le intimidazioni alle persone e che avrebbe applicato con rigore la legge”, aveva ancora sotto gli occhi le immagini degli scontri del primo maggio ed i 1200 arresti del 10 maggio, durante la prima grande manifestazione degli studenti delle scuole superiori.
Ma non avrebbe voluto immaginare che le sue parole potessero scatenare l’effetto contrario. Decine di occupazioni nella capitale ed in tutte le regioni del paese. L’appoggio dei genitori che portano da mangiare ai figli o decidono di iniziare loro uno sciopero della fame, se il ministro dell’educazione Zilic non apre un vero dialogo con gli studenti. La solidarietà dei professori ed in fine il grande apporto degli studenti e professori universitari.
Quella di ieri è stata la più grande manifestazione della storia del movimento studentesco secondario, che va a sommarsi a quelle degli anni ’80 contro la dittatura militare, che 48 ore prima di lasciare il posto al primo governo della Concertación aveva consacrato nella cosiddetta “LOCE” (Ley Orgánica Constitucional de Enseñanza, la legge costituzionale sull’educazione) aveva sottoposto il sistema educativo nazionale alle leggi della domanda e dell’offerta.
Oltre seicentomila sono scesi ieri per le strade. A Santiago, Valparaiso, La Serena, Concepción ed Osorno le manifestazioni più grandi. I carabinieri hanno risposto con un utilizzo sconsiderato dei metodi repressivi, anche contro la stampa e le televisioni. Tanto che i vertici dell’Arma hanno dovuto ammettere gli eccessi e promettere le conseguenti sanzioni.
È un duro colpo per il secondo governo socialista ma è un successo per gli studenti della secondaria che così entrano in scena come attori protagonisti. Non solo più gratuità dei mezzi di trasporto e del “pase escolar”, abolizione della Giornata Scolastica Completa (progetto del tutto fracassato) o eliminazione della tassa sulla PSU (Prueba de Selección Universitaria, prova generale di selezione per l’iscrizione all’università) ma un radicale ripensamento del sistema educativo, una delle tante eredità del regime dittatoriale che negli ultimi anni ha avuto varie riletture ma mai una sostanziale modifica.
Gli studenti stanno dando prova di grande maturità ma anche di un’ottima organizzazione. Un esempio su tutti che mi ha colpito particolarmente: nelle grandi assemblee plenarie delle scuole occupate o autogestite tutti possono prendere la parola ma è categoricamente vietato ripetere concetti già espressi da altri compagni. Una prova di concretezza e voglia di lavorare del tutto invidiabile. Aspettando il prossimo atto, si va in scena...
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