Messico: la democrazia sottomessa agli interessi dei grandi media
Era Marzo 2006 quando tutti i partiti messicani approvarono la Ley Federal de Radio y Television che, in piena campagna elettorale per le presidenziali del 2 luglio dello scorso anno e sotto pressione delle due emittenti televisive dominanti, di fatto concedeva a Televisa e TvAzteca quasi il monopolio delle telecomunicazioni.
Adesso, a poco meno di un anno dalla grande truffa elettorale che ha consentito a Felipe Calderon di diventare Presidente nonostante le mobilitazioni di milioni di messicani, un'indagine dell'Instituto Federal Electoral (Ife) ha scoperto che le imposte pagate regolarmente dai cittadini dello stato sono state utilizzate per sostenere e finanziare la campagna elettorale dei partiti sui principali canali televisivi del paese, come dimostra il lungo elenco di irregolarità a livello mediatico avvenute durante la campagna elettorale. Resta semmai da capire quale motivo ha spinto l’Ife a muoversi con tale ritardo, si chiedono tra gli altri la politologa Denise Dresser dell'Instituto Tecnologico Autonomo de Mexico e alcuni docenti della Unam (Universidad Nacional Autonoma de Mexico).
Dei quasi 800mila messaggi elettorali trasmessi da Televisa e Tv Azteca per circa il 37% non si è ancora riusciti a capire chi li ha pagati, mentre la possibilità per il governo di scegliere a chi assegnare le nuove concessioni di licenza televisiva sulla base del prezzo più alto offerto hanno spinto Maria Amparo Casar, del Centro de Investigacion y Docencia Economicas, a scrivere un editoriale per il quotidiano Reforma in cui sostiene la necessità di cambiare un sistema del genere in cui si cerca di favorire le grandi emittenti tv a scapito dei cittadini.
Per scoprire le molteplici irregolarità commesse durante la campagna elettorale l'Ife ha controllato decine di migliaia di spot elettorali verificando se per queste pubblicità siano stati pagate fatture e contratti, e di conseguenza ha deciso di multare tutti i partiti in relazione a tutti gli spot di cui non erano stati documentati i pagamenti. La multa più salata è spettata al Pri con 4,7 milioni di dollari, seguito dalla Coalicion Por El Bien De Todos (inclusi i partiti minori come il Partido del Trabajo e Convergencia) di Lopez Obrador, che ha dovuto pagare 2,3 milioni di dollari, e infine il Pan con 1,5 milioni di dollari.
Le sanzioni decise dall'Ife però sono state decise quando ormai Calderon ha assunto i pieni poteri già da dieci mesi, come ha ribadito il politologo Horacio Mediano, docente della Unam, così come in ritardo sono stati divulgati dallo stesso Ife i costi delle campagne elettorali dei partiti per le presidenziali del 2006, che ammontano a mille milioni di dollari, di cui oltre il 60% è servito per finanziare l'organizzazione e il funzionamento degli organi elettorali.
Il testo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali citando la fonte e l'autore.
Articoli correlati
- Il presidente Obrador non vuol mettere in discussione le forze di polizia
Messico: i normalistas di Ayotzinapa senza giustizia
Obrador vuole la verità sulla strage dei 43 studenti avvenuta nel 2014, ma solo a parole e, per questo, i familiari degli scomparsi hanno sospendere qualsiasi forma di interlocuzione con il governo.26 febbraio 2024 - David Lifodi - Le organizzazioni criminali godono dell’impunità concessa da istituzioni spesso compiacenti
Messico: la necromacchina di Guanajuato
A cercare i desaparecidos sono soprattutto le donne, le Madres Buscadoras.26 dicembre 2023 - David Lifodi - La denuncia, presentata in sede Onu, arriva dal Frayba
Chiapas: torture e detenzioni illegali contro gli indigeni
Il Centro de Derechos Humanos Fray Bartolomé de las Casas di San Cristóbal de las Casas che accusa il governo del Chiapas di torturare, fabbricare prove false e incarcerare illegalmente i lottatori sociali indigeni, in particolar modo quelli zapatisti.28 novembre 2023 - David Lifodi Guatemala, un gioco delle parti ipocrita
Al ballottaggio tra persecuzione ed arresti27 luglio 2023 - Giorgio Trucchi
Sociale.network