Latina

Nicaragua: Si spalancano le porte alla rielezione presidenziale

Corte Suprema di Giustizia dichiara inapplicabile l'articolo della Costituzione che proibisce la rielezione presidenziale per due periodi consecutivi
20 ottobre 2009
Giorgio Trucchi

 Porte aperte a una nuova candidatura di Daniel Ortega © (Foto G. Trucchi)

Mancano ancora due anni alle elezioni presidenziali di novembre 2011, ma le forze politiche si stanno già preparando.
Già da alcuni mesi uno dei temi maggiormente dibattuti è stato quello di una riforma costituzionale per trasformare il sistema politico in Nicaragua, passando dall'attuale sistema presidenzialista a uno parlamentare.

Principale ispiratore di questa riforma è il Frente Sandinista, Fsln, che con il Partito Liberale Costituzionalista, Plc, ha più volte discusso il tema cercando punti comuni e reciproche concessioni, come avviene in qualsiasi tipo di negoziazione in cui è in gioco qualcosa di importante e fondamentale per il proprio futuro.

Per il Fsln è evidente che un cambiamento di sistema politico e la creazione di una figura come quella del primo ministro permetterebbe di aggirare l'articolo della Costituzione che impedisce la candidatura, e quindi la possibile rielezione presidenziale, per due periodi consecutivi. Si aprirebbe in questo modo la strada a una rielezione di fatto dell'attuale presidente Daniel Ortega.

Durante questi mesi il Plc e il suo principale leader, l'ex presidente Arnoldo Alemán, hanno più volte gettato la pietra e ritirato la mano, preoccupandosi soprattutto dei gravi problemi interni e della non certo facile gestione della personalità dell'ex banchiere e candidato perdente alle elezioni del 2006 e 2008, Eduardo Montealegre. Alla fine, anche se in politica sembra non esserci mai una fine, il Partido Liberal ha deciso di rendere pubblica la propria posizione, che tranquillizza la base e toglie un'arma a Montealegre nella lotta interna al liberalismo per la leadership in vista delle prossime elezioni presidenziali e della scelta del candidato.

Sul fronte del partito sandinista è fin troppo ovvio che tutto punta a permettere un secondo periodo presidenziale al sessantaquattrenne Daniel Ortega.
Seguendo la stessa strategia adottata dai presidenti dei paesi che fanno parte dell'Alternativa bolivariana per i popoli della nostra America, Alba, che con riforme costituzionali o referendum hanno ottenuto la possibilità di presentarsi nuovamente alle elezioni e farsi rieleggere, Ortega ha quindi cercato di battere la strada delle riforme.

Di fronte però al fatto concreto di essere in minoranza in Parlamento e probabilmente, di non potersi garantire una vittoria referendaria, il presidente nicaraguense ha deciso di cercare altre alternative.

Lo scorso 15 ottobre, il presidente Ortega e 105 sindaci sandinisti hanno presentato una richiesta al Consiglio Supremo Elettorale, Cse, affinché emetta una risoluzione sulla presunta "antinomia" esistente nella Costituzione del Nicaragua tra il principio costituzionale di uguaglianza di tutti i cittadini ed il loro diritto ad essere eletti, e la proibizione ad una rielezione per due periodi consecutivi del Presidente, Vicepresidente, sindaci e vicesindaci, introdotta da una riforma costituzionale del 1995.

"Ho convocato immediatamente una sessione straordinaria per studiare il caso ed emettere una risoluzione - ha detto il presidente del Cse, Roberto Rivas -.
Dopo avere analizzato la richiesta con l'aiuto di vari consulenti giuridici abbiamo deciso che tale decisione non era di nostra competenza e lo abbiamo notificato al rappresentante legale del presidente Ortega e dei 105 sindaci".

Il 16 ottobre, lo stesso Ortega ed i sindaci sandinisti hanno presentato ricorso presso il Tribunale d'Appello di Managua, il quale lo ha accettato ed ha passato il caso alla Sala Costituzionale della Corte Suprema di Giustizia.

"Abbiamo raccolto la richiesta e ci siamo immediatamente riuniti per la grande trascendenza del caso - ha spiegato il presidente di questa Sala, il magistrato Francisco Rosales".
Dopo una lunga sessione a cui non hanno voluto partecipare i magistrati liberali che erano in minoranza, i magistrati sandinisti hanno emesso una risoluzione a dir poco storica.

"Si accetta il ricorso presentato da Eduardo José Mejía Bermúdez, rappresentante legale del presidente José Daniel Ortega Saavedra e dei sindaci a cui già ci siamo riferiti. Si ordina al Cse di emettere una certificazione che riconosca ai cittadini che hanno fatto ricorso i diritti politici costituzionali ed elettorali per partecipare alle elezioni del 2011 e 2012 per le cariche che attualmente ricoprono (...).

(...) Dato che - continua la risoluzione - le disposizioni costituzionali contenute negli art. 147 e 178, che creano un'interdizione elettorale per il Presidente, Vicepresidente, sindaci e vicesindaci, producono un'antimonia costituzionale rispetto ai principi costituzionali di uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge, sovranità e autodeterminazione nazionale ed al diritto al suffragio elettorale dei nicaraguensi, il diritto ad eleggere ed essere eletto, ad esercitare i diritti politici senza limitazioni che non siano l'età o la sospensione dei diritti cittadini mediante sentenza penale o interdizione civile, la Sala Costituzionale DICHIARA l'inapplicabilità degli articoli. 147 e 178", nella parte che si riferisce all'impossibilità per queste cariche di ricandidarsi alle elezioni successive alla fine del loro periodo.

La sentenza dovrà ora essere inviata al plenario della Corte Suprema di Giustizia per la sua ratifica.

Catastrofismo dell'opposizione

Immediata la reazione dell'opposizione. Durante una conferenza stampa improvvisata, i principali esponenti dell'opposizione politica e della società civile hanno lanciato un grido dall'allarme sopra il presunto colpo di Stato in Nicaragua.

Mentre Eduardo Montealegre ha comunicato di essersi messo in contatto con la comunità internazionale per denunciare il colpo di Stato e di sperare che l'Organizzazione degli stati americani, Osa, mantenga la stessa inflessibilità avuta nel caso dell'Honduras, per i prossimi giorni sono previste mobilitazioni nella capitale per protestare contro la risoluzione della Sala Costituzionale.

Il Plc ha invece informato che durante la giornata di oggi, 20 ottobre, si riunirà con il segretario generale della Osa, José Miguel Insulza, e gli chiederà la convocazione della Carta Democratica.

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