Latina

Centroamerica: Forti tensioni tra Nicaragua e Costa Rica

Il dragaggio del Río San Juan origine dell'escalation del conflitto
9 novembre 2010
Giorgio Trucchi

L'inizio del dragaggio del Río San Juan da parte del Nicaragua (Foto balboaradio.com)

L'inizio delle operazioni di dragaggio del Río San Juan da parte del Nicaragua, per recuperare il suo corso storico, ha provocato una nuova crisi tra i due paesi confinanti, che è giunta fino ai tavoli dell'Organizzazione degli stati americani, Osa.
 
Dopo due settimane di duri scontri verbali e movimenti di truppe lungo il confine, durante le quali il governo del Costa Rica ha prima accusato il suo omologo nicaraguense di gettare detriti sulle proprie coste e poi, di avere invaso il territorio nazionale installandovi un accampamento militare, il conflitto diplomatico è stato tema di discussione di una improvvisa riunione straordinaria dell'Osa.
 
Il segretario generale di questa organizzazione regionale, José Miguel Insulza, ha infine deciso di intraprendere un viaggio nei due paesi per cercare di aiutare a trovare una veloce soluzione al conflitto.
 
A Insulza, la presidentessa del Costa Rica, Laura Chinchilla, ha esposto la denuncia fatta dal suo paese e ha chiesto che l'Osa interceda presso il governo nicaraguense, affinché ponga fine a quella che considera una gravissima "violazione della sovranità nazionale".
Chinchilla ha inoltre fatto sapere che il suo governo potrebbe addirittura elevare la denuncia al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
 
Le accuse formulate dal Costa Rica sono state respinte dal governo sandinista. Il presidente Daniel Ortega ha infatti chiarito al segretario dell'Osa e alla stampa, che la zona su cui sono stati scaricati i detriti e quella in cui si trova l'accampamento militare fanno parte del territorio nicaraguense. Ha inoltre aggiunto che la presenza militare è dovuta al dispiegamento di forze che operano contro il crimine organizzato e il traffico di droga, non nascondendo però che fa anche parte di una risposta alla massiccia presenza dei corpi speciali della polizia costaricana, inviati sul posto dopo l'inizio del conflitto diplomatico.
 
Vale la pena ricordare che nel 1948 il Costa Rica ha abolito l'esercito. Nonostante ciò, possiede un apparato di Polizia fortemente armato che svolge anche le funzioni di protezione della sovranità nazionale.
 
Problemi di vecchia data
 
Il conflitto tra Nicaragua e Costa Rica sui limiti territoriali è di vecchia data. I 311,6 chilometri di frontiera tra i due paesi sono segnalati solo da 20 punti principali di demarcazione (mojones), ma il vero problema è la distanza che c'è tra di essi. Tra il primo e il secondo, infatti, ci sono 138 chilometri di distanza e ciò rende quasi impercettibile l'esatta delimitazione della frontiera. È infatti proprio in questa zona che si è generato questo ultimo conflitto territoriale e diplomatico.
 
Il Nicaragua basa comunque la sua posizione sui limiti fissati nel 1858 dal Trattato Cañas-Jerez e sulla risoluzione della Corte Internazionale di Giustizia dell'Aia, che nel 2009 ha emesso una risoluzione nella quale riconosce "l'esclusivo dominio del Nicaragua sul Río San Juan", la proibizione per il Costa Rica di navigare con gente armata e la sola possibilità di navigazione con fini commerciali, previo permesso emesso dalle autorità nicaraguensi.
 
Durante la sua permanenza in Nicaragua, il segretario generale José Miguel Insulza ha visitato la zona del conflitto ed ha potuto consultare tutta la documentazione inerente i trattati tra i due paesi, le mappe e gli accordi raggiunti negli ultimi anni, dichiarandosi soddisfatto per le informazioni ricevute e per avere constatato "che da entrambe le parti esiste uno spirito costruttivo" e la voglia di risolvere il conflitto "attraverso la via diplomatica".
 
Ha inoltre fatto sapere che oggi, martedí 9 novembre, informerà l'assemblea dell'Osa sui risultati della visita e sulle raccomandazioni ai due paesi.
 
Per il Nicaragua l'unica soluzione sarebbe invece quella di installare immediatamente una Commissione Bilaterale, che già esiste e che si sarebbe dovuta riunire il 27 novembre, per iniziare a delimitare e demarcare la frontiera in base ai contenuti dei trattati vigenti da più di un secolo.
 
"Creiamo una commissione e iniziamo a porre le demarcazioni lungo tutta la frontiera per risolvere questo problema. La Corte Internazionale di Giustizia dell'Aia ha già detto che il Río San Juan è del Nicaragua e in varie riunioni le commissioni dei due paesi hanno identificato 137 punti da demarcare, ma le autorità del Costa Rica ne hanno certificati solo 17. Questa cosa ci preoccupa", ha detto il presidente nicaraguense.
 
Ortega ha anche individuato soggetti esterni che starebbero complottando per creare confusione e tensioni tra i due paesi. Tra i principali indiziati ci sarebbero i cartelli della droga, che operano soprattutto in Costa Rica e che stanno reagendo contro i piani di collaborazione che sono iniziati a livello regionale per combattere il narcotraffico, ma anche il governo colombiano.
 
Il leader sandinista ha infatti puntato il dito contro la Colombia, paese con cui il Nicaragua ha un forte conflitto sulla delimitazione della frontiera marittima e che in questo momento è in mano alla Corte di Giustizia dell'Aia. Secondo Ortega, un'escalation del conflitto tra i due paesi beneficerebbe il crimine organizzato e i paesi che hanno problemi limitrofi con il Nicaragua.
 
Il Nicaragua si è intanto unito di fronte alle accuse del governo del Costa Rica. Partiti politici, società civile e mezzi di comunicazione hanno inaspettatamente fatto quadrato attorno alla posizione del governo, mettendo per un momento da parte la feroce campagna antigovernativa che negli ultimi anni ha polarizzato ulteriormente la società nicaraguense.

Note:
© (Testo Giorgio Trucchi - Lista Informativa "Nicaragua y más" di Associazione Italia-Nicaragua - www.itanica.org )
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