Latina

Honduras

Assassinano avvocato difensore delle organizzazioni contadine dell’Aguán

La sua colpa: difendere senza timore i diritti dei diseredati e denunciare i soprusi dei gruppi di potere
25 settembre 2012
Giorgio Trucchi

Allan McDonald - Rel-UITA

Nella notte di sabato 22 settembre, nelle vicinanze dell'aeroporto internazionale di Toncontín, a Tegucigalpa, alcuni sconosciuti hanno esploso almeno cinque colpi di arma da fuoco contro l’avvocato difensore del Movimento autentico rivendicatore contadino dell’Aguán, Marca, Antonio Trejo Cabrera, di 41 anni, uccidendolo all’istante.

In più di un'occasione Trejo aveva denunciato la collusione tra i latifondisti e produttori di palma africana dell'Aguán e gli apparati di giustizia, per frenare il processo di recupero delle terre da parte delle famiglie contadine.

"In Honduras la giustizia è al servizio dei latifondisti. Abbiamo dimostrato coi fatti che la ragione sta dalla parte dei contadini e che i tribunali hanno emesso sentenze definitive a loro favore. Nonostante ció, sappiamo che ci sono enormi pressioni sui giudici per annullare le sentenze e favorire in questo modo i latifondisti. Questa situazione potrebbe portare a nuovi e violenti sgomberi contro le famiglie del Marca”, aveva dichiarato Trejo in esclusiva alla LINyM/Sirel.

L'avvocato, il cui nome si aggiunge oggi alla lunga lista delle vittime innocenti del grave conflitto agrario che scuote la valle dell'Aguán, aveva accompagnato le famiglie del Marca nella loro lotta per il recupero della proprietà di tre aziende agricole - San Isidro, La Trinidad ed El Despertar -, acquisite in modo apparentemente illegale dai latifondisti Miguel Facussé Barjum e René Morales Carazo. 
 
Nonostante il 29 giugno scorso il tribunale di Tegucigalpa abbia eseguito una storica sentenza a favore delle famiglie contadine, concedendo loro il possesso definitivo delle tre proprietà e ponendo fine a un processo durato più di 18 anni, le Corti d’Appello di Francisco Morazán e La Ceiba hanno inaspettatamente emesso una risoluzione a favore del ricorso presentato dai legali dei latifondisti e sospeso gli effetti della sentenza stessa.
 
In quell'occasione, l'avvocato Antonio Trejo denunciò un presunto traffico d’influenza e forti pressioni esercitate dai ricchi possidenti sul sistema giudiziario per frenare i passi in avanti fatti dalle organizzazioni contadine.  
 
“Questo omicidio dimostra che i latifondisti e i gruppi di potere continuano a utilizzare sicari per zittire chi lotta per una vera giustizia sociale", ha detto alla LINyM/Sirel, Yoni Rivas, segretario generale del Movimento unificato contadino dell'Aguán, Muca. 
 
Trejo aveva più volte dichiarato alla stampa di aver ricevuto minacce di morte, accusando di questi episodi i ricchi proprietari delle piantagioni di palma africana del Bajo Aguán. Li aveva inoltre considerati responsabili di qualsiasi attentato contro la sua vita e quella dei suoi famigliari.
 
"Assassinare un uomo così impegnato con i settori più emarginati del Paese non è solo un atto di barbarie, ma anche un messaggio molto chiaro che ci mandano i gruppi di potere, per farci capire che in nessun momento accetteranno una soluzione pacifica al conflitto agrario del Bajo Aguán. Non possiamo escludere che nei prossimi giorni ci capiti lo stesso che è accaduto all’avvocato Trejo”, ha detto Rivas. 
 
Il 21 agosto, dopo una violenta repressione da parte delle forze di sicurezza honduregne, l’avvocato difensore del Marca era stato arrestato insieme ad altri 24 contadini che stavano protestando in modo pacifico di fronte ai locali della Corte suprema di giustizia a Tegucigalpa. Obiettivo dei più di 300 contadini presenti nella capitale era riunirsi con il presidente del massimo organo giudiziario, per esigere il rispetto della legge nel caso del Marca e la sospensione di centinaia di processi contro membri delle organizzazioni contadine.
 
Trejo aveva inoltre partecipato alla presentazione di un ricorso d’incostituzionalità contro il decreto legislativo che dà vita alle Regioni speciali di sviluppo, Red, popolarmente conosciute come "città modello". 
 
"Lanciamo un appello a tutto il popolo honduregno e alle organizzazioni nazionali e internazionali che da sempre seguono la nostra lotta. Le invitiamo a non distogliere lo sguardo da quanto sta accadendo in Honduras e a denunciare la persistente violazione dei diritti umani e i continui attacchi contro la vita delle famiglie contadine del Bajo Aguán”, ha concluso Rivas.  

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