Brasile: il paradiso fiscale di Rede Globo
Rede Globo rappresenta bene quello che João Pedro Stedile, storico portavoce del Movimento Sem Terra, definisce come “latifondo mediatico”: non è solo uno dei principali canali televisivi brasiliani, possiede decine di quotidiani, emittenti radio e tv, ha numerose società partecipate. Rede Globo raggiunge ogni giorno milioni di persone e si caratterizza come il principale mezzo di informazione dello status quo e della grande borghesia, cavalcando spesso le pulsioni peggiori della destra brasiliana.
Adesso, per Rede Globo, sembra essere giunto il momento di pagare, non solo per la quotidiana criminalizzazione dei movimenti sociali e per la distorsione dei principali eventi che avvengono in Brasile, ma anche in senso letterale: la più grande impresa di comunicazione verdeoro è infatti sotto inchiesta per un’evasione fiscale di circa 600 milioni di real. All’inizio del 2002, rivela il blog O Cafezinho, del giornalista Miguel do Rosário, Rede Globo aveva già evaso le tasse per oltre 180 milioni di real, cifra che oggi è triplicata, ma che la famiglia Marinho (padrona dell’impresa fin dalla sua nascita, nel 1965, e oggi amministrata dai tre fratelli José Roberto, João Roberto e Roberto Irineu) è stata abile a mascherare trasferendone la sede giuridica alle Isole Vergini, noto paradiso fiscale. Rede Globo è sempre andata a braccetto con i poteri forti dello stato e con i grandi conglomerati economici nazionali e internazionali, non a caso sorse durante il periodo della dittatura ed ha sempre appoggiato il regime militare. Oggi Rede Globo rappresenta anche il principale contenitore del sistema pubblicitario del paese. Scrive O Cafezinho: “Rede Globo ha commesso crimini storici contro il Brasile, si è schierato contro la nascita di Petrobras, ha appoggiato i militari golpisti, ha calpestato la nostra democrazia”. Rede Globo rappresenta il contrario di quella democratizzazione dei media che era una delle principali rivendicazioni dei riots di fine giugno: una delle parole d’ordine più gettonate della protesta era Fora Globo. Del resto, sottolinea Altamiro Borges, del Centro de Estudos da Mídia Alternativa Barão de Itararé, Rede Globo ha cercato di distorcere al massimo i contenuti della protesta, evidenziando che si trattava di mobilitazioni esclusivamente anti-governative e che alle manifestazioni sotto la sua sede avevano partecipato non più di 400 persone. Inoltre, non solo Rede Globo è finita nell’occhio del ciclone, ma anche le sue partecipate, alcune delle quali amministrate da politici coinvolti in innumerevoli casi di corruzione, ad esempio la famiglia Sarney che controlla
In molti invocano una commissione d’inchiesta e chiedono alla presidenta Dilma Rousseff di sospendere le pubblicità istituzionali degli organi di governo su Rede Globo e tutti i mezzi di comunicazione ad essa collegati: per adesso si attende ancora una presa di posizione pubblica da parte del Planalto e del Ministero della Comunicazione.
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