Morti distratte

Muore un militare, e ne parlano tutti... e i morti sul lavoro (civili)?
Idem per le emergenze sanitarie: tante "psicoepidemie", ma siamo sicuri che il batterio killer sia la malattia di cui dobbiamo preoccuparci?
2 luglio 2011

Oggi, sabato 2 luglio 2011, è morto un altro militare italiano in missione (di pace?) in Afghanistan. Tutti i principali giornali italiani riportano immediatamente la notizia sulla prima pagina delle edizioni online.

Cerco su Wikipedia informazioni sulle morti sul posto di lavoro, le “morti bianche”. Non ne trovo di significative, la pagina “Caduti del lavoro” è poco chiara e non aggiornata.

Trovo altrove le informazioni che cercavo: nel 2010, 980 persone hanno perso la vita sul posto di lavoro, senza contare gli invalidi e gli incidenti meno gravi. E questi numeri vengono pure presentati come “dati record”, da festeggiare: per la prima volta in Italia, meno di 1000 incidenti mortali in un anno. Eppure, se la matematica non mente, siamo davanti a una media di 2,6 morti al giorno.

La pagina sui militari morti in servizio, invece, su Wikipedia la trovo. Nel 2010 sono deceduti 13 militari, tutti in Afghanistan.

Il rapporto è di 1 : 75.  Si sta come in Italia sui ponteggi i muratori

Davanti alla morte, i singoli individui sono tutti uguali. Non possiamo stabilire delle gerarchie fra i morti, dire se era meglio la persona che di mestiere faceva il metalmeccanico rispetto a quella che lavorava come alpino.

Non si può però ignorare che l’attività del soldato presenta intrinsecamente il rischio di morire. Se sei pagato per sparare, è possibile che qualcuno ne sia contrariato, e voglia spararti contro. Anche se tu spari per proteggere degli innocenti, la pace o la democrazia.

E’ un rischio che corri, e il tuo stipendio calcola anche questo. Ne sei consapevole, fin dall’inizio.

Per un operaio non è così. La morte non è una delle variabili previste, né dal tuo contratto, né dal tuo stipendio.

Per questo sono convinto che la morte di una persona sul posto di lavoro civile sia più inaccettabile della morte di un militare in servizio (sottolineo – giusto per evitare fraintendimenti – che ho detto “più inaccettabile”, e non “spero che i militari muoiano tutti”).

Per questo mi arrabbio quando tutti i media danno la notizia di un militare morto. Perché penso a tutti i civili di cui non abbiamo saputo niente, morti in un contesto lavorativo che non prevedeva dal contratto la possibilità di morire.

Mi arrabbio con i media stessi. O forse dovrei interrogarmi sul perché queste notizie non fanno audience, e quelle sì? 

*****

A proposito dei nostri media.

Da qualche tempo, ogni anno spunta una nuova emergenza sanitaria. Quest’anno è il turno del batterio killer.

Dopo mesi di allerta, (quasi) panico, danni enormi all’agricoltura… contiamo 48 vittime.

Secondo i dati dell’Unicef, nel 2008 sono morti 26.000 bambini al giorno, per un totale di quasi 10.000.000 in un anno. Un cifra che non possiamo neppure immaginare. Di questi, il 17% è morto per la diarrea. Tradotto in numeri, oltre 1.500.000 di bambini all’anno. Più di 4000 bambini al giorno. Al giorno. Solo per la diarrea.

Eppure, al Tg, sui giornali si parla del cetriolo fatale, e se la colpa sia del letame biologico o meno.

Quando arrivano cifre di questo tipo, siamo sovrastati. Non riusciamo nemmeno a immaginare cosa vuol dire 4000 bambini. Vuol dire 3 bambini al minuto, solo per la diarrea.

E cosa ne facciamo di questi numeri, dati, informazioni? Niente. Cos’altro potremmo fare? Siamo sopraffatti.

Non siamo più capaci di indignarci, ma questo è un problema già consolidato. Ora scopriamo di non riuscire nemmeno a preoccuparci, se queste situazioni non ci toccano da vicino. L’unica soluzione è ignorare. Anzi, rimpiazzare.

Per questo abbiamo i nostri media: ci forniscono preoccupazioni ad hoc, in modo da non perdere l’allenamento alla paura, per vivere stressati al punto giusto, stressati da quello che decidono loro.

Problemi finti: è molto più probabile ammalarsi di cancro per colpa dell’inquinamento ambientale, o di morire in un incidente automobilistico. Noi (o il Tg al posto nostro) pensiamo invece al cetriolo killer. E alle 48 vittime (e non ai 3 bambini al minuto che muoiono per la diarrea). 

Note: Articolo pubblicato anche al link: http://linerziadeigiusti.wordpress.com/2011/07/02/morti-distratte/

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