Libia: “Non è stata una rivolta popolare”
La ribellione libica, che ha rovesciato il colonnello Mu’ammar Gheddafi, “non è stata una rivolta popolare” ma un atto compiuto da “uomini di potere” decisi a cacciarlo, ha dichiarato oggi [9 settembre 2011, NdT] il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. “Non si è trattato di rivolta popolare” come negli altri paesi nord-africani, “dove inizia a soffiare un vento di libertà”, ha dichiarato il Cavaliere davanti ai giovani del suo partito, il Popolo della Libertà, radunati a Roma.
Al contrario, ha osservato, a Tripoli, “degli uomini di potere hanno deciso di dare inizio ad una nuova era cacciando Gheddafi”. “Non è stata una rivolta popolare perché Gheddafi era amato dal suo popolo, come ho potuto constatare quando sono andato in Libia”. Fino ai giorni delle rivolte all’inizio dell’anno, il Presidente del Consiglio italiano aveva intrattenuto rapporti stretti con il regime libico.
La riconciliazione con il regime di Tripoli “mi ha procurato la simpatia non solo della Libia ma di numerosi capi di stato africani”, e “così abbiamo potuto consolidare la nostra presenza, importante per le forniture di gas e di petrolio”, si è giustificato Berlusconi davanti ai suoi giovani sostenitori.
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