IRAQ

Un silenzio di tomba

A poche settimane dal rapimento e dalla morte del vescovo Rahho tracciamo un triste bilancio della guerra in Iraq: delle vittime e dei silenzi.
Renato Sacco

Il nostro è un venerdì santo che continua da tanto tempo e sembra non finire mai! Queste parole riassumono bene lo stato d’animo della comunità cristiana caldea in Iraq, ma anche di gran parte della popolazione che da troppo tempo vive una sofferenza che invece di finire sembra aumentare.
È ancora grande il dolore per la tragica conclusione del rapimento del vescovo caldeo di Mosul, mons. Faraj Rahho.
Il 29 febbraio scorso erano stati uccisi i tre uomini che lo accompagnavano; il vescovo era stato portato via con la forza, rapito come tanti altri in questi tempi in Iraq, poi una telefonata dei rapitori ha fatto trovare il suo corpo, privo di vita, lo scorso 13 marzo. Una tragedia che aumenta il peso di tante altre tragedie: non si conosce il numero delle persone rapite, scomparse, uccise.
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