A proposito di Bolzaneto

Auspicavamo il riconoscimento dei reati.
Semplicemente che le cose venissero chiamate con il proprio nome…
19 luglio 2008 - Tonio Dell'Olio

A volte sembra trovare conferma che nel fondo della coscienza di alcuni individui (qualcuno sostiene di tutti!) sedimenti come uno strato di sabbia pronta a svegliarsi e a disperdersi quando l'acqua inaspettatamente si agita per il lancio di una pietra o per uno scompiglio improvviso.
Quel sottile strato di sabbia è la tentazione totalitaria, il razzismo che mai avremmo pensato di nascondere in noi, la xenofobia più rivoltante e razionalmente insostenibile. La violenza.
Se l'attacco brutale degli agenti in divisa di Bolzaneto non ha avuto una preparazione e una strategia precisa, deve essere accaduto qualcosa del genere in quella triste giornata del luglio 2001!
Non sarebbe altrimenti spiegabile il catalogo di vessazioni, di umiliazioni, di offese alla dignità umana, di torture fisiche e psicologiche... di cui in questi lunghi sette anni abbiamo saputo man mano che qualcuna delle vittime si faceva coraggio e raccontava.
Mai abbiamo invocato condanne esemplari nè tantomeno l'applicazione di una giustizia vendicativa.
Solo auspicavamo il riconoscimento dei reati.
Semplicemente che le cose venissero chiamate con il proprio nome.
Che non si aggiungesse dolore a dolore, umiliazione a umiliazione.
Semplicemente che si imparasse a riconoscere quel sottile strato di sabbia per tenerlo sotto controllo al prossimo lancio di pietra, al primo scompiglio improvviso.

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