Crisi finanziaria e miseria

30 settembre 2008 - Tonio Dell'Olio

Si è conclusa a New York la 63ma Assemblea Generale delle Nazioni Unite che all'ordine del giorno prevedeva anche la discussione sugli Obiettivi del Millennio. Si tratta delle misure che gli Stati membri hanno deciso di adottare per sconfiggere alcune cause nodali del sottosviluppo entro il 2015. In conclusione i poveri sono rimasti ancora a mani vuote.
Ad ascoltare alcuni tra i più importanti rappresentanti della società civile e della cooperazione internazionale che hanno seguito gli incontri (Caritas Internationalis, ActionAid…) basterebbe trovare 72 miliardi di dollari l'anno fino al 2015. Non è una cifra insostenibile se pensate che essa verrebbe raccolta tra gli Stati membri ONU.
Il Congresso americano sta per erogare un prestito di 700 miliardi di dollari per affrontare la crisi finanziaria. Certo, due pesi e due misure.
Ha commentato giustamente il card. Oscar Rodríguez Maradiaga, presidente di Carita Internationalis: "C'è un'emergenza maggiore di 10 milioni di bambini che muoiono ogni anno per cause ampiamente prevenibili?".
Gli Stati Uniti (e non solo loro) coi fatti hanno risposto sì.

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