Piccoli risparmiatori contro le Banche Armate

23 febbraio 2009 - Paolo Spoltore

Se domani l’uomo smettesse di costruire armi, bombe, razzi, missili e altri macchinosi armamenti elettronici di distruzione collettiva, non avrebbe sicuramente difficoltà a trovare altri modi per sfogare il suo insaziabile istinto fratricida ormai legato a un passato barbaro della sua evoluzione naturale.
Le guerre – non i conflitti – finiscono se mancano carri armati, se mancano munizioni nei mortai, se mancano mine su cui saltare in aria; le guerre finiscono se è vero che tutti coloro che si dichiarano contro la guerra lo volessero realmente. “NON con i nostri risparmi. MAI con i loro soldi” è il motto della Campagna “Banche Armate”nata per sensibilizzare l’opinione pubblica, le associazioni, gli enti pubblici sull’esistenza anche in Italia di una serie di banche che oltre ai tanti servizi utili come i conto correnti con ottimi interessi, on-line, prestiti vantaggiosi e molto altro, si mettono al servizio dei produttori d’armi e autorizzano a fronte di un grosso guadagno, le transazioni finanziarie in maniera legale e trasparente (perché la legge glielo permette) tra i produttori e gli stati consumatori, bisognosi di armarsi e di utilizzare i propri arsenali per intimidire e seminare morte e distruzioni.
Non ci sarebbe niente di male se, tutte le persone o le associazioni o i partiti pronti a gridare allo scandalo di una guerra ingiusta in qualsiasi parte del mondo, non possedessero conti correnti o investimenti presso queste banche; questo però non accade. In Italia le Banche Armate con maggiori importi autorizzati sono l’Unicredit Group, quindi anche Banco di Roma e Banco di Sicilia, Intesa San Paolo che ha annunciato la volontà di non essere più “armata”, BMP (Banca Popolare di Milano) anch’essa indecisa, BNP Paribas e BNL, ecc..
Con un semplice gesto, raccogliendo cioè i propri fondi presso uno di questi istituti di credito, si alimenta e si accresce dunque la compravendita internazionale di armamenti e di morte. Proprio così! Ecco perché chi inorridisce di fronte a corpi straziati, di bambini donne e uomini, vittime innocenti dei conflitti dovrebbe riflettere sull’alto valore morale che le proprie azioni possono avere in relazione a questo particolare argomento. Gli istituti bancari infatti rendendosi mediatori, incrementano questo enorme e fruttuoso mercato che incide sul PIL dell’Italia in maniera consistente; l’indice che misura in maniera così deforme il grado di ricchezza del nostro paese, viene sospinto e sorretto anche da queste attività.
Mi è capitato spesso da quando mi sono interessato a questo problema di trovarmi davanti a persone – o peggio ancora a grosse associazioni – che facendo della “nonviolenza” uno dei capi saldi del proprio agire, hanno dimostrato in maniera vergognosamente incoerente la collusione con queste Banche Armate, rivelando in maniera evidente la differenza tra le parole e i fatti.
Il compito della Campagna “Banche Armate”, promossa da Mosaico di pace insieme a Nigrizia e Missione Oggi è quello di portare le persone, le associazioni gli enti pubblici a formarsi un etica nei confronti dei loro risparmi, investimenti e tesorerie.
Scrivere alla propria Banca, al Sindaco del proprio Comune, parlare con i propri conoscenti per chiedere maggiori informazioni, chiarimenti e suggerire cambiamenti di rotta, sono atti egualmente responsabili allo scendere in piazza e protestare esprimendo la propria contrarietà alla guerra.
Visitando il sito www.banchearmate.it potete trovare qualsiasi tipo di informazione sia di natura, giornalistica che legislativa, potendo conoscere ad esempio che tipi di armi vende l’Italia e a chi, scaricare i fac-simile da indirizzare ai direttori delle Banche, nonché la possibilità di invitare ai propri incontri i promotori della campagna e leggere la relazione che annualmente il Parlamento è tenuto per legge a rendere pubblica (l’elenco del 2008 è misteriosamente sparito).
Se l’idea di guerra, persisterà purtroppo per sempre, coloro che hanno scelto e sceglieranno coscientemente di non affidare i propri fondi alle Banche Armate avranno un motivo in più per schierarsi ed essere i protagonisti del vero cambiamento di cui ci auguriamo tutti un imminente arrivo.

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