Gli immigrati sono imprenditori

9 dicembre 2009 - Tonio Dell’Olio

Qualche giorno fa a Roma, la società italiana di studi economici Nomisma ha presentato uno studio su “Immigrazioni e imprese” in cui si censiscono e si analizzano le imprese straniere in Italia. Potrà sembrare strano ma, rispetto all’andamento economico delle imprese italiane, il dato che ne emerge è in controtendenza e indica una crescita della capacità imprenditoriale degli immigrati. Nel primo semestre del 2009 il dato è in crescita del 2,71%.
Nel 2008 oltre 309.000 titolari di imprese individuali hanno nazionalità straniera e di questi oltre il 77% sono extracomunitari (al di fuori dell’Unione Europea). Nel 21% dei casi si tratta di donne. Le prime 10 aree di provenienza, secondo il rapporto, sono nell’ordine Marocco, Cina, Albania, Senegal, Tunisia, Egitto, Bangladesh, Serbia, Nigeria e Pakistan.
Esattamente come avvenne in USA, Belgio, Germania, Canada, Svizzera... dove la maggior parte degli emigrati italiani si fecero valere per la loro creativa laboriosità e onesta intraprendenza.
Come mai questo dato non è stato diffuso e fatto conoscere almeno quanto le attività delinquenziali di alcuni stranieri in Italia?
D’altra parte è vero che anche i gangster italiani a Brooklyn fecero più notizia di tutti i ristoratori, barbieri e sarti messi insieme.
La storia si ripete ma noi non ne impariamo ancora la lezione.

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