Il fiume nero

24 febbraio 2010 - Tonio Dell'Olio

Un minuto di silenzio per il fiume inquinato. Un atto di rispetto e di riconoscenza perché quell'acqua è segno di vita nelle culture e nelle tradizioni dei popoli. La ferita profonda inferta dal petrolio alla sua trasparenza è simbolo di quanto l'uomo riesca a sporcare ciò che tocca. È stato soffocato il canto del fiume. Ma è una situazione - questa - che di poesia ne conosce ben poca. E non si tratta solo del rispetto che ciascuno deve alla natura. È piuttosto la capacità di comprendere che anche quel fiume è una vena della terra ed è sangue che ci nutre. Rispettare, salvare, ringraziare quel fiume, vuol dire preservare noi stessi. In forme diverse quel veleno ci intossica, entra nelle nostre case, in circolo nella nostra vita.
Vi siano parole di denuncia e di speranza perché non si allarghi di più la macchia oleosa dell'ignoranza sprezzante delle persone e che si argini l'intossicazione da delirio di onnipotenza che sembra aver contaminato i cervelli di chi, in nome del progresso, pensa di potersi permettere ogni leggerezza e ogni sfregio. Pensa persino di poterla fare franca davanti alla legge. Degli uomini e di Dio.

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