Il fiume sporco delle mafie

25 febbraio 2010 - Tonio Dell'Olio

I vescovi italiani parlano anche di mafia nel documento "Per un Paese solidale – Chiesa italiana e mezzogiorno". Ma per grazia di Dio non lo fanno riferendo il fenomeno unicamente al Sud. "In questi ultimi vent'anni le organizzazioni mafiose, che hanno messo radici in tutto il territorio italiano - si legge nel documento - hanno sviluppato attività economiche, mutuando tecniche e metodi del capitalismo più avanzato, mantenendo al contempo ben collaudate forme arcaiche e violente di controllo sul territorio e sulla società".
Mafie della cui presenza non si deve leggere tanto nelle pagine delle cronaca e della giudiziaria, ma in quelle dell'economia. Il fiume di denaro che deriva dalle attività illecite, sfocia nel mare dell'economia legale confondendosi con essa e condizionandola pesantemente, approfitta della crisi avvantaggiandosene e utilizza tutte le sponde e gli argini fatti di competenze e furbizie, di capacità imprenditoriale e di fiuto eccezionale. Genialità del male trasformata in carta moneta difficile da distinguere da tutte le altre. La filigrana è la stessa.

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