SOCIETÀ CIVILE

La Carta di Terni

Un nuovo patto sociale contro la crisi: Strada facendo e le sue proposte politiche.
Libera – Ufficio Stampa

Si è svolta a Terni dal 5 al 7 febbraio la quarta edizione di Strada Facendo, l’incontro nazionale sulle politiche sociali organizzato dal Gruppo Abele, Libera e dal Cnca (Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza) in collaborazione con la Regione Umbria e il comune di Terni. Per tre giorni associazioni, volontari, operatori, studiosi, studenti, politici e amministratori locali hanno discusso di lavoro, welfare, diritto alla casa, immigrazione, sanità, carcere, giovani. Tutti temi che in questo periodo vengono attraversati da una crisi che prima che economica è una crisi di diritti. Una crisi politica, etica, culturale. Una delle spie più evidenti di questa drammatica situazione è proprio il modo in cui si affrontano i problemi sociali. Nel migliore dei casi secondo la logica dell’emergenza, della soluzione “tampone” che agisce sui sintomi ma lascia intatte le cause. Nel peggiore, con la rimozione, la distorsione, la demagogia. Strada Facendo rappresenta un appuntamento apartitico, ma non apolitico in cui si sono potute riunire e confrontare tutte quelle realtà che, lavorando sul territorio e intessendo relazioni, sviluppano alternative, praticano nel loro piccolo la resistenza e il cambiamento. Questa struttura orizzontale, per pratiche, esperienze, conoscenze e provenienza ha consentito a ognuno di portare con sé il proprio contributo e la propria progettualità. Oltre 1200 testimonianze, provenienti da tutta Italia, si sono riunite partecipando ai sette gruppi di lavoro alla presenza di oltre 70 relatori le cui proposte sono state unite e hanno formato la “Carta di Terni per un nuovo welfare”.

In una fase di grandi fatiche dobbiamo rilanciare il nostro impegno che nasce dalla vicinanza con le persone, perché la prima dimensione della giustizia è la prossimità, l’essere vicini”, ha commentato don Luigi Ciotti, presidente del Gruppo Abele e di Libera. “Per questo abbiamo lavorato insieme in questi giorni per scrivere la ‘Carta di Terni’. Ma dobbiamo sempre ricordarci che la carta è da trasformare in carne, impegno, presenza, vicinanza con gli esclusi di sempre, i migranti, gli operai, le persone fragili”. In questo senso, ha sottolineato don Ciotti, “chi lavora nel sociale deve impegnarsi di più anche per fare crescere la cultura dei diritti”. 

E alla politica – ha aggiunto – “chiediamo di praticare l’ascolto dei bisogni e di chi li accoglie” quando fa le leggi. “Ma alla politica chiediamo anche – ha concluso – di essere vicina alla storia delle persone, di aiutarci a trasformare la paura in speranza e di essere una politica con la P maiuscola che parla il linguaggio della comunità e non della immunità, attenta al bene comune e non al privilegio di pochi”.

Nuovo welfare

Questo il testo della Carta di Terni per un nuovo welfare, frutto della discussione di Strada Facendo, alla sua quarta edizione.  Le associazioni non profit, le organizzazioni del volontariato, le rappresentanze dei lavoratori e degli studenti, gli operatori che lavorano nei servizi e le persone che ne fruiscono, i funzionari e gli amministratori locali, riuniti a Terni per confrontarsi sulle ricadute sul sociale della crisi economica sono concordi nel farsi promotore dei seguenti orientamenti e proposte:

Il lavoro

- Dotare di caratteristiche universali gli ammortizzatori sociali, superandone l’attuale frammentarietà e relatività, facendone uno strumento di indispensabile ridistribuzione e sostegno del reddito a favore dei lavoratori;

- Superare la legge 30 riducendo a non più di tre le tipologie dei contratti di lavoro, garantendo pur nella mobilità la continuità formativa occupazionale;

- Determinare un piano per il lavoro stabile e di qualità fondato su scelte di rilancio economico orientato alla tutela dell’ambiente, della sostenibilità e all’equità.

Il diritto alla casa

- Passare dall’investimento sul mattone all’investimento sul diritto all’abitare. La città è un bene comune, la casa è un diritto costituzionale;

- Oggi ci sono troppe famiglie senza casa e troppe case senza famiglia. È possibile un incontro tra domanda e offerta nell’equità e nel rispetto dei diritti di tutti;

- Rafforzare ed estendere le misure per il rispetto della legalità nell’edilizia e nel mercato immobiliare.

Il Welfare

- Difendere e rilanciare il progetto di valorizzazione delle comunità locali contenute nella legge 328;

- Definire e finanziare i livelli essenziali di assistenza nel sociale;

- Costruire un patto nazionale per il sociale.

Il Servizio Sanitario Nazionale

- I principi del sistema sanitario nazionale non hanno bisogno di essere riformati. Il rischio è il venir meno della universalità di accesso e di fruizione delle cure;

- La spesa sanitaria è già al di sotto della spesa media europea. Può essere diversamente orientata, non ulteriormente diminuita;

- Il rilancio della partecipazione e del coinvolgimento a tutela della salute dei cittadini richiede trasparenza. La trasparenza delle decisioni dei metodi è anche il presupposto per le valutazioni e il controllo democratico.

Il carcere

- Ridare fiato e opportunità alle misure alternative, in pochi anni drasticamente crollate e sottoutilizzate. La “cassa delle ammende” è stata istituita per i progetti di riabilitazione e reinserimento e deve essere utilizzata per tale finalità;

- Istituire il garante nazionale per i detenuti, e anche per gli stranieri nei CIE, autonomo dal potere politico, oggi strumento indispensabile a fronte del forte indebolimento dei diritti delle persone ristrette. Il carcere priva le persone della libertà, non degli altri loro diritti;

- Predisporre un’iniziativa referendaria(popolare o regionale) per abrogare le norme che oggi trattengono in carcere persone che invece potrebbero essere aiutate meglio con interventi sociali e sanitari.

I diritti negati dei migranti

- Non è accettabile la configurazione del reato di clandestinità, la creazione di fatto di un codice differenziale per i cittadini italiani e stranieri, la negazione dei diritti di cittadinanza per le persone nate in Italia o da lungo tempo in possesso del permesso di soggiorno;

- Contrastare il lavoro nero e approvare il disegno di legge sul reato di grave sfruttamento lavorativo come voluto dalle direttive europee e abolire le forme di schiavitù dei migranti con l’uso dell’articolo 18 della legge sull’immigrazione;

- Rilanciare un discorso autorevole sull’immigrazione che ci vede impegnati in percorsi di protezione, di integrazione, di advocacy e di incontro tra italiani e stranieri per contrastare atteggiamenti razzisti e xenofobi;

- In tutti questi ambiti evidenziati i giovani sono in primo piano.

Si rimarca come i giovani costituiscono una risorsa del presente, la necessità di valorizzarne capacità e iniziative, fornendo loro opportunità, attenzione educativa e garantendo tutti i necessari diritti alla loro crescita con impegno di cedere quote di potere e di rappresentanze reali.

 

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