Stop war on nature!

24 giugno 2010 - Tonio Dell'Olio

A noi, le persone, piace chiamarle con nome e cognome: William Allen Kruse, 55 anni. È Il capitano di una nave da pesca del Golfo del Messico suicidatosi ieri con un colpo di pistola. È l'icona amara della profonda ferita inferta alla natura che ormai non risparmia niente e nessuno. Non si può continuare a violentare la terra (e il mare) chiedendo di soddisfare il nostro stile di vita improntato al mito dell'esagerazione e il nostro modello di sviluppo. Quello che è avvenuto nel Golfo del Messico è la guerra più cruenta dei nostri anni e dovrebbe davvero scuoterci tutti. Lo dice chiaramente un economista di fama mondiale come Jeremy Rifkin: "Alla mia età cerco di non arrabbiarmi più, ma quando ho compreso la grande perdita che stiamo subendo, che questo avrà ripercussioni per generazioni e generazioni sulla vita delle persone, non ce l'ho fatta. Dovrebbe essere un campanello d'allarme per tutti, negli Stai Uniti ma anche qui in Europa e nelle Paesi in via di sviluppo. È come con la guerra in Vietnam, che ha risvegliato le coscienze e ha fatto nascere il movimento pacifista".
Abbiamo bisogno di fare pace col creato al quale da tempo abbiamo mosso guerra nella maniera più crudele. È urgente.

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