Custodire il creato, per coltivare la pace

Quinta giornata per la salvaguardia del creato
1 settembre 2010 - Don Mario Bandiera (Commissione Salvaguardia del Creato Diocesi di Novara)

Oggi, 1° settembre, ricorre la quinta Giornata per la Salvaguardia del Creato il cui tema: “Custodire il creato, per coltivare la pace” ricalca lo slogan della Giornata per la Pace del 1° gennaio di quest’anno che recitava: “Se vuoi coltivare la Pace custodisci il Creato”. Quella che apparentemente può sembrare una ripetizione ridondante, in realtà è la preoccupazione da parte del Magistero di legare sempre più indissolubilmente due realtà come la Pace e la Salvaguardia del Creato alla coscienza delle comunità cristiane, inserendole nel contempo tra i valori non negoziabili. Al riguardo, la Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, e la Commissione Episcopale per l’ecumenismo e il dialogo hanno preparato un Messaggio in cui entrano nel vivo delle tematiche che toccano questi problemi, il Messaggio costituisce per la Chiesa Italiana un’occasione preziosa per accogliere e approfondire, inserendolo nel suo agire pastorale, il profondo legame che intercorre fra la convivenza umana e la custodia della terra già trattato da Benedetto XVI nel Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace del primo gennaio scorso.
“La Sacra Scrittura – si legge nel testo del documento – ha uno dei punti focali nell’annuncio della pace, evocata dal termine Shalom nella sua articolata realtà: essa interessa tanto l’esistenza personale quanto quella sociale e giunge a coinvolgere lo stesso rapporto col creato”. I due Testamenti, l’Antico e il Nuovo, convergono “nel sottolineare lo stretto legame che esiste tra la pace e la giustizia”. Nella prospettiva biblica, dunque, “l’abbondanza dei doni della terra offerti dal Creatore fonda la possibilità di una vita sociale caratterizzata da un’equa distribuzione dei beni”.
“Benedetto XVI – ricordano i vescovi - ha segnalato più volte quanti ostacoli incontrino oggi i poveri per accedere alle risorse ambientali, comprese quelle fondamentali come l’acqua, il cibo e le fonti energetiche. Spesso, infatti, l’ambiente viene sottoposto a uno sfruttamento così intenso da determinare situazioni di forte degrado, che minacciano l’abitabilità della terra per la generazione presente e ancor più per quelle future. Questioni di apparente portata locale mostrano la propria connessione con dinamiche più ampie, quali il mutamento climatico, capaci di incidere sulla qualità della vita e sulla salute anche nei contesti più lontani”.
Bisogna anche rimarcare il fatto che in anni recenti è cresciuto il flusso di risorse naturali ed energetiche che dai Paesi più poveri vanno a sostenere le economie delle Nazioni maggiormente industrializzate, come autorevolmente denunciato nella recente Assembla del Sinodo dei vescovi per l’Africa. Anche le guerre, come del resto la stessa produzione e diffusione di armamenti, con il costo economico e ambientale che comportano, “contribuiscono pesantemente al degrado della terra, determinando altre vittime, che si aggiungono a quelle che causano in maniera diretta”.
Dunque, “pace, giustizia e cura della terra possono crescere solo insieme e la minaccia a una di esse si riflette anche sulle altre”. Oggi, si legge ancora nel Messaggio, “la stessa pace con il creato è parte di quell’impegno contro la violenza che costituirà il punto focale della grande Convocazione ecumenica prevista nel 2011 a Kingston, in Giamaica”.
“Celebriamo, quindi, la quinta Giornata per la salvaguardia del creato – concludono i vescovi - in spirito di fraternità ecumenica, nel dialogo e nella preghiera comune con i fratelli delle altre confessioni cristiane, uniti nella custodia della creazione di Dio”.

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