Franz Jaegerstaetter, ispiratore dell'impegno per la pace oggi

2 settembre 2010 - Gina Abbate



“ Tu mi chiami nel buio di questo tempo…sono pronto.
Certo la via verso la sorgente conduce controcorrente…”

Sono parole del “Canto di Jaegerstaetter”, composto in occasione della sua beatificazione nel duomo di Linz nel 2007, che riecheggiavano nei momenti di preghiera, in occasione dell’anniversario del suo martirio, avvenuto a Brandenburg, per decapitazione, il 9 agosto 1943.
Insieme a più di un centinaio di persone che anche quest’anno si sono date appuntamento, c’eravamo anche noi, un piccolo gruppo di italiani di province diverse.
La caratteristica internazionale del convenire il 9 agosto nel piccolo paese di St. Radegund, nell’alta Austria, al confine con la Germania, è ormai una tradizione viva da molti anni, da quando pacifisti di località diverse, non solo dell’Austria e Germania, hanno riconosciuto in questo contadino, padre di famiglia, condannato a morte per essersi rifiutato di arruolarsi nell’esercito hitleriano, in nome della sua coscienza cristiana, un testimone per l’oggi. Un “testimone solitario”, com’è stato definito da chi ha cominciato a narrarne la vicenda anni or sono, ma in compagnia di altri testimoni solitari, come il bolzanino Josef Mayr Nusser, la cui storia è molto simile.
La celebrazione dell’anniversario del martirio di Franz Jaegerstaetter prevedeva una veglia di preghiera, la vigilia, nella chiesetta del suo paese, accanto alla quale riposano le spoglie, traslate nella tomba nel 1946.
La mattina successiva, nella sala del Comune del paese vicino, Tarsdorf, c’è stata una corale riflessione, animata da Cesare Zucconi, della Comunità S. Egidio, sul tema “Franz Jaegerstaetter, ispiratore dell’impegno per la pace oggi”. Quindi, la silenziosa camminata attraverso le meravigliose colline, con le sfumature dei diversi colori dell’estate, l’ambiente dagli orizzonti ampi tanto amato da Franz, fino alla chiesetta di St Radegund dove, nel ricordo dell’ora della morte di Franz, Uschi Teissl-Mederer, della Pax Christi Tirol, ha animato una preghiera per la pace, molto partecipata, con riferimenti alle situazioni drammatiche dell’oggi. Successivamente la giornata di anniversario si è conclusa con la celebrazione eucaristica, presieduta dal vescovo di Innsbruck, Manfred Scheuer, presidente della Pax Christi d’Austria. La sua omelia si apriva e si concludeva con l’interrogativo biblico “Adamo, dove sei?”.
Si’, le piccole luci deposte dai partecipanti all’uscita della chiesa, accanto alla tomba, sembravano essere un piccola risposta luminosa: - Ci sono, ci siamo! Attingendo alla luce dei martiri, trasparenza di Cristo: anche oggi l’impegno per la pace richiede vigilanza, riflessione, decisione, andare controcorrente. Questa forse potrebbe essere la traduzione attualizzata del canto ripetuto che accompagnava la deposizione dei più di 100 lumini: “Tutta la mia luce e la mia salvezza, questo è il Signore, alleluia!”.

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