I respingimenti di Maroni

6 settembre 2010 - Tonio Dell'Olio

Oggi a Parigi si riuniscono i ministri degli interni dei Paesi dell’Unione Europea. Maroni ha anticipato e promesso che, in quella sede, concorderà "di poter espellere dall'Italia quei cittadini comunitari che non rispettano la direttiva europea del 2004" che per la verità a me sembra rigida ed è stata già interpretata dal Parlamento EU. C'è il desiderio di ridurre sempre di più gli spazi della fortezza. Non ci si pone il dubbio di venire incontro alle ragioni che portano alcuni cittadini della stessa Europa (il 2% secondo Eurobarometro) a spostarsi in un altro Paese. Piuttosto si preferisce seguire la scorciatoia che ci porta a liberarcene nel più breve tempo possibile. E senza troppi ostacoli di tipo garantista o burocratico! Davanti al simulacro della fortezza non reggono più nemmeno le grandi idealità della nuova cittadinanza europea. I confini non sono segnati dal continente quanto dal reddito. Non politiche sociali, né lotta all'esclusione ma respingimenti. E se Maroni potesse, respingerebbe senza problemi anche i senza fissa dimora con tanto di carta d'identità italiana. Chissà che entro la fine della legislatura non penseranno anche a questo. Che nessuno glielo suggerisca per favore. Sono lontani i tempi in cui un lumbàrd più autorevole come il vescovo Ambrogio tuonava dalla cattedra di Milano che "scegliere chi accogliere è un avvilire l'ospitalità". Ma era un lombardo di ben altra stoffa.

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