Il coraggio di una madre

17 dicembre 2010 - Tonio Dell'Olio

Ciudad Juarez (Messico) è considerata dalle statistiche del crimine la città più violenta al mondo. La sua posizione geografica al confine con gli Stati Uniti ne fa un crocevia cruciale per traffici illeciti di ogni genere. Ogni mattina, aprendo un giornale della città ci si trova di fronte alla galleria dell’orrore ma anche al catalogo dell’impunità e dell’ingiustizia. Ieri sera è stata uccisa Marisela Escobedo. Da quando, due anni fa era stata uccisa sua figlia, non ha vissuto che per ottenere giustizia e verità. L’assassino venne catturato quasi subito e confessò l’omicidio della giovane indicando anche il luogo in cui era stato bruciato il corpo della vittima. Nonostante questo, le prove non furono ritenute sufficienti e, inspiegabilmente, il reo confesso ottenne la libertà. Da quel momento Marisel non si è fermata un momento. Nei giorni scorsi manifestava davanti al Palazzo del Governo dello Stato di Chihuahua perché l’assassino di un cugino del governatore era stato arrestato e condannato nel giro di una settimana. Anche ieri sera Marisel si trovava davanti al Palazzo col suo striscione: “Giustizia privilegio del governatore. Per mia figlia quando?” Alle 20.00 ora locale di ieri una persona a volto scoperto le si è avvicinata e l’ha uccisa sparandole alla testa. E questo mesto Mosaico dei giorni di oggi vuol essere il riconoscimento a una donna coraggiosa che porteremo nel cuore. Ad attendere verità e giustizia ora sono molte più di due persone e noi faremo tutto quello che è in nostro potere perché l’impunità e il dolore non abbiano più l’ultima parola.

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