Sul corpo delle donne africane

17 febbraio 2011 - Tonio Dell'Olio

Le mutilazioni genitali sono tra le peggiori vergogne del mondo che si consumano sul corpo delle donne e che dovrebbero vedere una reazione internazionale più coesa e determinata. Per fortuna ci pensano le stesse donne africane per le quali continuiamo a chiedere il riconoscimento del Nobel per la pace! In questi giorni sono riunite a Roma per discuterne e assumere nuove iniziative. A dispetto di quanto si crede comunemente, la pratica delle mutilazioni genitali praticate sulle bambine continua ad essere applicata in 28 nazioni africane e, di queste, 19 hanno adottato leggi e hanno previsto sanzioni. Un cammino lungo e faticoso che si confronta con credenze ataviche e tradizioni ancestrali. Un cammino di liberazione che dovrebbe vederci tutte e tutti, in ogni parte del mondo, efficacemente mobilitati a fare la nostra parte perché non sia segnata, compromessa e messa in pericolo la giovane vita dell’Africa stessa. Una violenza che è stata condannata decisamente tanto dal cristianesimo quanto dall’Islam. Se a volte è necessario combattere una guerra, varrebbe la pena impegnarsi su questa, senza armi. Con un impegno culturale e politico di tutta la comunità internazionale.

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