Dotati di significativa capacità offensiva

la modifica della legge sull’Obiezione di Coscienza
22 aprile 2010
Aldo Fiore (fabio corazzina - coordinatore pax christi italia )

 

"Non Zeus mi ha imposto questi ordini, né Dike fissò per gli uomini tali leggi. Non potevo pensare che i tuoi decreti fossero a tal punto potenti da dare, a te che sei mortale, il diritto di trasgredire le leggi non scritte, ma inviolabili degli dei. Non da oggi, non da ieri, ma da sempre esse sono vive e nessuno sa da dove e da quando siano apparse. Io non potevo, a causa dell’arroganza di un uomo, pagare per una colpa nei confronti degli dei. Sapevo bene di essere mortale e di dover morire, anche senza i tuoi editti. Ma dico che è un guadagno se morirò prima del tempo… se avessi lasciato senza sepoltura il corpo del figlio nato da mia madre, per questo avrei vero e grande dolore. Per la morte invece non provo sofferenza alcuna. E se ora ti sembra che mi comporti da pazza, forse lo è chi mi accusa di essere tale” (dall’Antigone di Sofocle)

Scegliere in nome della coscienza significa superare ogni ordine legislativo e collocarsi nell’ordine dei “fondamentali” su cui ci si gioca la vita, la democrazia, il diritto dei diritti umani, la possibilità di convivenza e l’elaborazione di ogni sistema legislativo. Una scelta fatta in coscienza va tutelata e custodita come una preziosissima possibilità di futuro. Per legge non posso permettermi di modificare la coscienza, né chiedere di cambiare la mia coscienza con un decreto, entrerei in una pericolosa deriva dittatoriale o fondamentalista. Farei piuttosto una legge dal titolo “Dotati di una significativa capacità offensiva” che ci tuteli da tutti coloro che scherzano con la coscienza e la trattano come l’ultimi dei capricci.

Dico questo perché finalmente ci siamo arrivati, con decisa convinzione, la Camera nel maggio 2007 e il Senato il 25 luglio, hanno approvato il disegno di legge n 1556 che modifica la legge n 230 dell’8 luglio 1998 in materia di Obiezione di Coscienza.

“… nella mia coscienza era questo uno di quei casi in cui il mio dovere era di non obbedire al mio principe, qual che si fosse in proposito l’opinione degli altri (la cui coscienza e dottrina non avrei condannato né mi sarei assunto di giudicare): nella mia coscienza la verità mi sembrava altrimenti. Essa non si era fatta una opinione impulsiva o superficiale, ma aveva meditato a lungo e ricercato con diligenza” (Tommaso Moro, dalla Torre di Londra in cui era imprigionato, 17 aprile 1534)

dotati di significativa capacità offensiva Che strano, davanti alla strategia di guerra preventiva che ha sempre più diritto di cittadinanza nelle nostre democrazie avanzate, davanti alla preoccupante corsa al riarmo, davanti alle dichiarazioni di possibile “first use” di armi nuclaeri di nuova concezione, davanti al tradimento che stiamo perpetrando nei confronti dei poveri snobbando gli obiettivi del millennio, davanti al bisogno di sicurezza che si colora di richiesta di liberalizzazione del porto d’armi utile anche a difendere i nostri interessi e le nostre cose anche a scapito della vita, davanti alla sensazione di lentezza e immobilismo della nostra politica nazionale, davanti al disimpegno sul Servizio Civile Nazionale, il nostro senato, sempre rissoso e ai limiti del tracollo, trova tempo e energie per approvare all’unanimità la modifica della legge sull’obiezione di coscienza.

Nasce la categorie di chi, “decorsi almeno cinque anni dalla data in cui è stato collocato in congedo secondo le norme previste per il servizio di leva, può rinunziare allo status di obiettore di coscienza presentando apposita dichiarazione irrevocabile presso l’Ufficio nazionale per il servizio civile” e in quanto persona che ha “rinunciato allo status di obiettore di coscienza”, può usare “armi e materiali esplodenti privi di attitudine a recare offesa alle persone ovvero non dotati di significativa capacità offensiva”.

Ma ci sono stati altri tempi, altre donne e uomini di ben diversa levatura. Persone semplici ma coerenti e che su questa coerenza hanno giocato tutta la vita, fino a donarla la vita. Persone come i giovani della Rosa Bianca, come Josef Mayr-Nusser, come Franz Jägerstätter, un contadino contro Hitler, che il 10 marzo del 1938 diceva:

“Quasi tutti noi sapevamo dai giornali, dalla radio, dai raduni e così via ciò che Hitler voleva attuare con il suo programma e che liberarsi dai debiti di guerra e mettere fuori corso il marco non poteva portare altre conseguenze se non quelle che sono sopraggiunte in abbondanza, a meno che il buon Dio non avesse tolto agli altri popoli il libero arbitrio e avesse guidato i lori pensieri in modo che si sottomettessero senza combattere al nazionalsocialismo tedesco. Ma Dio lascia ad ogni uomo il libero arbitrio ed anche noi austriaci lo avevamo il 10 aprile 1938, anche se i tedeschi si erano già impossessati del nostro paese: la possibilità di decidere in coscienza per un ‘Sì o un ‘No non ce l’hanno tolta né Dio né i tedeschi”.

Mi sembra che siamo “non dotati di significativa capacità riflessiva e progettuale” se ci immaginiamo che una legge possa toglierci la possibilità di decidere in coscienza e in coscienza rimanere coerenti con noi stessi . Tolta la leva, creato l’esercito volontario di professionisti, cancellata l’obiezione di coscienza e rimessa in campo la possibilità di essere richiamati tutti alle armi in caso di mobilitazione (cioè di guerra):
• abbiamo chiuso il capitolo della Difesa Popolare Nonviolenta o meglio della nonviolenza come fatto politico
• abbiamo cancellato un patrimonio di valori civili, di partecipazione attiva e costruttiva alla costruzione di un mondo nuovo
• abbiamo banalizzato le scelte confondendo la difesa dei diritti con la possibilità di rinunciare a ogni nostra scelta, cancellando la responsabilità dei nostri atti e deresponsabilizzando generazioni intere.
• Abbiamo detto che esistono armi e esplosivi che non fanno male e non sono offensivi, per cui da ora in poi fabbricheremo e venderemo solo quelli
• Ci siamo giocati, ancora una volta, anche un pezzo di Costituzione.

Con amarezza constato che il silenzio quasi totale ha caratterizzato questo dibattito. Mi domando dove si sono cacciati quegli enti che hanno avuto la possibilità di beneficiare della presenza di migliaia di giovani obiettori di coscienza in servizio civile. Li abbiamo cercati e usati questi giovani, forse non abbiamo condiviso sinceramente la loro scelta, tanto che ora non li stiamo difendendo nella loro dignità. Probabilmente la nostra attenzione cade ora sul Servizio Civile Nazionale, che non avrà migliore sorte se ci preoccuperemo solo di avere “forza lavoro” e non di difendere la coscienza e le coscienze che scelgono, a costo della vita, il bene, la pace, la giustizia, la liberazione, la nonviolenza, la verità.

“Caro figliolo, come vorrei – non correggere il passato che è già passato ed è incorreggibile – ma in qualche modo risarcirtelo. Vorrei lasciarvi in eredità un nome onorabile e la consapevolezza del fatto che il vostro padre ha lavorato tutta la vita disinteressatamente, senza pensare alle conseguenze del suo lavoro per la sua persona. Ma proprio per questo interesse ho dovuto privarvi delle comodità godute da altri, dei divertimenti propri della vostra età e persino della vicinanza con voi. … la mia speranza è che tutto ciò che si fa rimane: spero che un giorno, in qualche modo pur a me sconosciuto, sarete ricompensati di tutto ciò che ho tolto a voi.” Così scrive al figlio Kirill, Pavel Florenskij il 23 gennaio 1935 dal lager russo in cui venne fucilato.

Un ultimo riflessione la voglio dedicare agli obiettori di coscienza che ancora oggi pagano sulla loro pelle la scelta fatta e che in Italia corriamo il rischio di dimenticare, colpevolmente, e abbandonare: Osman Murat Ulke obiettore di coscienza turco, Criss Capp obiettore di coscienza statunitense, Mehmet Tarhan, l’obiettore di coscienza gay curdo, Jonathan Ben Artzi obiettore di coscienza israeliano, … e tanti altri in ogni angolo del mondo. Mentre in Italia si svilisce la dignità dell’obiezione di coscienza alla guerra e alla violenza che calpesta vita delle persone in molti paesi del mondo i giovani obiettori sono arrestati, imprigionati e condannati.

Ci avete rovinato ancora una volta le vacanze. Vi consiglio, cari parlamentari, in questi giorni di rileggervi “Antigone”, una illuminante tragedia di Sofocle. Portatevi in spiaggia un piccolo testo intitolato “Testimoni della coscienza, da Socrate ai nostri giorni” è scritto da Anselmo Palini, un amico, insegnante e obiettore di coscienza. Se poi vi capita di entrare in internet fate un giro nel sito www.refusingtokill.net, sarà illuminante sul tema.

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