Dalle botte talebane ai sequestri "democratici", dalle speranze di Intini agli auspici di D'Alema
"Nella tarda mattinata di ieri un gruppo della polizia religiosa talibana, composto da circa 25 persone, è entrato con la forza nell'ospedale di Emergency scavalcando il muro di cinta e minacciando il personale dell'ospedale. Il gruppo, armato di kalashnikov e fruste, ha imposto a tutti i membri dello staff nazionale e internazionale di Emergency presenti in ospedale di inginocchiarsi, tenendoli sotto il tiro delle armi per quasi due ore. Alcuni di loro sono anche stati picchiati con rami strappati dagli alberi e usati come frusta. Tre membri dello staff locale sono stati arrestati con l'accusa di "aver opposto resistenza" e non ancora rilasciati."
Questo comunicato stampa denunciava al mondo il 18 maggio 2001 l'intimidazione violenta dei talebani nei confronti di Emergency. I fondamentalisti che erano entrati nell'ospedale avevano trovato a pranzare insieme uomini e donne, un comportamento considerato criminale nell'Afghanistan talebano. In seguito al gesto repressivo Emergency sospese le proprie attività. Gino Strada fa subito presente ai talebani che sulle condizioni di lavoro negli ospedali di Emergency e sul rispetto dei diritti umani universali(quindi estesi anche alle donne) non si poteva trattare.
L'ospedale(alle condizioni di Gino e senza nessuna limitazione imposta dai talebani) riesce a riaprire dopo diversi mesi, successivamente l'attacco statunitense e l'inizio della carneficina. Prima dell'11 settembre l'Afghanistan non occupava le prime pagine dei giornali e, se si esclude la vicenda dei Buddha distrutti dagli studenti coranici, nessuno si occupava del Paese caucasico. Quindi anche l'attacco talebano all'indipendenza di Emergency passò sotto silenzio. Il portale Vita.it nel suo archivio riporta una dichiarazione di speranza del sottosegretario agli Esteri Intini(nell'anno 2007 Beppe Grillo segnalava qualche giorno fa che oggi invece i nostri governanti non sperano, auspicano). Mentre alcuni mesi dopo l'impegno contro la guerra di Gino fu strumentalizzato a fini di propaganda e il chirurgo milanese divenne "amico dei talebani" per i coriferi della guerra.
Sono passati diversi anni e la cronaca di queste settimane è nota. Emergency, dietro sollecitazione della Farnesina, interviene per la liberazione del giornalista Daniele Mastrogiacomo e dei suoi collaboratori. Mastrogiacomo viene liberato mentre i suoi collaboratori verrano assassinati(uno subito dopo il sequestro, l'altro dopo una misteriosa seconda cattura talebana). I servizi segreti afghani, mentre D'Alema e i suoi collaboratori inondano l'etere di dichiarazioni, rapiscono Rahmatullah Hanefi, il direttore dell'ospedale di Emergency a Lashgar-Kah e figura chiave della sicurezza dell'ospedale stesso. Dopo settimane di detenzione(nelle quali giungono voci di torture nei suoi confronti) Rahmatullah ed Emergency vengono accusate di sostenere Al-Qaeda e i talebani con la copertura dell'attività umanitaria. Emergency è costretta a sospendere le sue attività nel Paese.
Gli anni sono passati ma a quanto pare le situazioni sono le stesse. Nel 2001 i talebani con la forza costrinsero Emergency a sospendere le sue attività. Le autorità italiane espressero "la speranza in una pronta riapertura dell'ospedale". 6 anni dopo i servizi segreti del "democratico" stato afghano rapiscono un collaboratore preziosissimo di Emergency, lanciano accuse infamanti e costringono la Ong a sospendere le sue attività. Le autorità italiane, davanti ai fatti e alle accuse di tortura, "auspicano che tutto si chiarisca rapidamente".
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