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Marcia della Pace Perugia-Assisi

Il Mosaico della Pace passa da Assisi

Su Mosaico di Pace di Settembre un vivace scambio di lettere tra Alex Zanotelli e Flavio Lotti ci restituisce finalmente un confronto aperto e fecondo sui temi della Pace, della Nonviolenza e dei diritti umani.
22 settembre 2007

In marcia per la Pace

Nel luglio scorso PeaceReporter, e subito dopo molte altre testate di area pacifista e non, riportò lo 'scoop' dell'abbandono della parola Pace nella Marcia Perugia-Assisi di quest'anno. Alex Zanotelli fu tra coloro che furono più schietti e diretti nel criticare e prendere le distanze da questa opportunità. A distanza di qualche mese Flavio Lotti risponde con una lettera aperta ad Alex, pubblicata su Mosaico di Pace di Settembre, ai dubbi e alle critiche da lui sollevate. Innanzitutto Lotti, così come fece subito a Luglio, ribadisce che la parola Pace non sparirà affatto ma si "contribuirà a renderla ancora più credibile e concreta. Quella del 7 ottobre sarà una grande occasione per rilanciare il nostro progetto nonviolento". A partire da questa affermazione di Lotti nasce un vivace scambio tra lui e Alex, che controbatte a Lotti in una seconda lettera aperta pubblicata nella pagina successiva. Finalmente, dopo tantissimo tempo, possiamo affermare che il pacifismo esce dai cortili personali e vediamo un dibattito schietto e sincero tra personalità con sensibilità e visioni anche diverse ma pronti al confronto ed insieme a cercare una via comune alla Pace.

Alex non ha avuto paura a Luglio di chiedere spiegazioni alla Tavola e ad esprimere il suo personale punto di vista. Lotti, da par suo, non si è sottratto ed è stato pronto a discutere. La cordialità della conversazione, così come è possibile leggere negli articoli(per leggerli integralmente cliccare sui link in fondo alla pagina), non ha tolto nulla alla schiettezza e alla franchezza delle posizioni. Anzi proprio questo forse ha maggiormente spinto entrambi ad aprirsi e a costruire spunti di riflessione molto fecondi per tutti. Quando pensiamo alla parola Pace e al pacifismo molto spesso rischiamo di cadere nel più banale ricorso alla retorica e alla teoria astratta. Quali soluzioni per impedire e sottrarsi allo scontro di civiltà? Il dialogo tra le religioni e le civiltà. Benissimo, ma come possiamo convincere, persuadere gli altri al dialogo tra luoghi e popoli lontani e diversi se noi, che ci definiamo più o meno tutti pacifisti, contro la guerra quando non addirittura nonviolenti, non riusciamo a dialogare tra noi? Diciamoci la verità, perché le esperienze di 'Fermiamo la guerra' e 'Bandiere di Pace' si sono concluse? Quante volte in questi anni abbiamo assistito ai distinguo, alle accuse, ai particolarismi, alle 'doppie'(se non triple) manifestazioni?

Alex e Flavio danno in questo una prima lezione a tutti. La Pace non è una ideologia o un concetto acquisito una volta per tutte. Essa è un cammino di persone che, insieme, guardandosi nei volti e riconoscendosi tutti parte della Verità e non depositari di una verità assoluta, sono pronte a mettersi in gioco per qualcosa che è il cuore dell'esistenza di ognuno di noi e non patrimonio di pochi. La tua verità? No, la verità la vieni a cercare con me; scriveva Machado e questo è l'umile atteggiamento che spesso non pensiamo neanche lontanamente di adoperare. Lo scrittore Amos Oz avverte addirittura che 'il fondamentalismo è morte' mentre la vita è rappresentata dal compromesso. Aldo Capitini metteva in guardia dal pensare che la Pace possa viaggiare solo sulle spalle di pochi volenterosi. Tiziano Terzani a sua volta scriveva in Un altro giro di giostra che Il senso della ricerca sta nel cammino fatto e non nella meta; il fine del viaggiare è il viaggiare stesso e non l'arrivare.

Non esiste una ortodossia pacifista, una bibbia ideologica arcobaleno. La Pace è eterodossa per definizione, è l'incontro dei molti, il cammino costante dei tanti. La Pace è il riconoscersi tutti protagonisti di un destino e di un futuro comune, da costruire insieme. Apertura verso l'altro e nel suo essere portatore di ricchezza e valori. Comprendere che la Pace non può essere confinata, per usare le parole di Alexander Langer, nelle chiese e nelle sagrestie ma deve superare ogni confine e barriera. Linguistica, etnica, economica, culturale, politica. La Pace è transnazionale per definizione. Una bandiera, ancora più immensa dell'arcobaleno, nella quale tutti, se sollevassimo lo sguardo da terra, verremmo avvolti: il cielo stellato. Quel cielo che continuiamo a rifiutare continuamente rimanendo avvinghiati ai nostri pesi e ai nostri calcoli di bottega. Rifiutandoci aprioristicamente e dogmaticamente di ridiscutere le nostre convinzioni personali e i nostri recinti. Scrive Alex in fondo alla sua lettera di risposta: Non dividiamoci per questo. Continuiamo a discuter fra di noi, a dialogare, a confrontarci, ma senza spaccarci. Siamo già così pochi! Teniamo questo movimento per la Pace unito! E' un riprendere le parole profetiche di don Tonino Bello: il problema oggi non è che sogniamo ma che sogniamo troppo poco.

Nei due contributi ospitati su Mosaico di Pace Flavio Lotti e Alex Zanotelli fanno sgorgare dalla discussioni molti temi che coinvolgono il lavoro quotidiano di tutto l'arcipelago pacifista. Lotti rilancia il nodo del rapporto con la politica autonomo e responsabile. Lotti ammette che non sa nemmeno se e quando ci saranno le condizioni perché maturi una soluzione positiva [...] Sbaglieremo. Ci sporcheremo le mani. Forse. È possibile. Alex risponde proponendo a Lotti di chiedere a tutti i rappresentanti istituzionali che vogliono presentarsi il 7 con i propri gonfaloni solo dopo aver votato per l'acqua come bene pubblico, diritto fondamentale a totale gestione pubblica. Alex ricorda poi che i politici che si presenteranno(parte dell'attuale coalizione al potere in Italia ha già tirato per la giacca la Marcia ... ) sono gli stessi "che hanno votato il rifinanziamento della guerra in Afghanistan e la finanziaria con i suoi 23 miliardi per la difesa(con il 13% di aumento sulla finanziaria di Berlusconi)". Si potrebbe aggiungere che sono gli stessi che, davanti a 300mila persone, nel 2003 si impegnarono firmando il 'librone' di Lotti a non appoggiare più politiche militariste e guerrafondaie ...
Ma al di là di poche righe sulla rivista(Alex rilancia ancora l'opposizione al neoliberismo e la questione dei 'beni comuni') tante sono le possibilità di lavoro e di impegno, di confronto e di dialogo che ci vengono presentate. Ma è bello pensare che la Pace va oltre la contingenza di un momento, oltre i calcoli(a volte anche appassionati, spesso freddi e ambigui). La Pace può, deve essere, la commozione dell'animo e la tenerezza del cuore pronto a rilanciare l'ardore dei sogni e la passione dei sentimenti davanti al Moloch della violenza e dell'odio, della guerra e delle armi.

Note: "La miseria che c'e' qui è ve­ramente terribile, eppure, alla sera tardi, quando il giorno si e' inabissato dietro di noi, mi capita spes­so di camminare di buon passo lungo il filo spinato, e allora dal mio cuore s'innalza sempre una voce -non ci posso far niente, e' così, e' di una forza elemen­tare -, e questa voce dice: la vita e' una cosa splendi­da e grande, piu' tardi dovremo costruire un mondo completamente nuovo. A ogni nuovo crimine o or­rore dovremo opporre un nuovo pezzetto di amore e di bonta' che avremo conquistato in noi stessi. Pos­siamo soffrire ma non dobbiamo soccombere. E se sopravviveremo intatti a questo tempo, corpo e ani­ma ma soprattutto anima, senza amarezza, senza odio, allora avremo anche il diritto di dire la nostra pa­rola a guerra finita.


OSIAMO SOGNARE UN MONDO NUOVO

Fratello, sorella, giovane come noi
ti chiediamo: non stancarti di sognare.
Abbiamo ereditato un mondo diviso,
un mondo che ci classifica secondo il colore
della pelle,
l'istruzione, la ricchezza, la religione.
Un mondo dove l'amore non ha casa.
Ci hanno fatto credere che è normale,
magari necessario, essere divisi,
odiarsi perché siamo nati
dalla parte opposta
di una linea immaginaria,
morire di fame perché altri mangiano troppo,
essere uccisi prima di nascere,
nutrirsi del dolore dei fratelli.
Ma questo non è il mondo che Dio vuole.
Non lo vogliamo neppure noi.
Noi osiamo sognare un mondo nuovo.

Koinonia Community di Lusaka(Zambia)

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