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Il comitato del premio Nobel - ancora un altro scandalo

Jan Oberg (TFF co-founder and director)
Tradotto da per PeaceLink

Martti Ahtisaari

La scelta di Martti Ahtisaari non soddisfa, nemmeno con un'interpretazione molto libera nessuno dei criteri delineati nelle volontà di Alfred Nobel, cioè: contribuire alla fraternità nel mondo, ridurre gli eserciti ed incoraggiare i congressi di pace, tanto per citarli nelle parole dello stesso Nobel nel 1895.

Ahtisaari ha ripetutamente operato come "pacificatore" per le élites del potere occidentale. Nel 1999 fu il rappresentante che persuase lo stato serbo ad arrendersi dopo 78 giorni di bombardamenti NATO, l'avvenimento più brutale in Europa dal 1945, che mancavano anche di un mandato del consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

E' stato quindi designato come "architetto" del piano dietro la separazione dell'adesso Kosovo "indipendente" che, dopo i suddetti bombardamenti, interruppe i contatti con la Serbia. L'indipendenza del Kosovo e' riconosciuta soltando dal 25% dei governi mondiali.

Ahtisaari e' dunque un uomo che sostiene pienamente attraverso le sue "mediazioni" una "pace" realizzata con mezzi militari e violazioni di leggi internazionali piuttosto che seguendo la norma delle Nazioni Unite di una "pace con mezzi pacifici".

Stando al testamento di Nobel, il comitato Nobel non dovrebbe necessariamente consistere in parlamentari norvegesi. Nobel ha solo detto che coloro che devono decidere a chi assegnare il premio debbano essere designati dal parlamento norvegese.

Chi si sognerebbe mai di far assegnare il premio in, diciamo, medicina, fisica o letteratura ad un gruppo di parlamentari che non abbiano la minima conoscenza dell'argomento o formazione professionale? Eppure cio' e' esattamente quello che fa il comitato Nobel. Nessuno di loro ha
alcuna conoscenza professionale riguardo la pace.

Il comitato ha di nuovo premiato uno dei suoi amici politici invece di uno dei candidati indipendenti di questo anno che hanno realmente contribuito, sul piano intellettuale, culturale o attraverso il dialogo ad una vera pace.

Questo e' uno scandalo, ancora un altro dopo Al Gore lo scorso anno.

Chi come noi aspira a un mondo sinceramente pacifico si sente, con questa decisione, ancora una volta privato del premio piu' importante.

Note: Tradotto da Stefano Mazzucco per www.peacelink.it

Il testo e' liberamente utilizzabile a scopi non commerciali citando la fonte, l'autore e il traduttore.

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