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Tre "Amici di Francesco" arrestati a STRATCOM

Un'insegnante in pensione, un veterano del Vietnam, e una terziaria francescana sono stati arrestati a STRATCOM lo scorso 2 ottobre, durante una manifestazione pacifica all'Offutt Air Force Base di Omaha, Nebraska. I 150 attivisti chiedevano tagli alle spese militari.
12 ottobre 2011
Nukeresister
Tradotto da Antonella Recchia per PeaceLink
Fonte: www.nukeresister.org - 04 ottobre 2011

Il gruppo dei manifestanti a STRATCOM Oltre 150 persone, che si fanno chiamare “Amici di Francesco”, tra cui molte religiose cattoliche, si sono riunite davanti al cancello principale dell’Offutt Air Force Base, sede di STRATCOM, domenica 2 ottobre, per pregare e agire per la pace.

Provenienti da numerose città dell’Iowa, del Nebraska e del South Dakota, i membri del gruppo stavano celebrando il 25° anniversario dell’Incontro Ecumenico per la Pace tenutosi ad Assisi nell’ottobre del 1986 e l’annuale festa di Francesco d’Assisi, uomo di pace (4 ottobre), e commemoravano il tragico decimo anniversario dell’inizio della guerra degli USA in Afghanistan (6 ottobre).

Il raduno includeva preghiere, canti, danze. Martha Hennessy, nipote di Dorothy Day – la fondatrice del Catholic Worker – era tra i relatori. Al termine della preghiera il gruppo si è spostato sulla strada che porta al cancello principale dell’Offutt Air Force Base. Hanno bloccato il traffico mentre veniva letta una dichiarazione e tre manifestanti hanno oltrepassato la linea del confine di proprietà e sono stati immediatamente arrestati dalle forze di sicurezza. (Leggi sotto il testo della dichiarazione).

the three line-crossers I tre che hanno oltrepassato la linea sono:

Marilyn Ryan, mcurranryan@cox.net , un’insegnante in pensione di Omaha, NE;

Gilbert Landolt, peacevet@hotmail.com , un veterano del Vietnam, disabile, Presidente dei Veterans for Peace di Des Moines e del Catholic Worker di Des Moines;

Marian Klostermann OFS, klostermannm@osfdbq.org , una terziaria francescana di Dubuque, attivista per la pace e la giustizia da lungo tempo e formatrice alla nonviolenza nelle carceri.

Questa preghiera pubblica e questa azione per la pace sono state introdotte dalle Sorelle Francescane di Dubuque, Iowa, le quali hanno invitato il pubblico ad unirsi alla protesta contro il militarismo americano, le guerre in Afghanistan, Iraq, Pakistan, Yemen e Libia, le armi nucleari, il cui centro di controllo è STRATCOM, e le spese per la difesa ai danni dei poveri.

2 ottobre 2011. Dichiarazione letta a STRATCOM dai “line crossers”: Marilyn Ryan, Glibert Landolt, Marian Klostermann, OFS

“Il Signore vi dia Pace!” Con questo saluto, lasciatoci da S. Francesco, salutiamo il Comandante Robert Kehler e tutti coloro che lavorano a STRATCOM. Diciamo a tutti voi: Il Signore vi dia Pace!

Come Francescani, membri di Veterans for Peace, Physicians for Social Responsibility, Catholic Peace Ministry, Dubuque Peace and Justice, Catholic Workers, organizzatori della pastorale universitaria, genitori, insegnanti, professionisti di ogni tipo, siamo venuti fin qui oggi, per commemorare il 10° anniversario dell’inizio della guerra degli USA in Afghanistan. Siamo venuti qui per pregare e protestare contro il militarismo americano: le guerre in Afghanistan, Iraq, Pakistan, Yemen e Libia; contro le armi nucleari, il cui centro di controllo è qui a STRATCOM; contro i costi della difesa ai danni dei più poveri.

Abbiamo imparato 10 anni fa che 5000 armi nucleari nell’arsenale USA non potevano e non ci hanno protetti dall’attacco al nostro centro economico a New York e al nostro centro politico e militare a Washington, D. C. Le nostre armi non sono state in grado di difendere le nostre città.

Anche Gesù, il nonviolento, amava la città di Gerusalemme e pianse su di essa, dicendo: “Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, la via della pace.” Oggi crediamo che Gesù stia piangendo su STRATCOM e stia dicendo ancora: “Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, la via della pace.”

È sulla via della pace l’arsenale nucleare che ha qui il suo centro di controllo?
Sono sulla via della pace le 737 basi militari USA sparse per il mondo?
È sulla via della pace la costruzione di tre impianti per la produzione di armi nucleari negli USA?
Per ogni dollaro che gli USA spendono nei programmi per alleviare la povertà 36 milioni di dollari vengono spesi in ambito militare. Questo è sulla via della pace?
Tre di noi sono qui in piedi davanti a voi oggi per dire “NO”.

Abbiamo la testimonianza di un membro disabile dei Veterans for Peace, Gilbert Landolt, che è qui in rappresentanza anche di suo padre, deceduto, veterano della Seconda Guerra Mondiale, prigioniero di guerra, e di suo fratello, deceduto, veterano del Vietnam. Costoro hanno sperimentato la disperazione derivante dalle guerre. La missione dei Veterans for Peace comprende l’abolizione di tutte le armi nucleari!
“Il vero costo della guerra è nascosto. Bisogna includervi la disperazione, il disordine da stress post-traumatico, e l’alto tasso di suicidi tra i veterani che ritornano. Il governo non si è pronunciato sulle cure promesse ai veterani e alle loro famiglie. La guerra esige un dazio disastroso dalla vita delle famiglie, in termini di divorzi, abusi domestici, disintegrazione familiare. Io sono qui per dire no a tutto questo.”

Abbiamo anche la testimonianza di Marilyn Ryan, un’educatrice e preside in pensione, che ha dedicato la sua vita ad insegnare ai giovani e a formare una nuova generazione di cittadini amanti della pace:
“Voglio difendere ciò in cui credo. Siamo venuti a STRATCOM per dire che la guerra, che sta diventando la norma, non è la risposta e non va bene! Siamo diventati immuni alle sofferenze che derivano dalla guerra. Non è giusto restare in silenzio di fronte a tutto questo.”

Abbiamo la testimonianza di una sorella francescana, Marian Klostermann, che lavora attivamente per la pace in compagnia dei poveri nelle campagne dell’Iowa e in una casa del Catholic Worker. Da 17 anni fa formazione alla nonviolenza in carcere:
“Come francescana sono impegnata ad essere uno strumento di pace. Credo che la guerra sia folle. Rimanere in silenzio equivale ad acconsentire. Per questo sono qui oggi per dire pubblicamente che la preparazione alla guerra che si fa qui a STRATCOM è uno spreco inutile. È uno sperpero di risorse che appartengono ai più vulnerabili tra noi. Oggi, mentre celebriamo il compleanno del Mahatma Gandhi, so che la resistenza nonviolenta ha cambiato la nazione indiana. Può cambiare anche la nostra. È ancora possibile. Un tempo San Francesco d’Assisi credeva che essere un cavaliere e combattere per difendere la sua città fosse una nobile causa. L’esperienza della guerra segnò la sua conversione e gli insegnò che solo la pace che viene dall’amore di Dio può trasformare davvero. Al tempo della sua morte, Assisi era diventata una città di pace e il luogo dove 25 anni fa Papa Giovanni Paolo II ha riunito per la prima volta i leader delle religioni del mondo per pregare ed impegnarsi per la pace.”

Siamo qui oggi perché la saggezza dei veterani e la nostra non viene ascoltata dai rappresentanti del Congresso e dell’Amministrazione. Qualcuno di loro ha forse conosciuto il combattimento, la fame, la mancanza di una casa, la disoccupazione, la mancanza di un’assicurazione sanitaria, e le molte altre facce della povertà?

Siamo a STRATCOM, il centro della nostra potenza militare, per protestare contro i bilioni di dollari in spese militari, l’arruolamento dei nostri più brillanti giovani laureati, lo sfruttamento delle nostre risorse per scopi distruttivi. Il risultato è più povertà e miseria nella più ricca nazione del mondo. Noi chiamiamo tutto questo PAZZIA!
Noi oltrepassiamo questa linea oggi perché le nostre parole e le parole di molti altri non sono state sufficienti. Proclamiamo con i nostri corpi e con le nostre azioni un forte no alla guerra, un forte sì alla pace e alla nonviolenza.

 

 

Note: I tre "trasgressori" sono stati brevemente trattenuti e rilasciati subito dopo. Ad ognuno di loro verranno inviate richieste di rinvio a giudizio separate nelle prossime settimane. Rischiano fino a sei mesi di carcere per "trasgressione federale".
Tradotto da Antonella Recchia per PeaceLink. Il testo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali citando la fonte (PeaceLink) e l'autore della traduzione.
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