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Soldati vittime della guerra in Iraq

Usa e guerra: morti scomode e divieti burocratici

Si estende il dibattito sul diritto o meno dei cittadini americani di assistere al rientro delle salme di McCaffrey e degli altri soldati uccisi in guerra.
28 ottobre 2004
Missione Oggi, Novembre 2004
Fonte: Associated Press

La madre di un soldato ucciso in Iraq ha chiamato i media per fotografare la salma di suo figlio che arrivava all’aeroporto internazionale di Sacramento, in California, avvolta nella bandiera americana. Era il suo atto di protesta contro il Pentagono che ha deciso di vietare ai mezzi di informazione di massa di dare un certo risalto alle notizie che riguardano il rientro dei caduti in guerra. Quasi una dozzina di giornalisti, fotografi e squadre televisive erano però presenti quando la bara del sergente Patrick McCaffrey, di 34 anni, è stata trasferita dall’aeroporto. “Non mi importa quello che il presidente Bush vuole”, ha esclamato la madre del caduto, Nadia McCaffrey, parlando col corrispondente del Los Angeles Times. “Patrick non è morto per niente…Il modo in cui è vissuto deve essere conosciuto. Patrick non era un combattente, era un costruttore di pace”. Patrick McCaffrey è stato ucciso il 22 giugno scorso insieme al sottotenente Andre Tyson, tutti e due membri del 579° battaglione genieri. I due sono stati presi di sorpresa, intrappolati dal fuoco dei ribelli vicino a Balad.
Il dibattito sul diritto o meno dei cittadini americani di assistere al rientro delle salme di McCaffrey e degli altri soldati uccisi in guerra, è iniziato lo scorso aprile dopo che il quotidiano Seattle Times aveva pubblicato sulla sua prima pagina una foto delle vittime di un aereo cargo precipitato in Kuwait, e un attivista del Primo emendamento della Costituzione statunitense (quello che sostiene la libertà di stampa, ndr) aveva caricato sul suo sito una dozzina di fotografie del più grande cimitero militare del Paese, a Dover, nel Delaware. La breve cerimonia funebre per McCaffrey pare non abbia comunque violato il regolamento imposto dal Pentagono in quanto esso può essere applicato solo nelle località che sono sottoposte alla giurisdizione dell’esercito, cioè quando le bare rientrano su un aereo militare. Quella di McCaffrey è stata invece trasportata da un vettore commerciale, e quindi faceva riferimento a una diversa normativa. Per questo non è stato possibile vietare agli inviati delle varie testate di riprendere l’evento. Il corpo senza vita del sergente è arrivato a bordo di un volo proveniente da Atlanta, ed è stato messo sul carro funebre dai suoi commilitoni del 579° battaglione genieri, per poi dirigersi all’obitorio della sua città natale, Tracy, dove si è tenuto il servizio funebre. McCaffrey, da civile, svolgeva il ruolo di manager per una compagnia di riparazioni di Silicon Valley; poi, nei giorni immediatamente successivi all’attacco terroristico dell’11 settembre, aveva deciso di entrare nella Guardia nazionale. Ma - come ha dichiarato la famiglia -, ha vissuto la sua missione in Iraq con un sentimento di progressivo scetticismo. Da parte sua, Nadia McCaffrey ha detto che vuole continuare a gridare contro la guerra. “Basta, dobbiamo reagire”.

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