Cliccare qui per un ulteriore contributo sui fatti di Parigi da un altro redattore di PeaceLink, Giovanni Matichecchia.

Ci attendono giorni bui. Giorni di odio e di violenze. La civiltà che abbiamo costruito, e di cui andiamo fieri, ha delle falle. Delle voragini attraverso le quali annulliamo il senso e il valore delle grandi conquiste scientifiche e tecnologiche. Una società priva di solidarietà è morta. La parola più usata in queste ore è: guerra! Una guerra strana in cui noi forniamo armi e uomini all’avversario. Al presunto “nemico”. Per secoli abbiamo razziato le loro ricchezze e la loro cultura. Ne abbiamo fatto trofei e con il loro oro abbiamo rivestito cattedrali e palazzi signorili. Li abbiamo ridotto in schiavitù e ancora oggi basta essere nero per beccare un colpo di rivoltella alle spalle, dai tutori dell’ordine, nella civile America. Ancora oggi non ci sono risorse idriche e alimentari a sufficienza per i paesi afroasiatici. L’unica cosa che ci interessa è il loro petrolio. E per essere certi che non possano riscattarsi mettiamo su governi fantoccio che ci permettano di sfruttare ancora le loro risorse. L’attacco a Parigi, alla Francia, all’Occidente intero è il risultato delle disuguaglianze, degli squilibri che abbiamo imposto per accumulare ricchezze in danno di popoli tecnologicamente e militarmente meno attrezzati. Una situazione che non potrà essere superata dall’odio e dalla vendetta. L’unica vera via è l’ascolto, il dialogo, la pace. I risultati dell’odio e della violenza li vediamo quotidianamente in medio oriente. La comunità internazionale non ha mai chiesto veramente di porre fine ai conflitti perché la vendita delle armi è il più grande business mondiale. La principale fonte di finanziamento dei partiti. Bombardando lo Stato Islamico si fanno crescere i nuovi attentatori, tutti di provenienza europea. Nuovi attentati faranno vendere nuovi caccia, nuove bombe, nuovi armamenti. Una deliberata spirale infernale. In tutto questo l’islam non ha nessun rilievo. Abbiamo mai provato a chiederci perché tanti giovani sono pronti a rinunciare alla vita in nome di quelli che considerano ideali e che noi consideriamo follia. Buttar via la vita è possibile quando si è compreso che è ormai distrutta per sempre. Possiamo fare niente per ridare il senso della propria vita a questi giovani?